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venerdì 3 gennaio 2014

All'estero molti capitali illeciti dei paesi in via di sviluppo, Rwanda compreso


Secondo il  rapporto Global Financial Integrity, rilasciato nelle scorse settimane, nel 2011 i paesi in via di sviluppo hanno visto defluire illecitamente  dai confini nazionali, per affluire negli accoglienti forzieri  delle banche internazionali, circa  946 miliardi di dollari Usa, con un incremento del 13,7% rispetto al 2010.Questi deflussi illeciti sono alimentati da capitali  provenienti dalla criminalità, dalla corruzione, dall'evasione fiscale e da altre attività illecite. Il rapporto GFI rileva altresì  che nel periodo 2002-2011, i paesi in via di sviluppo hanno perso complessivamente $ 5.900 miliardi d deflussi illeciti. Gli esborsi sono aumentati, nel decennio, ad un tasso medio del 10,2% all'anno, superando notevolmente la crescita del PIL.L'Africa sub-sahariana, secondo il rapporto,  ha subito la più grande perdita di capitali illeciti in percentuale al PIL, attestandosi attorno al 5,7% del PIL all'anno, contro il 4% a livello globale.Secondo il rapporto GFI, il Rwanda , con una media annua di $ 211 milioni nel decennio e un ammontare complessivo di $ 2.106 milioni, si colloca al 104 posto su 140 paesi presi in esame, peraltro con un trend in forte crescita che va dai $ 40 ml del 2002 ai $ 518 ml del 2011, pari al 3,83% del PIL stimato per lo stesso anno. Il dato conferma il contenuto livello di corruzione esistente nel paese.Nella zona fa peggio l’Uganda (68°) con $ 737 milioni di media ma con un trend in forte contrazione, nel 2011 si registravano, infatti, $ 307 milioni.La Tanzania registra rispettivamente una media di $ 444 e un deflusso per il 2011 di $ 817 milioni, mentre il Kenya, di cui non sono evidenziati i dati di diversi anni, registra un deflusso per il 2011 di $ 847 milioni.

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