In una lunga intervista concessa all'emittente Al Jazeera, il presidente ruandese Paul Kagame ha affrontato diversi argomenti di politica interna, ma anche riguardanti l'Africa ed il suo futuro. Riferendosi al Rwanda ha riaffermato, riferendosi alla sua candidatura alle prossime presidenziali, la capacità dei ruandesi di fare scelte ed assumere decisioni in linea con i loro interessi. Anche perchè " i ruandesi non sono inferiori a nessuno quando si tratta di esprimere giudizi". Kagame ha sottolineato l’unità tra i ruandesi all’indomani della tragedia del 1994, sottolineando l’emergere di obiettivi ambiziosi tra gli individui guidati da un desiderio collettivo di superare le avversità. Ha sottolineato che i ruandesi sono capaci come chiunque altro e dovrebbero avere il controllo del proprio destino: "In ogni caso, questo non può essere risolto da nessuno al di fuori del Rwanda. Gli attori esterni possono contribuire, ma non possono sostituire i ruandesi nell'affrontare i nostri problemi complessi". Il presidente ha poi delineato la visione di una nazione unificata e prospera in cui i cittadini possano godere di una vita normale e pacifica, citando gli sviluppi positivi in corso nel paese. Ha quindi aggiunto che "questo è un viaggio che dobbiamo intraprendere, ed è lungo. Ma il nostro obiettivo finale è garantire la stabilità, la libertà per tutti, la convivenza e, soprattutto, lo sviluppo sociale ed economico, che alcune parti del mondo hanno preso per concesso".
Passando a parlare dell'Africa ha preliminarmente evidenziato come la prevalenza dei colpi di stato e
dell'instabilità politica in vari paesi africani dipenda dall'incapacità del mondo di imparare dagli eventi passati, compresi
quelli in Rwanda. Ha chiesto una comprensione più approfondita del fatto che i
colpi di stato avvengano per ragioni specifiche o avvengano in modo casuale,
evidenziando al contempo la negligenza storica nell’affrontare lo sviluppo
sociale e nazionale.
Kagame ha sfatato l’idea sbagliata secondo cui l’Africa è
intrinsecamente povera, sottolineando le sue abbondanti risorse naturali e
capitale umano. N
on ha mancato di sottolineare anche il ruolo critico della governance in
Africa e si è chiesto se i Paesi diano priorità al benessere dei propri
cittadini. "Quando avviene un colpo di stato e la gente comune
scende in piazza esultante, si invia un messaggio", ha affermato. Kagame ha inoltre esaminato attentamente il ruolo dei paesi
sviluppati in Africa, sottolineando la loro promozione della democrazia, dei
diritti umani e delle libertà e allo stesso tempo però sfruttando le risorse
naturali del continente a scopo di lucro. Ha chiesto un’analisi del motivo per
cui queste nazioni hanno tratto profitto economico dall’Africa per decenni,
mentre la popolazione africana rimane impoverita o in condizioni peggiori. Pur riconoscendo l’impatto duraturo del colonialismo in
varie forme, Kagame ha rifiutato di attribuire la colpa esclusivamente ad
attori esterni e ha incoraggiato gli africani ad assumersi la responsabilità
della loro situazione. "Dobbiamo assumerci le nostre responsabilità come
africani. Perché tolleriamo tali circostanze? Possediamo quasi tutto, ma altri
ne beneficiano più di noi. Ci sono modi per correggere questo. A volte possiamo
lamentarci o incolpare lo sfruttatore, ma noi, gli sfruttati, , dovremmo essere ritenuti responsabili", ha affermato Kagame.
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