“Ho letto Dio o niente con grande profitto spirituale, gioia e gratitudine.
La sua testimonianza della Chiesa in Africa, della sua sofferenza durante il
tempo del marxismo e di una vita spirituale dinamica, ha una grande importanza
per la Chiesa, che è un po' spiritualmente stanca in occidente. Tutto ciò che
Lei ha scritto per quanto riguarda la centralità di Dio, la celebrazione della
liturgia, la vita morale dei cristiani è particolarmente rilevante e profondo.". In questo
passaggio della lettera che il papa emerito BenedettoXVI ha inviato al card.Robert Sarah è riassunto il libro-intervista "Dio o niente. Conversazione sulla fede” ,
frutto del lavoro del giornalista francese Nicola Diat pubblicato da Cantagalli, Siena 2015, pp. 373,
euro 22,00. Al di là del marketing editoriale,
che lo ha lanciato con grande successo in Francia e poi da noi in Italia,
estrapolando alcuni riferimenti specifici e forti al dibattito sinodale, il libro non è tanto la storia di un figlio dell’Africa, che partendo da un piccolo villaggio della
Guinea, Ourous, è oggi cardinale a Roma, quanto l’autobiografia spirituale di un uomo fortemente attratto da Cristo. In quest’ottica va letta la storia del figlio unico di una famiglia di
contadini che matura la propria
vocazione a contatto con l'intensa spiritualità dei missionari spiritani, presenti
nel villaggio, e che perviene al sacerdozio, a ventiquattro anni, nel 1969 in
un contesto sociale e politico estremamente difficile come quello che si
trovava a vivere la Guinea sotto la dittatura marxista di Sékou Touré. In epoca
di infatuazioni per certe declinazioni politiche della religione, il giovane prete non si lascia attrarre dalle lusinghe del potere e non nasconde la propria opposizione verso il regime marxista. Pur sapendo di fare un gesto non gradito al regime, Paolo
VI decide, nell’aprile 1978, di chiamare don Sarah all’episcopato; la sua consacrazione
a vescovo avverrà però solo nel dicembre del 1979, per le resistenze del presidente
Sékou Touré. Sarà il vescovo più giovane del mondo.Da vescovo della capitale Conakry, i rapporti con il
potere politico si faranno sempre più difficili e solo la morte del dittatore, nel marzo 1984, eviterà a mons. Sarah di essere giustiziato, comparendo il suo
nome in una lista di persone da eliminare. Nel 2001 verrà chiamato da
Giovanni Paolo II a Roma come segretario della Congregazione per
l’Evangelizzazione dei Popoli. Benedetto XVI lo scelse come presidente del Pontificio
Consiglio Cor Unum nell’ottobre del 2010 e nel concistoro del novembre successivo
lo crea cardinale, successivamente, nel 2014, Francesco lo ha destinato a
presiedere il dicastero vaticano che si occupa della liturgia. Tutti questi papi sono ricordati con affetto e ammirazione, ognuno per il proprio carisma.
S.E. card. Robert Sarah |
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