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sabato 17 settembre 2011

Dossier Rwanda di Jeune Afrique

In occasione del recente viaggio del presidente rwandese, Paul Kagame, a Parigi, il settimanale Jeune Afrique ha dedicaro al Rwanda un dossier ampio e articolato dal titolo impegnativo: Rwanda: a tout d'un grand. Si parte dalla presentazione del viaggio del Presidente, che il settimanale definisce con efficace simpatia come"cet adepte du développement autoritaire et de la démocratie surveillée" "questo adepto dello sviluppo autoritario e della democrazia sorvegliata", per passare in rassegna  tutto quanto fatto in questi tre lustri, trascorsi dalla guerra civile del 1994, per fare del Rwanda appunto un paese che " ha tutto d'un grande". Sono elencati i progressi conseguiti nei diversi campi sociali ed economici, i progetti in cantiere, ancora in attesa  di attuazione, ma che dovranno dare ulteriore slancio al giovane paese africano, sono presentate alcune storie di successo della rampante nuova classe media rwandese che sta facendo di Kigali la città che si candida ad essere il centro  del turismo congressuale del continente, senza disdegnare di  puntare molto sull'informatica e su internet  e quanto altro necessario per attrarre nuovi investimenti dall'estero che diano ulteriore slancio all'economia del paese.Il dossier non manca di sottolineare anche l'altra faccia del Rwanda, quello delle campagne, in cui la riduzione della povertà non procede con la medesima velocità che caratterizza il trend di sviluppo della capitale. Nel complesso  ci troviamo di fronte a un dossier che pur lodando  il modello rwandese, non manca di sottolinearne anche le criticità come la forte disuguaglianza nei redditi, "con più della metà della popolazione che vive con solo 0,43 dollari al giorno", che potrebbe "intralciare i progressi e ravvivare le tensioni sociali". Ombre che non dovrebbero però, a detta del settimanale, mascherare l'essenziale "dopo l'incubo degli anni novanta, il paese ha saputo rimettersi in piedi in un decennio, così bene che, per il futuro, tutti i sogni di grandezza gli sono permessi".  

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