Il Rwanda ha presentato ufficialmente la propria candidature ad ospitare i mondiali di cislismo per l'edizione del 2025.Alla candidatura ruandese si sta aggiungendo quella del Marocco, così che si fa concreta la possibilità di vedere nel 2025 la prima
storica rassegna ciclistica iridata in Africa. Secondo quanto riportato da L’Equipe, il
presidente dell’UCI David Lappartient ha confermato che sono soltanto i due Paesi africani che hanno presentato la loro candidatura per la prova del 2025.
“Ho già incontrato le
autorità ruandesi, la federazione e il ministero dello sport” ha dichiarato
Lappartient: “Prossimamente riceverò una delegazione del Marocco. Sono due
candidature di grande qualità”.Scaduto il termine entro il quale presentare la
propria proposta, l’Africa dovrebbe quindi vedere il proprio primo mondiale di
ciclismo. Finora è l’unico continente a non aver mai ospitato una rassegna
iridata.In Rwanda da anni si tiene il Tour du Rwanda: dal 2009 la corsa è entrata a far parte dell'UCI Africa Tour come gara di classe 2.2,
cominciando ad acquisire notorietà in ambito internazionale. Nel 2019 è salita
al livello 2.1, aprendosi alle formazioni World Tour.
E’ in corso a Nyagatare un progetto pilota in cui la startup Gratzup, con sede in Svizzera ma guidata dall’italiano Mauro Gazzelli con la
moglie Shairin Sihabdeen, sta sperimentando un processo di sterilizzazione dell’acqua contenuta in una borraccia che autosterilizza l’acqua contaminata in una
ventina di minuti, a contatto con qualsiasi fonte di calore.Calibrando pressione e temperatura, quindi senza filtri e sostanze
chimiche, si arriva alla sterilizzazione completa di acqua e contenitore. Oltre
alla borraccia esiste anche un contenitore da 10 litri e un impianto
autonomo a energia solare, riciclabile in ogni sua parte e con un lungo ciclo
di vita.Si monta come un enorme mobile Ikea e arriva a dare 1500 litri di acqua
pulita al giorno. Nel 2018, GratzUp, il governo ruandese e la diocesi di Byumba
hanno firmato un memorandum per l’installazione di due impianti, partendo da
un progetto pilota.Grazie a questi sarà
garantito un accesso all'acqua sicura agli alunni di una scuola e ai pazienti
di un ospedale, con un migliaio di utenti in tutto. Il progetto pilota è
monitorato dall’Università Cattolica e l’obiettivo è di allargarsi ad altri
paesi che hanno questo problema.
E' morto ieri pomeriggio, all'età di 96 anni, il Cardinale francese Roger
Etchegaray. Nel 1994 il cardinale Roger Etchegaray, allora presidente del
Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, effettuò, su mandato di Giovanni Paolo II, una visita in Rwanda per portare la solidarietà della Chiesa alla popolazione del posto e un messaggio di riconciliazione. Entrando in Rwanda da Goma fece tappa in primo luogo, il 26 giugno, a Gisenyi
sulla frontiera con l’allora Zaire, che era la sede provvisoria del governo del
Rwanda, e dove fu ricevuto dal presidente ad interim; poi, il 28 giugno,
nella città di Byumba, alla presenza del
presidente del Fronte patriottico del Rwanda. Crediamo che questa visita sia raccontato in
un capitolo del libro Orgoglio e pregiudizio in Vaticano, uscito nel 2007, come Anonimo che raccoglie le confessioni di un cardinale sulla
Chiesa di ieri e di oggi. Nel capitolo intitolatoMissione in Ruanda vengono raccontati quei giorni con tutti i particolari, coincidenti con la visita consacrata nei comunicati ufficiali, e le riflessioni che quei tragici momenti suscitarono nell'emissario del Papa. Alla luce del dettagliato racconto dei fatti e dei particolari raccontati nel libro, crediamo proprio che l'anonimo cardinale intervistato da Olivier Gendre non potesse che essere il card. Etchegaray.Il cardinale ritornò in Rwanda nel febbraio del 2001 come inviato di Giovanni Paolo II per celebrare la chiusura delle celebrazioni del centenario dell'evangelizzazione del Paese come riferito qui .