Alla luce delle ultime notizie provenienti
dal nord Kivu, riportate da tutte le agenzie internazionali, sarà bene che i
volontari stranieri, che si recano in Rwanda in questo periodo per le loro missioni umanitarie, evitino di inserire nel loro programma di viaggio, come spesso succede, una visita all’accogliente cittadina di Gisenji sul lago Kivu, per passarvi una giornata di riposo ristoratore dei gravosi impegni della missione.
Infatti, quello che sta
accadendo nelle ultime ore nella zona attorno a Goma, tra scambi di accuse tra
le parti in causa, non sembra lasciar presagire nulla di buono. Sembra di
assistere alla ricerca del
classico incidente per poter procedere ad iniziative militari, magari pianificate da tempo, addebitando le responsabilità all'altra parte in causa. Da una parte il Rwanda ha denunciato che ieri due colpi di artiglieria provenienti da zone controllate dall’esercito congolese FARDC e dalle forze Onu del Monusco sono state coscientemente indirizzate sul territorio rwandese in una zona del distretto di Rubavu- Gisenji, ha inoltre accusato apertamente le stesse FARDC di cooperrare con le milizie
del FDLR. Da parte congolese si accusa invece il Rwanda di continuare a
sostenere i ribelli del M23 con propri militari. E’ di domenica l’accusa che un
centinaio di militari rwandesi si siano infiltrati in territorio congolese
mimetizzati da donne ricoperte dagli avvolgenti abiti femminili congolesi. Al di là
di questi scambi d’accuse sta la concretezza della ripresa dei combattimenti che si sono
tenuti nel fine
settimana nei dintorni di Goma che hanno lasciato sul terreno un centinaio di
vittime.
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