Il I gruppo delle ragazze madri di Kisaro
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Con la consegna di una capretta a ognuna delle 25 giovani facenti parte del
primo gruppo, avviato all'interno della parrocchia di Kisaro, ha
preso il via oggi il Progetto Mikan Baby rivolto alla ragazze
madri. Il nuovo progetto parte sotto i migliori auspici forte anche di un’organizzazione
che ha messo a frutto la precedente esperienza del Progetto Mikan.Per
cominciare, la scelta delle prime 25 beneficiarie è stata fatta sulla base di
un sorteggio fra le 50 ragazze madri che erano state individuate per l’avvio di
questo progetto pilota. Le prime 25 ragazze madri hanno formato un gruppo Mikan Baby, denominato "TWITEZIMBERE MURI KRISTU"-“Progrediamo
in Cristo”, e hanno quindi eletto il consiglio di direttivo di questo gruppo
composto da: presidente, segretario e tesoriere
del gruppo, oltre che da un comitato consultivo di 3 persone. I responsabili
del gruppo dovranno anche farsi promotori, oltre che della corretta gestione
del progetto delle capre, anche di altre attività, in agricoltura o nel commercio
di prodotti agricoli, in grado di generare qualche forma di reddito atto a soddisfare
i bisogni familiari delle aderenti al gruppo e a non sentirsi isolate dalla
società o dalle loro famiglie. Le prime destinatarie
delle capre si sono immediatamente impegnate, attraverso un vero e proprio
contratto, sottoscritto alla presenza del vice parroco e di un rappresentante
di villaggio, a consegnare alle altre ragazze il primo capretto entro la
scadenza di 14 mesi. La giornata era iniziata di prima mattina con la celebrazione della Messa,
celebrata dall'Abbè Fidéle Ndereyimana, responsabile della Pastorale Giovanile
nella Parrocchia di Kisaro, che oltre a creare uno spirito di solidarietà e di
incoraggiamento morale nel cuore di queste giovani madri, ha attestato la
vicinanza della Chiesa alle loro necessità morali e materiali. Alla giornata
hanno presenziato il parroco di Kisaro, l’abbé Lucien Hakizimana, e il
responsabile del progetto per conto dell’Ass. Kwizera, l’agronomo Jean Claude Ndazigaruye.
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