Il vescovo di Byumba, Mons. Servilien Nzakamwita, parlando a margine di una conferenza sul dialogo nazionale che mette insieme due giorni all'anno in Rwanda le più alte autorità amministrative del paese, opinion leader, rappresentanti della società civile e della diaspora ruandese, ha proposto una riforma per l'insegnamento delle lingue nel sistema di istruzione in Rwanda, suggerendo l'introduzione della lingua nazionale Kinyarwanda accanto all’inglese.
"E 'una vera sfida, se alcuni studenti che terminano la scuola superiore non riescono ad assimilare al meglio la materia, non riuscendo a padroneggiare la lingua di insegnamento", ha detto Mons Nzakamwita, aggiungendo che "è sorprendente che in un paese come il Rwanda, la lingua nazionale, che è comunque conosciuta dalla maggioranza degli studenti non sia praticata come lingua di insegnamento, per consentire loro di assimilare meglio la materia".
Come noto le autorità di Kigali hanno fatto la scelta, definita strategica, di adottare l’inglese come lingua di lavoro e nel sistema educativo, soppiantando la lingua francese. La questione sollevata dal Vescovo di Byumba è un problema di non poco conto che ha già formato oggetto di molte discussione nell’intera Africa da parte di intellettuali e governanti. Tra l’altro, se altrove, la lingua della potenza coloniale poteva servire a dare un’unica lingua a paesi in cui proliferavano decine e decine di dialetti, nessuno in grado di affermarsi come lingua nazionale in quanto espressione di singoli gruppi etnici spesso in contrasto fra loro, non sembra questo il caso del Rwanda in cui la maggioranza della popolazione parla un’unica lingua il kinyarwanda. Per chi volesse approfondire i molteplici risvolti, culturali, storici e non solo, che una scelta come quella adottata in Rwanda può comportare, segnaliamo la sintesi di un seminario tenutosi sull’argomento presso l’Università di Siena, dal titolo appunto “Lingue e sistemi educativi nell’Africa sub-sahariana” (clicca qui). Interessante anche un nostro vecchio post riportante una riflessione sull'argomento dello storico africano Joseph Ki-Zerbo ( clicca qui ).
Sono d'accordissimo. Ho insegnato matematica per circa due mesi all'inizio del 2009 in una scuola secondaria a Musanze e fin dal primo giorno ho pensato che insegnare tutte le materie in inglese o in francese non aveva senso - sopra tutto visto il livello parlato nelle mie classi. Speriamo che le parole del vescovo di Byumba non rimangano inascoltate!
RispondiEliminaSaluti da Morbegno,
Augusto
Caro Augusto,
RispondiEliminagrazie della tua testimonianza maturata sul campo.
Sempre disponibili ad accogliere tuoi commenti e qualche ricordo della tua esperienza rwandese.