La consumazione della carne di maiale comincia a prendere piede
in Rwanda. Nella capitale molti locali stanno costruendo il proprio successo
sulle grigliate di porco, particolarmente gradite dalla clientela. Si direbbe
che la grigliata di maiale cominci a far concorrenza alle tradizionali
brochettes di capra, piatto nazionale rwandese. In città la carne di maiale è più conveniente
rispetto a quella di mucca (FRW 3000, $
5 / kg alla griglia contro RWF 5000, più di $ 8) ed è anche apprezzata in
quanto più gustosa. Una recente inchiesta dell’agenzia Syfia rivela però come la catena di lavorazione della
carne, dalla macellazione alla distribuzione e alla conservazione, non sia
particolarmente presidiata dai servizi veterinari per cui è abbastanza normale
che si macellino maiali malati e che sui tavoli dei ristoranti arrivi della
carne a rischio, proveniente dalle campagne in forme non del tutto legittime e
scarsamente rispettose delle condizioni igieniche.
Il
successo della carne di maiale in Rwanda è un fenomeno abbastanza
recente; nel passato il maiale era scarsamente diffuso nelle campagne, dove si
privilegiava e tuttora si privilegia l’allevamento delle capre. Ora anche nei
villaggi si cominciano a incontrare, sempre più di frequente, famiglie che
possiedono un proprio maiale e qua e là si incontrano dei piccoli allevamenti.
Per quanto verificato in loco, bisogna però dire che le tecniche di allevamento
sono ancora migliorabili sia per le modalità di ricovero degli animali e, soprattutto,
per l’alimentazione. Ci è capitato di vedere maiali alimentati con pastoni a base di farina, lasciando
inutilizzati scarti di cucina come bucce di patate piuttosto che di banana o
avocado lasciati marcire al suolo piuttosto che essere dati ai maiali. Ci
rimane poi la curiosità di conoscere come avvenga la macellazione e la
consumazione; tenuto conto che, stante il clima locale, sarà difficile che si
possano produrre degli insaccati, vorremmo capire se anche in Rwanda del maiale
non si butta niente.
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