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sabato 28 gennaio 2012

Più latte nella dieta rwandese

Mucche da latte a Nyinawimana
La forte diffusione  delle vacche da latte in sostituzione di quelle tradizionali, il cui apporto di latte era pressoché nullo, sta cambiando molti stili di vita della società rwnadese. Attualmente, il 31% del patrimonio zootecnico nazionale è rappresentato da queste nuove razze. A partire dal 2006 il governo ha favorito la sostituzione delle vacche tradizionali con nuove razze, avviando altresì il programma“Gir’inka”  che prevede l’assegnazione di una mucca a ogni famiglia, con l’impegno di chi  ha ricevuto una mucca di dare il secondo vitello  nato a un’altra famiglia  e così via fino ad arrivare a soddisfare tutte le 350.000 famiglie bisognose inserite nel programma. A fine del 2011, sarebbero 106.000 le famiglie povere che hanno già beneficiato di questo programma. Così oggi il possesso di una vacca da latte  comincia a diventare un’aspirazione per molte famiglie che vivono nelle campagne. A questo programma fa seguito l’impegno delle autorità a diffondere il consumo del latte, facendolo diventare un alimento di base, soprattutto nell’alimentazione infantile per combattere la malnutrizione.Il Ruanda produce, per ora,  poco più di  1,8 milioni di litri di latte al giorno, appena sufficiente per combattere la malnutrizione nazionale ma non ancora a un livello tale da poter far entrare il latte come componente dell’alimentazione anche degli adulti.La diffusione delle mucche da latte ha avuto come conseguenza  una diminuzione drastica del numero delle vacche destinate alla macellazione, provocando un significativo innalzamento del prezzo della carne, che nell’ultimo anno è passato da 1500 a 2000 Franchi rwandesi al kilo.Le famiglie che possiedono una vacca da latte, assorbite nella sua cura   abbandonano l’allevamento delle capre creando così ulteriori difficoltà sul mercato della carne a cui per ora non sopperisce l’allevamento dei maiali, la cui carne non entra tradizionalmente tra i consumi della  popolazione rwandese, così come il consumo della carne di pecora, poco diffus e  per tradizione riservata ai batwa. Per sopperire a queste carenze le autorità stanno cercando di introdurre nuove razze di capre e di conigli e a incentivare l’allevamento  dei maiali e regolamentarne la macellazione. Così in attesa che la carne, finora prerogativa delle mense cittadine, possa arrivare anche sulla tavola degli abitanti delle campagne, non solo nelle occasioni di festa, le autorità spingono sul consumo del latte e dei suoi derivati, favorendo anche la realizzazione di centri di raccolta e di lavorazione nelle campagne. 
 

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