Attualmente in Rwanda l’età per poter contrarre matrimonio legalmente è fissata a 21 anni, ma si sta pensando di abbassare tale limite a 18 anni, anche se l’ipotesi sta sollevando qualche discussione all’interno della società rwandese. Naturalmente il limite dei 21 anni non ha mai fermato l’amore di nessun giovane per cui, in particolare nei villaggi, è frequente incontrare mamme giovanissime alle prese con i propri figlioletti. Si tratta di ragazze madri, che continuano a vivere all’interno della famiglia d’origine, piuttosto che di ragazze che, lasciata la famiglia, vanno a vivere con il proprio ragazzo in una forma di concubinato. Più raramente queste giovani coppie, che non hanno l’età legale, possono ottenere una particolare dispensa, soprattutto quando la giovane si trova in stato interessante, facendo istanza al ministero della giustizia. Qualcuno, in un paese in cui l’anagrafe non ha ancora assunto strutture consolidate, più sbrigativamente si aggiunge qualche anno a quelli effettivi per convolare a nozze. L’ipotesi di abbassare l’attuale limite sta suscitando particolari reazioni, soprattutto tra le organizzazioni femminili che ritengono il limite proposto di diciotto anni troppo basso. A quella età, dicono le rappresentanti di queste organizzazioni, le ragazze dovrebbero innanzitutto pensare a studiare per costruirsi un futuro di indipendenza; l’abbassamento dell’età le spingerebbe ad abbandonare gli studi e a portarle al matrimonio comunque in uno stato di eccessiva dipendenza dal marito. Taluni genitori paventano invece il rischio di doversi fare carico del mantenimento anche dei nipotini di queste giovanissime coppie, non sempre in grado di provvedere economicamente al nuovo nucleo familiare. Ci sono poi le giovani neo spose che vogliono proseguire gli studi universitari, ma a fatica riescono a conciliare il ruolo di studentesse, di madri e mogli.
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