In un lungo
articolo comparso oggi su The New Times, l’ONU, per bocca del suo
rappresentante in Rwanda, Lamin M.
Manneh, rilascia un generoso giudizio positivo sullo stato dei diritti umani in Rwanda, che probabilmente non raccoglierà la condivisione di diversi organismi internazionali che hanno un approccio più critico sull'argomento. Lo fa in occasione della giornata mondiale dei diritti umani, una celebrazione sovranazionale che si tiene in tutto il mondo il 10 dicembre di tutti gli anni per ricordare la proclamazione, nel 1948, da parte dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite della Dichiarazione universale dei diritti umani.
In
particolare, dopo aver ricordato gli interventi che con il sostegno dell’ONU il
governo rwandese ha attuato in ambito giudiziario cha ha permesso “di fare
passi avanti nel garantire l’attuazione dei principi della Dichiarazione
Universale dei diritti dell’uomo”, il rappresentante dell’ONU riconosce “ il
forte impegno del presidente Paul Kagame ad assicurare che tutti i ruandesi godano delle libertà più
ampie nella massima misura possibile, in particolare la libertà dalla
discriminazione su base etnica, di classe, di reddito e di genere; libertà dal
bisogno e dall'ignoranza; libertà da problemi di salute; la libertà dalla
insicurezza personale e nazionale, nonché la libertà di partecipare pienamente
nei processi di sviluppo e di trasformazione del paese che si riflettono negli
indicatori di buona gestione e socio-economiche molto favorevoli del paese.” La
rappresentanza ONU in Rwanda continuerà quindi a “collaborare con altri partner
per lo sviluppo a sostenere il governo e il popolo del Rwanda nel loro sforzo
per assicurare il godimento della più ampia gamma possibile di diritti umani da
parte di tutti”.
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