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mercoledì 15 febbraio 2017

In Rwanda si è parlato anche del Progetto Africa-Italia-Africa

Una veduta del complesso ospedaliero E. Morelli
La recente missione in terra rwandese ha offerto l’opportunità per sondare l’interesse che potrebbero avere i paesi africani  al Progetto Africa-Italia-Africa, volto a istituire presso l'Ospedale E. Morelli di Sondalo, in provincia di Sondrio,  un centro universitario per le professioni mediche  rivolto  agli studenti e medici africani, che possa rientrare tra i programmi finanziati dalla Cooperazione internazionale italiana. Al  riguardo è risultato particolarmente utile il confronto avuto con il rettore dell’Institut Polytechnique  di Byumba (IPB), prof. don Faustino Nyombayire, da cui sono emersi alcuni elementi che potrebbero rivelarsi utili ai promotori per la messa a punto del progetto. Preliminarmente è stato sgomberato il campo da un possibile aspetto critico derivante dalla lingua. Ci è stato assicurato che si può fare tranquillamente uso dell’italiano, stante il fatto che una full immersion di due/tre mesi nella nostra lingua mette in grado i giovani africani, anche alla luce dellaloro buona predisposizione per le lingue, di iniziare a seguire le lezioni; al riguardo fa testo l’esperienza delle migliaia di studenti africani che vengono a seguire i corsi presso le università pontificie a Roma.
In Rwanda esiste una facoltà di medicina con accesso a numero chiuso, ma non esistono le specializzazioni che devono necessariamente essere acquisite all’estero. Forse si dovrebbero quindi privilegiare corsi specialistici, piuttosto che i corsi base. Naturalmente, la partecipazione a tali corsi dovrebbe essere supportata da borse di studio che coprano le spese complessive della partecipazione, come avviene oggi per gli studenti rwandesi che vanno in Cina o in India a studiare.
Il rettore si è riservato di approfondire l’idea, riassunta nella quattro slides  illustrative in italiano del Progetto che abbiamo potuto fornirgli, nell’ambito della commissione dei rettori  delle università rwandesi di cui fa parte. Purtroppo, a un successivo incontro con un esponente politico, che avrebbe potuto fare pervenire il progetto sui tavoli governativi che contano, non disponevamo di documentazione in lingua inglese e ci siamo dovuti limitare a una sommaria illustrazione verbale in francese.
Eppure sarebbe estremamente importante poter coinvolgere le autorità rwandesi su un simile progetto. Il Rwanda, paese pur piccolo, ha dimostrato in questi anni un’attenzione e una sensibilità particolari su argomenti quali l’innovazione e la formazione, che ne fanno un esempio riconosciuto e imitato in ambito continentale. Stante poi l'indubbia leadership africana, ma non solo, del presidente rwandese, Paul Kagame, la condivisione del progetto da parte rwandese sarebbe un importante volano per il decollo dello stesso, a cui si potrebbero accodare altri paesi africani, a partire da quelli più piccoli e bisognosi. Da parte nostra ci siamo permessi di integrare le slides di cui disponevamo con un elemento geografico, ricordando che l’Ospedale di Sondalo si trova  a 180 km da Milano ma, soprattutto, a  120 km da quella Davos frequentata annualmente da Kagame in occasione delle sue partecipazioni al World Economic Forum: un vantaggio non da poco poter dare all’iniziativa una collocazione precisa  sull’estesa carta europea. A questo punto attendiamo le slides in inglese per tentare di farle arrivare sulle scrivanie rwandesi che contano. 

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