“L’Anno della fede, indetto da Benedetto XVI per commemorare i 50 anni del Concilio Vaticano II, deve essere un’occasione per dimostrare la necessità della solidarietà nella fede”: sono le parole di mons. Luciano Russo, nunzio apostolico in Rwanda. Il presule è intervenuto all’Assemblea annuale della Caritas del Paese, presieduta da mons. Thaddé Ntihinyurwa. “C’è bisogno – ha detto mons. Russo – di una solidarietà nuova che vada al di là del semplice aiuto materiale: c’è bisogno di una solidarietà dello spirito”, perché “sebbene la dimensione caritativa e sociale sia un elemento fondamentale, è lo spirito di comunione che rappresenta un aspetto di notevole importanza per la missione della Chiesa”. Definendo, poi, la Caritas del Rwanda “un’istituzione meritevole”, il presule ha colto l’occasione per ringraziare tutti coloro che dedicano “il loro tempo, le loro energie, il loro zelo e le loro competenze professionali ad offrire risposte sempre più adeguate ai bisogni dei poveri, dei bisognosi e degli emarginati”. Quindi, mons. Russo ha evidenziato come “le opere caritative e sociali della Chiesa cattolica non consistono affatto in attività opzionali o marginali, bensì esse sono una dimensione fondamentale della sua missione”. Infine, il nunzio in Rwanda ha richiamato quanto scritto da Benedetto XVI nella sua prima enciclica, Deus Caritas est, ovvero che “l'intima natura della Chiesa si esprime in un triplice compito: annuncio della Parola di Dio, celebrazione dei Sacramenti, servizio della carità”, compiti che, come afferma il Papa, “si presuppongono a vicenda e non possono essere separati l'uno dall'altro”, perché “la carità non è per la Chiesa una specie di attività di assistenza sociale che si potrebbe anche lasciare ad altri, ma appartiene alla sua natura, è espressione irrinunciabile della sua stessa essenza”. (Radio vaticana)
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