Domenica scorsa, gli inviati speciali per la regione dei Grandi
Laghi delle Nazioni Unite, dell'Unione Africana, dell'Unione europea e degli
Stati Uniti hanno sollecitato "la resa completa di tutti i
combattenti" del FDLR-Forze democratiche di liberazione del Rwanda, i
miliziani hutu, molti dei quali partecipanti agli atti genocidari del 1994,
rifugiatisi nella Repubblica democratica del Congo (RDC) all'indomani della
conquista del potere da parte del FPR. Chi non accetterà di deporre le armi
sarà oggetto delle iniziative militari dell'esercito congolese (FARDC) e del
contingente militare dislocato in zona da anni dall'ONU (MONUSCO).Chi invece
accoglierà l'invito a deporre le armi sarà rimpatriato nell'ambito del progetto
DDR/RR(disarmo, smobilitazione, rimpatrio, reintegrazione e
reinserimento).Quello che suona come un vero e proprio ultimatum giunge
all'indomani del recente annuncio dato dai vertici del FDLR di volersi
"concentrare sulla lotta politica" in Rwanda e dei primi episodi di
consegna delle armi da parte di un centinaio di giovani combattenti. Sembrano
stringersi i tempi per una soluzione dell'annosa querelle sulla presenza di
questi combattenti nella zona del Kivu. Certo che se l'ultimatum dovesse
portare allo smobilizzo delle milizie del FDLR, calcolate dagli osservatori tra
1500 e 4000 uomini per la gran parte giovani che nel 1994 erano bambini o poco
più, il Rwanda sarà costretto a rivedere radicalmente la propria politica nei
confronti della Repubblica democratica del Congo (RDC). In questi anni,
infatti, forte dell'alibi della minaccia alle frontiere rappresentata dalla
presenza delle milizie del FDLR, il Rwanda ha mantenuto una forte pressione sul
grande vicino, sia in termini politici che militari, con indubbie ricadute
anche sul fronte economico a livello di sfruttamento delle ricchezze minerarie
del sottosuolo del Kivu. Nonostante l'impegno della comunità internazionale non
sarà, quindi, facile pervenire a una soluzione condivisa che porti a una reale
pacificazione del Kivu e, forse, si scoprirà che debellate le milizie del FDLR,
il loro posto sarà preso da vecchie e nuove milizie che fungeranno da paravento
dietro cui si nasconderanno i saccheggiatori delle ricchezze del Kivu, come ben
aveva ipotizzato il noto scrittore di spy story, John Le Carré, in un suo
romanzo, Il canto della missione, ambientato proprio in questo contesto e di
cui avevamo parlato in un nostro precedente post.
Nessun commento:
Posta un commento