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martedì 15 marzo 2011

Essere donna in Rwanda tra vincoli e opportunità

Le donne rwandesi che sono riuscite a conquistare un posto di rilievo in ambito pubblico, tanto da essere maggioranza in una delle camere parlamentari, sono ancora scarsamente presenti  nel mondo degli affari e quasi totalmente assenti  nel commercio formale. Questo è quanto risulta da uno studio condotto su alcuni paesi del bacino del Nilo di cui ha dato notizia l'agenzia Syfia. Lo studio ha, per esempio, messo in evidenza la scarsissima presenza delle donne  nel settore del commercio transfrontaliero di derrate agricole come fagioli e mais, quando  sono soprattutto le donne che  curano la coltivazione dei campi. Le cause che impediscono alle donne di assumere iniziative commerciali  sono attribuite all’impegno nei lavori domestici, alla mancanza di conoscenza e di esperienza, alla carenza di garanzie  per ottenere prestiti e alla riluttanza dei coniugi  a concedere loro un’iniziativa autonoma. Eppure, secondo dati del  Ministero del Commercio, le donne rwandesi gestiscono il 58 % dei piccoli commerci informali e del piccolo artigianato. Non riescono però a fare il salto di qualità per tutti i motivi sopra richiamati e in particolare  perché non hanno sostanzialmente accesso al credito, a causa di una certa sfiducia che le banche nutrono verso le donne.
Comunque, secondo un altro studio  il Rwanda è il secondo paese africano dopo le Seychelles, tra quelli aderenti al Commonwealth, dove è un vantaggio nascere femmina. Infatti, il  Rwanda è stato posto al decimo posto della classifica tra i 54 Paesi del Commonwealth, avendo ottenuto i punteggi più alti, oltre che naturalmente per la partecipazione femminile alla politica, per tasso di fertilità delle ragazze di età compresa tra 15-19 anni e per il basso divario  retributivo in base al genere. Secondo il rapporto, le donne rwandesi hanno un'aspettativa di vita  media di 59 anni, tre anni in più rispetto agli uomini, mentre il numero delle  ragazze  sottopeso è leggermente inferiore a quello dei ragazzi.In termini di educazione, il rapporto dice che le ragazze trascorrono più di 10 anni nella scuola che, tuttavia, non garantisce una formazione adeguata, con tassi deludenti di alfabetizzazione.

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