L’odierno editoriale
de The Sunday Times celebra i 600 membri del 3 ° Battaglione dell'esercito
patriottico rwandese (RPA) che vent'anni fa, il 28 dicembre 1993, entrarono a Kigali nell’ambito degli accordi, sottoscritti tra il FPR e il governo in carica, il 4
agosto 1993 nella città tanzaniana di di Arusha; accordi che avrebbero dovuto
porre termine al conflitto in atto dall’ottobre 1990. I seicento uomini presero possesso
degli edifici ove attualmente ha sede il parlamento, al tempo conosciuti come CND, e lì rimasero fino alla primavera
del 1994. L’editoriale sottolinea come a venti anni da quella data si assista
al mancato riconoscimento "del coraggio e della determinazione" del 3 °
Battaglione la cui memoria rischia di andare smarrita, nel silenzio degli
storici locali che non hanno prodotto alcuno studio su quanto fatto da questi
combattenti. In effetti, il ruolo di questo consistente contingente militare
del FPR è scarsamente conosciuto; anche le ricostruzioni storiche
internazionali dell’eccidio del 1994 raramente ne fanno menzione. Lo stesso editoriale non va oltre un generico riferimento al "ruolo decisivo che il battaglione gioca nella conclusione del genocidio, nonostante fosse colpito da tutti i lati dall'esercito governativo (ex FAR)". Eppure sarebbe stato interessante conoscere quanti caduti avesse sofferto il contingente e, soprattutto, quante vite avesse messo in salvo.Infatti, seicento uomini, presumibilmente ben addestrati e sotto il comando di un ufficale capace come il col. Charles Kayonga, rappresentavano una variabile non certo insignificante nelle dinamiche dei fatti della primavera del 1994;
quindi, come auspicato dall’editorialista, sarebbe importante, per una completa ricostruzione storica, colmare questa
lacuna.
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