E’
iniziata ieri e si protrarrà fino a venerdì a Kigali la riunione annuale
della Banca Africana di Sviluppo (ADB). Quasi 3000 persone sono confluite sulla
capitale rwandese che, per l’occasione, è stata tirata a lucido per
accogliere un avvenimento di portata continentale, confermandosi forse il
più importante centro di servizi e di turismo d'affari
dell’intero continente.Ha fatto gli onori di casa il presidente della Banca
Africana, il rwandese Donald
Kaberuka. Nell’occasione è stato presentato il Rapporto African Economic Outlook
2014, prodotto annualmente dalla Banca Africana di Sviluppo (AfDB),
dal Centro di Sviluppo dell'OCSE e dal Programma di sviluppo delle Nazioni
Unite (UNDP), che contiene tutti i dati delle diverse economie africane. Il
Rapporto di quest'anno dimostra che l'Africa ha resistito agli shock interni ed
esterni, ed è pronta a raggiungere tassi di crescita economica significativi.
La crescita del continente è prevista al 4,8 per cento nel 2014 e 5-6 per cento
nel 2015, livelli che non si vedevano dall’inizio della crisi economica globale
del 2009.
Gli
autori del Rapporto sostengono che la crescita economica dell'Africa è
trainata dalla domanda interna, dal miglioramento delle infrastrutture e
degli scambi continentali di manufatti. Il rapporto sostiene che una
partecipazione più efficace alle catene del valore regionali e globali –
realizzare cioè la gamma delle attività che portano un prodotto dal concepimento
alla consegna al consumatore - potrebbe servire come trampolino di lancio per
l'Africa. Per farlo, tuttavia, il continente ha bisogno di evitare di
rimanere bloccato in attività a basso valore aggiunto. Ad esempio, le
esportazioni dell'Africa verso il resto del mondo sono cresciute più
velocemente di quelle di qualsiasi altra regione nel 2012, ma restano dominate
dall’esportazione di materie prime e rappresentavano solo il 3,5 per cento
delle esportazioni mondiali di merci nel 2012. Per evitare questa trappola
è necessario investire in settori nuovi e più produttivi, costruendo
competenze, creando posti di lavoro e l'acquisizione di nuove tecnologie,
conoscenze e informazioni di mercato. Questi interventi richiedono buone
politiche pubbliche, così come imprenditori che siano disposti e in grado
di aiutare a raggiungere questi obiettivi.Il rapporto utilizza l'esempio del
Sud Africa, che ha raggiunto una svolta notevole nella sua industria
automobilistica eliminando gli ostacoli e fornendo incentivi per i produttori
di componenti e linee di montaggio. Esso mostra anche lo sviluppo
della catena del valore del comparto agroindustriale, in paesi come il Ghana,
Kenya ed Etiopia, dove ha contribuito alla crescita economica e alla
creazione di posti di lavoro. L'African Economic Outlook mostra che vi è stato
un notevole progresso nello sviluppo umano, con livelli di povertà più bassi,
l'aumento dei redditi e il miglioramento dei tassi di iscrizione alla scuola e
copertura sanitaria. Una sintesi del Rapporto, che consente anche un confronto fra
i principali indicatori economici-sociali fra i diversi paesi africani,
è consultabile cliccando qui.
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