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giovedì 29 agosto 2024

Grazie U.S. Grosio

Le maglie juniores

Le maglie allievi
Due completi da calcio, in passato indossate dalla squadra allievi e da quella juniores dell'U.S. Grosio, sono stati inviati in Rwanda dall'Ass. Kwizera. Il completo per juniores è destinato a don Lucien Hakizimana, professore all'Università UTAB di Byumba, che lo assegnerà ad una squadra universitaria. L'altro completo è stato inviato a don Paolo Gahutu, parroco di Mulindi, che lo destinerà ad una squadra giovanile della sua parrocchia. L'odierno invio fa seguito ad uno precedente,  in cui un completo, sempre messo a disposizione dall'U.S. Grosio, era stato inviato ad una squadra amatoriale di Byumba. Restiamo in attesa di ricevere documentazione fotografica del loro utilizzo.

sabato 24 agosto 2024

Il Piano quinquennale del nuovo governo ruandese

 All’inizio del nuovo mandato quinquennale del presidente Paul Kagame, il governo ha approvato i punti qualificanti  della seconda strategia nazionale per la trasformazione (NST2), che guiderà le attività del governo nei prossimi 5 anni. Il nuovo Piano quinquennale si fonda su cinque priorità: creare posti di lavoro dignitosi e produttivi; incrementare le esportazioni; potenziare l'erogazione dei servizi pubblici; migliorare la qualità dell'istruzione; ridurre il ritardo della crescita e la malnutrizione. Il Piano si articola poi in specifici obiettivi.
OBIETTIVO 1: modernizzazione dell’agricoltura, con una previsione di crescita di oltre il 6% annuo, diventando più sostenibile e orientata al mercato.  E’ previsto un aumento della produttività di oltre il 50%, trainata da un'espansione dell'85% dei terreni irrigati, da un maggiore accesso a fertilizzanti e sementi, da razze animali migliorate e da un incremento della produzione interna di mangimi per animali. 
OBIETTIVO 2: Lavoro per tutti
Verranno creati fino a 1,25 milioni di posti di lavoro produttivi e dignitosi, pari a 250.000 nuovi posti di lavoro all'anno.
OBIETTIVO 3: Aperti al pubblico
Gli investimenti privati ​​raddoppieranno, passando da 2,2 miliardi di dollari nel 2023 a 4,6 miliardi di dollari entro il 2029.
I livelli delle esportazioni aumenteranno da 3,5 a 7,3 miliardi di dollari, alimentati da prodotti non tradizionali, dall'agroalimentare e dall'attività mineraria, incentrati sul valore aggiunto.
OBIETTIVO 4: Made in Rwanda
Il Rwanda diventerà un polo per prodotti locali di alta qualità che daranno impulso all'economia e creeranno posti di lavoro, grazie a significativi investimenti in agricoltura, produzione e servizi.
OBIETTIVO 5: porre solide basi per l’istruzione
Le iscrizioni alla scuola prescolare passeranno dal 35% al ​​65%, riaffermando l'impegno del Paese nel promuovere l'istruzione nella prima infanzia come fondamento per l'apprendimento permanente.
OBIETTIVO 6: Sviluppare una forza lavoro pronta per il mercato
Saranno istituiti centri di eccellenza TVET in 8 distretti, offrendo competenze altamente richieste in linea con le esigenze del mercato. Questi centri colmeranno il divario di competenze, fornendo ai ruandesi gli strumenti di cui hanno bisogno per assicurarsi un lavoro e guidare la crescita economica.
OBIETTIVO 7: Sviluppare competenze per il futuro
Saranno dotati di strumenti un milione di programmatori e 500.000 persone saranno formate in competenze ICT avanzate.
OBIETTIVO 8: Assistenza sanitaria di qualità per tutti
L'accesso a un'assistenza sanitaria di qualità sarà incrementato, quadruplicando il numero di operatori sanitari registrati e migliorando i servizi sanitari per madri, bambini e neonati.
OBIETTIVO 9: Intensificare la lotta alla malnutrizione
Saranno intensificati gli sforzi per combattere la malnutrizione, con l'obiettivo di dimezzare i tassi di ritardo della crescita dal 33% al 15%.
OBIETTIVO 10: Accesso universale all’acqua pulita e all’elettricità
Entro il 2029, ogni famiglia, scuola e struttura sanitaria in Rwanda avrà accesso ad acqua pulita, servizi igienici ed elettricità affidabile.
OBIETTIVO 11: Il Rwanda promuove #VisitRwanda
I ricavi del turismo quasi raddoppieranno, affermando il Paese come destinazione di eccellenza per meeting, incentive, conferenze ed esposizioni (MICE), nonché per importanti eventi sportivi.
OBIETTIVO 12: Nessuno escluso, un'unica identità digitale
Sarà introdotto un sistema di identificazione digitale unica, che rivoluzionerà l'accesso ai servizi governativi e renderà più semplice e veloce per i ruandesi interagire con le istituzioni pubbliche.
OBIETTIVO 13: Accesso universale all’e-government
Entro il 2029 tutti i servizi pubblici saranno completamente digitalizzati, migliorando l'erogazione dei servizi e la responsabilità.
OBIETTIVO 14: Abbracciare le partnership
La diplomazia economica e la cooperazione internazionale saranno rafforzate per garantire opportunità commerciali e di investimento e accrescere la visibilità del Rwanda a livello mondiale, favorendo una prosperità condivisa.

martedì 20 agosto 2024

Veramente un seggio permanente per l'Africa nel Consiglio di sicurezza ONU non ha senso?

Intervenendo oggi su La Nuova Bussola Quotidiana, la nota africanista Anna Bono sottopone ad una serrata critica la recente proposta del segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, di riconoscere all’Africa un seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza, ritenendola una proposta non realizzabile. Tale riconoscimento origina dal fatto, secondo il segretario ONU, che “Non possiamo accettare che il principale organismo mondiale per la pace e la sicurezza non abbia una voce permanente per un continente di oltre un miliardo di persone, né possiamo accettare che le opinioni dell’Africa siano sottovalutate sulle questioni di pace e sicurezza sia nel continente che nel resto del mondo". La dottoressa Bono contesta a Guterres di “aver scelto di farsi portavoce, come ormai succede quasi sempre, della narrazione che presenta un continente, l’Africa, come eterna vittima di torti che è ora di raddrizzare e di ingiustizie storiche che è tempo di sanare”. Passa quindi a criticare la proposta con motivazione che non ci paiono particolarmente convincenti. Scrive , infatti, “l’Unione Africana da tempo reclama non uno, ma due seggi permanenti per l’Africa e altri due non permanenti oltre ai tre attuali. Il presidente dell’Assemblea generale Onu, Dennis Francis, e altri funzionari Onu hanno accolto con favore le parole di Guterres e la sua proposta, senza fermarsi a riflettere sulle sue premesse e sulle sue conseguenze. Però, se parliamo di continenti, allora anche l’America del Sud non ha un seggio permanente e nemmeno l’Oceania. Ne ha uno l’Asia, ma i 47 stati asiatici è escluso che si ritengano adeguatamente rappresentati al Consiglio di Sicurezza perché il 48°, la Cina, ne è membro permanente. Quanto all’Africa, dando per certo che i suoi 54 paesi non riescano a concordare sull’individuazione di uno che li rappresenti tutti, la scelta potrebbe cadere sull’Unione Africana. Quindi anche l’Unione Europea potrebbe a sua volta reclamare un seggio permanente, cosa che Italia e Paesi Bassi in effetti avevano in passato suggerito.” L’esempio ci pare improprio perché tutti gli altri continenti hanno Paesi che anche singolarmente sono in grado di far valere il proprio peso politico nel consesso internazionale, cosa non riscontrabile tra i Paesi africani che da soli non sono in grado di dare voce ad un continente. L’esempio dell’Unione Europea è addirittura fuorviante: nel Consiglio di Sicurezza è già presente la Francia con diritto di veto, senza dimenticare la Gran Bretagna che pur uscita dall’UE fa pur sempre parte dell’Europa. Da ultimo la Bono paventa che “in questa fase storica caratterizzata da una rivolta contro l’Occidente resa più minacciosa dall’esistenza di un potente fronte interno antioccidentale, aumentare i seggi permanenti significa indebolire l’Occidente che già in Assemblea Generale fa sempre più fatica a difendere i suoi principi e le sue conquiste materiali e morali, dei quali tutto il mondo finora ha beneficiato.” Nel momento in cui l’Occidente sta perdendo terreno in Africa a favore di altri protagonisti, a partire dalla Cina e dalla Russia per arrivare alla Turchia ed ad altri Paesi asiatici, ci pare che ostacolare le aspirazioni dell’Unione Africana a far ingresso nel Consiglio di Sicurezza sia per l’Occidente un ulteriore autogol. Francamente non riusciamo a comprendere perchè l'afro-scetticismo che spesso connota gli interventi sull’Africa della dottoressa Bono si spinga fino al punto di negare all'Unione Africana questa possibilità che consentirebbe ad un intero continente di far arrivare la propria voce al resto del mondo. 

giovedì 1 agosto 2024

Rwanda conferma il primato mondiale di donne parlamentari

 Le recenti elezioni ruandesi hanno confermato il Rwanda come  il paese con il maggior numero di donne parlamentari al mondo, confermando un primato gia' sancito dal rapporto del 2021 intitolato "Donne in Parlamento", pubblicato dall'Unione interparlamentare.Le neo elette nella camera bassa del parlamento ruandese salgono al 63,8% degli eletti, rispetto al 61% della legislatura precedente.Degli 80 componenti della Camera le donne sono infatti 51: oltre alle 24 donne elette nei seggi riservati alle donne parlamentari (elette attraverso un sistema di collegi elettorali), sono state elette al parlamento altre 27 donne che si sono contese i 53 seggi rimanenti. Oltre al 63,8% dei seggi parlamentari del Paese occupati da donne, va ricordato che le donne sono significativamente rappresentate anche a livello di governo  con 13 posizioni ministeriali sulle 32 disponibili nell'attuale governo.