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sabato 30 agosto 2014

Il mistero dei cadaveri ritrovati sul lago Rweru

Nella ultime settimane, diversi cadaveri sono stati visti galleggiare sul lago Rweru, un lago tra il Burundi e il Rwanda, vicino al confine con la Tanzania. Le autorità della provincia del Burundi, dove sono stati visti i corpi, escludono che si tratti di cittadini del Burundi, affermando che i cadaveri proverrebero dal Rwanda, trasportati dal fiume Akagera. Altrettanto ha fatto la Polizia Nazionale del Rwanda negando che cittadini rwandesi risultino dispersi.I pescatori del posto sostengono di aver notato i cadaveri da un paio di settimane; in tutto sarebbero una quarantina i cadaveri visti galleggiare sulle acque del lago. Edouard Nduwimana, ministro degli interni del Burundi, ha detto a France-Presse : "Ci sono molti corpi, alcuni legati, galleggianti sul lago Rweru, anche se probabilmente la cifra di 40 segnalata dai pescatori è esagerata." Nduwimana ha detto che non è stato ancora possibile confermare la loro origine e quindi  " sono necessarie  indagini  per confermare o meno se questi corpi vengano dal Rwanda, o se siano stati gettati nel lago in Burundi".
 Come riferisce la BBC che ha raccolto la testimonianza di un funzionario burundese, alcuni corpi sono stati trovati   racchiusi in sacchi, altre testimonianze parlano di corpi  con  le mani legate dietro la schiena ; modalita' che farebbero pensare a delle esecuzioni.Di fronte al mistero di questi cadaveri figli di nessuno si e' levata la richiesta dei partiti dell'opposizione rwandese di dare avvio a un'inchiesta indipendente per  procedere all'identificazione dei cadaveri, sulla base delle impronte digitali disponibili per i cittadini rwandesi che dispongono della carta d'identita, per poter escludere  che si tratti di rwandesi di cui e' stata denunciata la scomparsa negli ultimi mesi.

giovedì 28 agosto 2014

I preziosi consigli di Tony Blair ai capi di stato suoi assistiti

l'articolo de la Repubblica
In un recente articolo il Telegraph mette sotto accusa l'ex premier britannico Tony Blair per la sua disinvolta attività di consulente, profumatamente remunerato, di diversi governi che non brillano per il loro grado di democraticità. Per illustrare in che cosa si sostanzi questa attività, il giornale inglese porta ad esempio una lettera che Blair ha inviato al suo cliente, il premier kazako Nazarbayev, in cui gli  spiega il modo per ripulire l'immagine dopo l'uccisione da parte della polizia di 14 operai dell'area petrolifera di Zhanaozen che protestavano per le condizioni di lavoro. Nella misssiva Blair scrive che quei morti   «non devono oscurare gli enormi progressi fatti dal Kazakhstan» e consiglia al suo cliente come deve rapportarsi con i media occidentali. Come scrive Repubblica nell'articolo riportato qui a fianco "allegata, c' è un' intera pagina di testo da aggiungere al discorso che il premier avrebbe dovuto tenere a  Cambridge. Blair propone a Nazarbayev quelle frasi spiegando che servono ad «affrontare la questione Zhanaozen» nel «modo migliore per i media occidentali », ovvero parlandone, ma aggiungendo, come dice l' allegato: «Ci sono problemi di democrazia e diritti umani essenziali da affrontare. Io comprendo e ascolto ciò che dicono i nostri critici. Ponete le vostre questioni, sarete ascoltati. Ma dateci credito per l' enorme cambiamento positivo che abbiamo compiuto nel nostro Paese. Dobbiamo andare avanti un passo alla volta». La lettera è un concentrato di trucchi da politici navigati: con quel discorso a Cambridge Nazarbayev si conquistò non pochi titoli dei giornali sul leader «visionario » che aveva migliorato il suo Paese."  Tony Blair è consulente anche del governo rwandese ( vedi precedente post). Anche per il presidente Paul Kagame, come per il suo omologo kazaco, Blair ha coniato l'immagne di leader "visionario", titolo che evidentemente non è coperto da copyright e di esclusiva per cui viene usato con molta larghezza per ogni cliente della Tony Blair Associates,  Per la cronaca  il Kazakhstan corrisponde alla Tony Blair Associates circa sette milioni di sterline l' anno, per consulenze governative sulle riforme. 
Non conosciamo se l'attività consulenziale a favore del governo rwandese, peraltro svolta sotto un'altra sigla, l'Africa Governance Initiative-AGI, preveda un corrispettivo diretto ed eventualmente a quanto ammonti.
L'AGI ha rilasciato nei mesi scorsi uno studio sul lavoro svolto a favore del governo rwandese dal titolo "Two steps at a time" consultabile cliccando qui.  

martedì 26 agosto 2014

Arresto di tre ufficiali: spia di un possibile malessere all'interno delle forze armate?

Con una certa cadenza, quasi stagionale, assistiamo a periodiche purghe all’interno delle forze armate con  messa in quiescenza forzata di ufficiali delle forze armate rwandesi, piuttosto che di veri e propri arresti a fronte di specifici atti d’accusa per attività volte alla destabilizzazione dell’ordine costitutito. Da ultimo è il caso di tre ufficiali arrestati nei giorni scorsi per presunto coinvolgimento in un complotto per minare la sicurezza dello Stato. Come riferisce la BBC, sulla base anche di notizie ufficiali date dalle Forze armate, si tratta dell’ex comandante della guardia presidenziale, colonnello Tom Byabagamba, oltre che del generale in pensione, Frank Rusagara, e del capitano David Kabuye. Questi sono gli ultimi casi; si devono però ricordare i casi dell'attuale capo dei servizi segreti stranieri, generale Karake Karenzi, posto agli arresti domiciliari per più di un anno e quello ben più importante dell'ex capo di stato maggiore delle forze armate, il tenente-generale Faustin Kanyumba Nyamwassa, con un certo seguito all'interno dell'esercito, accusato di complottare per rovesciare il regime di Kigali e costretto all'esilio in Sud Africa, dove è stato anche vittima di un attentato alla vita a cui è sopravvissuto dopo aver subito gravi ferite.

Sembra di assistere ad atti volti a tenere alto il livello d’attenzione all’interno delle forze armate,  dove potrebbero annidarsi veri e propri focolai di opposizione, allo stato dei fatti e delle forze in campo, l’unica veramente in grado di turbare agli attuali vertici del paese.

lunedì 25 agosto 2014

Progetto Mikan: un risultato record di un gruppo di Nyarurema

La consegna dei nuovi capretti 
Qualche volta i nostri amici rwandesi ci riservano piacevoli sorprese. E' quanto ci viene segnalato dai responsabili del Progetto Mikan: venerdì, infatti, in occasione della passaggio tra un vecchio a un nuovo gruppo della parrocchia di Nyarurema,  quando è stato il momento di consegnare i capretti, il loro numero è risultato sorprendentemente alto. A fronte  dei consueti 28/30 capretti, consegnati da ogni gruppo con 25 capre, questa volta sono stati ben 37, un vero e proprio record. Conosciamo qual è il tasso di riproduzione medio di una capra e quindi abbiamo sempre accolto con una certa perplessità risultati che si mantenessero sotto i 30 capretti, peraltro sempre giustificati con le scuse più varie. Di fronte al risultato del gruppo di Nyarurema, a cui va rivolto un particolare apprezzamento per la serietà con cui ha affrontato il progetto, non si può non esprimere soddisfazione e sottolineare le reali potenzialità di questo progetto. Nel caso di questo gruppo di  Nyarurema, in base al regolamento del Progetto Mikan, l'ottimo risultato ottenuto  ha permesso, dopo aver consegnato i 25 capretti previsti ad altrettante famiglie facenti parte del gruppo subentrante, di donare alla parrocchia  11 capretti, essendo il dodicesimo di spettanza del coordinatore del gruppo.

venerdì 22 agosto 2014

Censiti 245.000 profughi rwandesi in territorio congolese

Secondo quanto riferisce RFI-Radio France Internationale è in corso, con il sostegno dell'UNHCR, il primo censimento dei rifugiati rwandesi all’estero. L'Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite stimava, fino ad oggi, che il numero di rifugiati rwandesi nel mondo fosse di circa 100 000 persone. Il numero risulta però molto sottostimato, se si pensa che già quasi 245.000 rwandesi, solo in Congo, si sono presentati per la registrazione. Questa è la cifra raggiunta dalla Commissione nazionale congolese per i Rifugiati, che, con il sostegno dell'UNHCR, ha condotto il censimento. La parte più numerose, circa 199.000, vive nel Nord Kivu, mentre 42.000 nel Sud Kivu. Altri sono sparpagliati nel Katanga, nel Kasai Orientale,nel Maniema, e anche, in misura minore, a Kinshasa. Si tratta per la gran parte dei profughi e dei loro eredi, rifugiatisi in Congo nel 1994, successivamente rifugiatisi all’interno in occasione delle guerre dei Grandi Laghi a fronte dell’avanzata dell’esercito rwandese. Molte di queste persone sono giovani che non hanno mai conosciuto il paese dei loro genitori, il Rwanda.E’ facile quindi comprendere come due terzi di queste 245.000 persone dicono che non vogliono tornare nel loro paese, preferendo rimanere in Congo. Un dato  che potrebbe cambiare, secondo la Commissione nazionale per i rifugiati, a seguito di  una campagna promossa dal governo di Kigali per favorire il rientro. Kigali ha, infatti,  da tempo chiesto che lo status di rifugiato non venga più riconosciuto a tutti i rwandesi che vivono al di fuori del paese. Va altresì ricordato che secondo  l'UNHCR  a partire dal 2001 sono hanno già stati rimpatriati circa 135.000 rwandesi che vivevano in Congo. Naturalmente la soluzione del  problema di questi profughi,  risente pesantemente dalla soluzione di quello della presenza in Congo dei militanti del FDLR che dovrebbero disarmare, secondo quanto stabilito a livello internazionale, entro la fine di questo anno.

martedì 19 agosto 2014

Il pastore americano Rick Warren per una settimana “primate” di Rwanda

Rick Warren con Paul Kagame ( foto da Christian Post)
Il famoso pastore protestante americano Rick Warren, fondatore  di una delle chiese più grandi degli Stati Uniti, la Saddleback Community Church di Lake Forest in California, nonché prolifico scrittore di best seller cristiani, tra cui la sua guida al ministero della chiesa e l'evangelizzazione "The Purpose Driven Church" (tradotto in italiano con il titolo: "La Chiesa Condotta da Propositi") e "The Purpose Driven Life" (tradotto in italiano come: "La Vita con uno Scopo"), di cui sono state vendute 30 milioni di copie, si può dire che per una settimana abbia recitato il ruolo di “primate” religioso del Rwanda. Di idee tradizionali sui temi più sensibili, Warren ha affascinato molti governanti - Obama lo chiamò a officiare la parte religiosa del suo insediamento presidenziale - compreso il presidente rwandese Paul Kagame che, affascianato nel 2004 dal suo libro The Purpose Driven Life, lo chiamò a far parte del Consiglio consultivo presidenziale. Da allora Warren è un assiduo frequentatore del Rwanda dove con il programma PEACE  volto a promuovere la riconciliazione, formare i leaders, assistere i poveri, curare i malati ed educare la prossima generazione, ha promosso diverse inziative umanitarie in diversi campi, grazie anche all’invio in Rwanda di circa 2000 Ministri della Pace, attorno ai quali si è andata creando una rete di chiese locali. Il pastore Warren ha cominciato la sua settimana lunedi con l’ annuncio, in una conferenza stampa, che il Rwanda ospiterà nell’agosto 2015 un raduno senza precedenti di pastori e leader della chiesa di tutte le 54 nazioni africane nell'All Africa Purpose Driven Church Congress, per proseguire martedì, quando a presieduto l'incontro Leaders’ Fellowship che ha visto confluire su Kigali un centinaio di leader da oltre 30 paesi africani, oltre che dalla Russia, l'India e gli Stati Uniti, a cui ha rivolto un importante discorso lo stesso presidente Paul Kagame, soffermandosi sulla leadership e sui progressi messi a segno dal popolo rwandese. Il clou è stato domenica nel terzo  'Rwanda Shima Imana' l’incontro di ringraziamento per la riconciliazione, giornata istituita dallo stesso Warren che vorrebbe trasformarla in giornata di festa nazionale, tenutosi allo stadio Amahoro alla presenza di migliaia di persone e dei leader stranieri presenti in Rwanda per il Leaders’ Fellowship.

lunedì 18 agosto 2014

Speciale TG1:Rwanda, fuga nel futuro

E' andato in onda domenica sera uno Speciale TG1 dedicato al Rwanda a cura di Ezio Nucci, dal titolo "Rwanda, fuga nel futuro". Di seguito riportiamo la presentazione che ne fa il sito delle RAI.
"Il genocidio che in Ruanda causò la morte di quasi un milione di persone è considerato tra i più grandi crimini contro l'umanità insieme con lo sterminio degli ebrei e i campi della morte cambogiani. Sono passati 20 anni da allora, ma le ferite restano ancora aperte. Il Ruanda oggi è un volano dell'economia africana e il suo basso tasso di corruzione ne fa una nazione molto attraente per gli investitori stranieri. Ma il cammino verso la democrazia è ancora costellato di ostacoli. "Ruanda, fuga nel futuro" e' il racconto di un Paese proiettato verso il domani: si sogna con il cinema e molti giovani affidano alle corse ciclistiche il loro riscatto, l'edilizia sta creando la necessità di figure professionali nuove, mentre cresce la presenza di giovani italiani che lavorano in Ruanda. Fibre ottiche e computer convivono con l'agricoltura in questa nazione che sogna di diventare il centro nevralgico della regione dei Grandi Laghi Africani"
Complessivamente si tratta di un servizio equilibrato: dopo una ricostruzione della stagione del genocidio abbastanza scontata, in cui va segnalata  un'intervista anche al padre barnabita  MarioFalconi, attivo a Muhura, ampio spazio viene dedicato  al Rwanda odierno n cui non manca la denuncia di talune derive autoritarie dell'attuale governance.Interessanti  sono  alcune interviste a giovani italian  che si sono installati in Rwanda  per dar vita ad attività professionali o imprenditoriali.
Per chi desiderasse vedere il servizio può cliccare su TG1 - Speciale TG1

giovedì 14 agosto 2014

Nel prossimo quinquennio l’UE fornirà al Rwanda aiuti per 460 milioni di euro

L'Unione europea (UE) prevede l'erogazione di aiuti a favore del Rwanda per i prossimi 5 anni, nell'ambito del 11 ° FES-Finanziamento europeo di sviluppo, per un ammontare complessivo di € 460 milioni. L'importo è stato anticipato in occasione degli incontri , tenutisi a Kigali, tra i rappresentanti del governo rwandese e la delegazione dell'UE. L'importo, in aumento rispetto ai 429 milioni erogati nell'ambito del 10 ° FES nel quinquennio 2008-2013, sarà per l'ottanta per cento direttamente inserito nel bilancio rwandese e coprirà diversi settori strategici, tra cui l'energia, l'agricoltura, le infrastrutture e la protezione sociale. La firma del nuovo accordo di cooperazione tra il governo e l'UE è previsto nel mese di ottobre.

mercoledì 13 agosto 2014

Una partnership italo-rwandese nel comparto calzaturiero

In occasione di una recente fiera-esposizione tenutasi a Kigali, ha fatto la sua comparsa tra gli espositori locali lo stand di un laboratorio calzaturiero. Le scarpe esposte erano di egregia fattura riecheggiante uno stile decisamente europeo, tanto da attirare l’attenzione anche di visitatori occidentali; un signore se ne è accaparrato un paio al prezzo di Frw 10.000.Presentatisi con 200 paia  di scarpe, già al primo giorno un terzo era già venduto. Si tratta di prodotti di una certa qualità frutto di un’iniziativa nata nel settore di Kabarore, nel distretto di Gatsibo, dove grazie alla collaborazione con il governo italiano è stato lanciato un CPC-Community Processing Centre orientato alla produzione di calzature e pelleteria. Qui sotto la supervisione di  Giorgio Gadina, un esperto italiano del settore calzaturiero con esperienze analoghe in paesi i via di sviluppo, sono stati dapprima avviati corsi di formazione quindi un laboratorio di produzione dotato inizialmente di 24 macchine che potrà beneficiare delle  tecnologie avanzate e del know-how del made in Italy. Attualmente il Centro è gestito da "Star Leather Company", società partecipata  dal Fondo Business Development (BDF) e dell'Associazione rwandese per la promozione del cuoio e dei prodotti in cuoio (RAPROLEP).Il progetto necessita ancora di implementazione, non sono, infatti, nelle condizioni di procedere alla concia delle pelli, tanto da dover mandare le pelli in Etiopia per essere trattate, e mancano di macchinari per il taglio del cuoio che viene ancora fatto a mano. Le autorità locali sono comunque fiduciose che la collaborazione con le autorità italiane possa proseguire fino a costituire nei prossimi anni nel distretto di Gatsibo, uno dei distretti con un patrimonio bovino tra i più elevati del  paese, una piccola industria calzaturiera per il paese.

martedì 12 agosto 2014

Allarme rientrato per il sospetto caso di ebola a Kigali

I test condotti sullo studente tedesco, messo in quarantena perchè manifestava sintomi compatibili con quelli determinati dal virus ebola, sono risultati negativi.Lo ha annunciato, direttamente con un twitter, il ministro delle Sanità rwandese, Agnès Binagwaho,  assicurando altresì  che "non c'è ebola nel paese".

lunedì 11 agosto 2014

Sospetto caso di ebola in Rwanda

Il Rwanda ha reso noto  di aver posto in quarantena, in ospedale a Kigali, uno studente di medicina tedesco manifestante i sintomi del virus Ebola. Si attendono, entro le prossime 48 ore, i risultati dei test che dovranno determinare se il paziente soffra di febbre emorragica. Il ministro rwandese della Sanità, Agnes Binagwaho, ha precisato in un tweet che "il paziente, uno studente tedesco che presentava febbre e sintomi di malaria, aveva passato diversi giorni in Liberia prima di venire in Rwanda". Si tratta del primo caso sospetto di Ebola in Rwanda dall'inizio dell' epidemia in Africa occidentale.

venerdì 8 agosto 2014

L'elettrificazione rurale avanza lentamente: solo ora arriva a Rwesero

Riceviamo un'email dal rettore del Piccolo seminario di Rwesero, l'abbé Paul Gahutu, in cui ci viene annunciata "Una notizia importante per il nostro seminario e la zona di Rwesero: abbiamo finalmente l'elettricità".Un fatto per noi scontato diventa avvenimento  eccezionale per i villaggi extraurbani rwandesi, dove l'elettricità arriva molto lentamente. Basti pensare che Rwesero si trova a poca distanza dall'asse stradale che collega Kigali a Byumba, eppure ha dovuto attendere fino ad oggi per vedersi allacciato alla rete elettrica nazionale.Si immagini quali attese devono scontare i villaggi della campagna più profonda, lontani dalle principali reti distributive. Secondo quanto riferito recentemente nel proprio discorso d'insediamneto dal nuovo primo ministro, Anastase Murekezi, il Rwanda, uno tra i paesi di coda al mondo nel consumo pro capite di energia (leggi qui), ha attualmente una capacità produttiva di 119 MW, che dovranno aumentare fino a 563 MW, in pratica dovrebbe quintuplicarsi, entro il 2017 per poter soddisfare le esigenze della popolazione civile e del comparto industriale.La rete elettrica serve, ad oggi,  solo il 18% della popolazione, senza raggiungere neppure tutti gli abitanti delle città che rappresentano il 28% dell'intera popolazione.  Peraltro,  dai dati forniti dallo stesso Murekezi sembrerebbe emergere l'intenzione del governo di concentrarsi primariamente sul soddisfacimento della popolazione urbana che, nel 2017, dovrebbe rappresentare il 30% dell'intera popolazione.Tale scelta potrebbe ritardare ulteriormente l'arrivo in campagna, specie nei villaggi più decentrati, dell'elettricità.Alla luce della difficoltà di arrivare nei villaggi con la rete distributiva tradizionale, si stanno percorrendo anche strade alternative come illustrato in un precedente post (leggi qui).

mercoledì 6 agosto 2014

All'Akagera Park faranno la loro ricomparsa i leoni


Ippopotami all'Akagera Park
Grazie alla donazione di otto  animali da parte del Game Park Savannah del Kenya, a breve i leoni faranno la loro ricomparsa all’Akagera Park, da dove erano scomparsi durante la guerra civile degli inizi degli anni novanta, quando gli animali del parco fungevano da riserva viveri per la popolazione ridotta allo stremo. Con il nuovo arrivo, previsto il mese prossimo, la fauna dell’Akagera Park si arricchisce di una nuova specie che andrà ad affiancare gli animali che già si trovano nel parco: ippopotami, bufali, antilopi ed elefanti ed altri. E’ un primo passo per rendere l’Akagera Park attrattivo per i numerosi turisti che arrivano in Rwanda, richiamati in particolare dai gorilla di montagna dei Virunga; fino ad oggi obiettivamente il richiamo del parco era abbastanza modesto causa la scarsità di animali, se raffrontata agli altri parchi africani, pur potendo contare su una savana abbastanza attraente. Il rilancio dell’Akagera avviene sotto la nuova direzione African Parks Network che mira a ripopolare alcune specie,  con il proposito  di aumentare il potenziale turistico del parco, per rendere competitivo il Rwanda rispetto agli altri parchi dell'Africa orientale. L’arrivo del leone non dovrebbe ingenerare particolare preoccupazione tra la popolazione che vive ai confini del parco, dato che esiste un recinto elettrico, alto 1,8 metri, che corre lungo tutti i 110 kilometri del perimetro. In compenso, le autorità locali si dichiarano fiduciose che il nuovo arrivo possa ulteriormente incrementare i flussi turistici con il relativo indotto economico per le attività commerciali che proliferano attorno all’Akagera Park.

lunedì 4 agosto 2014

Un libro per conoscere l'Africa di oggi e di domani

Inizia oggi a Washington il summit USA-Africa in cui l’amministrazione americana incontra i capi di stato africani, accompagnati da folte delegazioni di imprenditori locali, per discutere come rafforzare i rapporti degli Usa con una regione in forte crescita, pur tra inevitabili contraddizioni, e fortemente corteggiata dalla Cina. Il libro “Africa –Un continente in movimento” di F. Bonaglia e L. Wegner- ed. Il Mulino pag. 240, € 18, con una prefazione di Romano Prodi, sarebbe un ottimo materiale di base per la discussione dei vari temi in agenda al summit. Gli autori hanno, infatti, compiuto una puntuale radiografia dell’attuale situazione del continente africano, supportata da un ampio apparato statistico, mettendone in luce le enormi potenzialità, senza tacerne le croniche debolezze, sottraendosi così ai due estremi che caratterizzano spesso le analisi sul continente: l’afropessimismo e l’afroeuforia.La ricerca condotta dagli autori conduce i lettori  alla scoperta di un continente estremamente variegato, dove coesistono enormi progressi compiuti con situazioni di povertà e vulnerabilità, dove strutture istituzionali “che non hanno spesso operato nell’interesse generale” continuano, al contrario, “a proteggere gruppi ristretti, in genere élite urbane a discapito del settore agricolo, con effetti negativi sul funzionamento dei meccanismi di mercato, l’allocazione delle risorse e le scelte d’investimento”. Ne è conseguito una concentrazione della ricchezza nelle mani di un’élite ( le centomila persone piu' ricche detengono il 60% della ricchezza dell'intera Africa) senza tradursi in posti di lavoro e migliori servizi lasciando, quindi, le fasce più povere in uno stato di disagio che può essere superato solo con “politiche mirate a promuovere una crescita più inclusiva…ed una migliore partecipazione e rappresentazione politica delle varie istanze –sociali, religiose, etniche- all’interno dei paesi”.

domenica 3 agosto 2014

Paura Ebola contagia anche Obama

Da domani fino al 6 agosto si terrà a Washington il primo US-Africa Leaders Summit, in cui il presidente americano Barack Obama incontrerà i presidenti africani, ivi compreso il presidente rwandese Paul Kagame. Prima ancora di iniziare Ebola entra da protagonista nell'agenda del summit; Obama ha preteso,infatti, che tutti i suoi ospiti vengano sottoposti ad accurati controlli sanitari, prima della partenza e per sicurezza anche all'arrivo, che ne garantiscano l'immunità dal micidiale virus. Al riguardo segnaliamo un interessante pezzo, apparso oggi su Il Giornale, a firma Gian Micalessin consultabile cliccando qui.

sabato 2 agosto 2014

Il Rwanda pronto ad affrontare la minaccia del virus ebola


La minaccia di un possibile contagio del virus ebola diffusosi in alcuni paesi dell' Africa occidentale, dove ha già provocato oltre 600 vittime, ha indotto le autorità rwandesi a predisporre tutte le misure possibili per fronteggiare la possibile minaccia. Attualmente in Rwanda non si riscontrano casi di ebola. Eventuali fonti di contagio potrebbero essere i passeggeri che provengono dai paesi infetti, coi quali la compagnia di bandiera, Rwandair , intrattiene diversi voli settimanali. Per questo, le principali misure si concentrano sui passeggeri che sbarcano all'aeroporto di Kigali. Qui è stata allestita una clinica mobile con il dispiegamento di diversi medici in grado di affrontare qualsiasi evenienza e di controllare i passeggeri in arrivo dalle zone dove il virus è presente. Il ministro della Salute, Agnes Binagwaho, assicura che il paese ha predisposto quanto necessario per affrontare ogni possibile minaccia.