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lunedì 23 aprile 2018

Ass. Kwizera: 7.244 euro dal 5x1000 dell'anno 2016

Sono stati resi noti nei giorni scorsi dall'Agenzia delle Entrate gli elenchi dei beneficiari del 5x1000 riferito all'anno 2016. Le liste degli ammessi e degli esclusi, con gli importi attribuiti agli enti che hanno chiesto di accedere al beneficio, sono consultabili sul sito dell’Agenzia delle Entrate, cliccando qui.  In totale i beneficiari sono 48.966 enti facenti capo ai settori del  mondo del volontariato, con 40.742 enti,  alle associazioni sportive dilettantistiche (7.698),  agli enti impegnati nella ricerca scientifica (418) e  al settore della sanità (108). Presenti anche i Comuni (in tutto 8.096) ai quali, per il 2016, sono destinati 15,2 milioni di euro. Nel campo del volontariato la parte del leone la fanno Emergency, con 13,5 milioni di euro, seguita da Medici senza Frontiere, (scelta da quasi 279mila contribuenti) con un importo di oltre 11,4 milioni di euro.L'Associazione Kwizera onlus, nel suo piccolo, è stata scelta da 243 contribuenti che hanno permesso l'assegnazione di un importo complessivo di 7.244,81 euro, in leggera diminuzione rispetto a quello dell'anno precedente che ammontava a 7.605,14 euro.
Grazie a tutti coloro che hanno destinato il loro 5x1000 all'Ass. Kwizera.
All'approssimarsi delle prossime scadenze fiscali, rinnoviamo l'appello a firmare  anche per il  2018, ricordando a tutti i contribuenti la facoltà di destinare il 5x1000 delle proprie imposte semplicemente apponendo la propria firma nell'apposito spazio previsto sul moduli di denuncia dei redditi e inserendo il Codice Fiscale dell'Associazione 90006470463.
L'intero importo sarà investito in Rwanda in progetti seguiti dall'Associazione Kwizera, in particolare, come per l'anno passato, nel Progetto Amazi, che prevede la distribuzione di cisterne alle comunità di villaggio per la raccolta dell'acqua piovana.

sabato 21 aprile 2018

Abi, 75% immigrati in Italia ha un conto corrente. Ma in Rwanda sono già al mobile money

Tre stranieri residenti in Italia su quattro (75%), pari a oltre 2,7 milioni, sono titolari di un conto corrente e di questi quasi uno su tre 'accede' in banca tramite smartphone o tablet. E' quanto emerge dall'indagine dell'Osservatorio Nazionale sull'Inclusione Finanziaria dei migranti, progetto nato dalla collaborazione fra Abi e ministero dell'Interno e giunto al settimo anno di attività.L’enfasi con cui l’Abi ha dato la notizia sottintende una sottile venatura razzista, come se persone che vengono dall’Africa dovessere necessariamente essere degli analfabeti bancari e digitali.Se solo fossero stati a conoscenza del livello sofisticato dell’uso del denaro, anche in forma digitale, raggiunto in un paese come il Rwanda, forse la comunicazione sarebbe stata più misurata. Al proposito riportiamo il paragrafo dedicato al mobile money nel recente libro Aiutiamoli a casa loro.Il modello Rwanda di cui abbiamo ampiamente riferito in precedenti post.

Il mobile money
Dal 2013, le banche ruandesi vedono insidiate la loro attività tradizionale di trasferimento fondi, soprattutto nelle zone rurali, dalle piattaforme di mobile money predisposte dagli operatori telefonici MTN e Tigo. Oltre al trasferimento di denaro tra clienti e da un luogo all'altro del Paese, il mobile money consente anche il pagamento immediato delle bollette elettriche e dell'acqua, delle tasse scolastiche, fino al pagamento delle corse in mototaxi e dei parcheggi. Le banche, anche quelle che dispongono del servizio di mobile banking, si rendono conto dell'insidia portata al loro business e cercano quindi accordi di partnership con le aziende di telecomunicazioni per cercare di disinnescare una simile concorrenza. Secondo gli operatori di telefonia il servizio mobile money non deve essere visto come un concorrente delle banche, ma da catalizzatore per i servizi offerti dalle banche, nell'interesse dei consumatori ruandesi che potranno così beneficiare di una maggiore convergenza tra i servizi bancari tradizionali e la mobilità che la telefonia mobile offre. Per le banche si tratta di acquisire come clienti bancari gli utilizzatori esclusivi del mobile money. Un primo passo in tal senso è stato fatto dall'Airtel, il terzo operatore telefonico ruandese, che ha lanciato un servizio inter-switch che permetterà ai possessori di cellulari, attraverso una piattaforma mobile integrata, di accedere ai propri conti bancari 24 ore su 24, offrendo la possibilità di fare operazioni on line in tempo reale. A partire dal 2015, ai tradizionali pagamenti si è affiancato anche quello delle imposte di competenza. Il nuovo servizio va ad affiancare servizi già in essere che vedono, tra l'altro, la possibilità di presentare la dichiarazioni fiscale su base elettronica. I contribuenti possono pagare un minimo di Rwf 100 e un massimo di Rwf 2.000.000 (pari a circa 2.000 euro) su base giornaliera. Uno schema innovativo che favorirà l'utilizzo delle piattaforme di dichiarazione fiscale on line esistenti, consentendo soprattutto alle PMI di pagare istantaneamente le tasse tramite telefoni cellulari. Nello stesso 2015, MTN Rwanda ha siglato un accordo con Western Union, leader mondiale nel trasferimento di denaro al di fuori del canale bancario, per consentire ai ruandesi che vivono all'estero di inviare denaro direttamente ai telefoni cellulari dei loro parenti in Rwanda che già utilizzano il servizio di mobile money. Mentre l'app mobile di Ecobank consente ai clienti di inviare e ricevere pagamenti istantanei da e per 33 nazioni africane. A giugno 2017, con oltre 3,37 milioni di abbonati al servizio di mobile money e una diffusione capillare sul territorio di 83.550 concessionari, il servizio pagamenti elettronici sta letteralmente esplodendo. Gli utenti di mobile banking registrati sono aumentati a 1.041.430 (più 20% su giugno 2016). In un anno i pagamenti in forma elettronica di diversi servizi pubblici (tasse scolastiche, acqua e luce, assicurazioni), il Payments to Government (P2G), sono cresciuti del 355%, da 71.655 di giugno 2016 a 326.210 transazioni a giugno 2017 (in volume) e del 315% in valore, (da Rwf 492 milioni nel giugno 2016 a Rwf 2 miliardi- 2 milioni di euro circa a giugno 2017). La percentuale delle transazioni elettroniche di pagamento al dettaglio sul PIL è aumentato dallo 0,3% nel 2011 al 21,6% a fine dicembre 2016.

martedì 17 aprile 2018

Parte da Kisaro il nuovo Progetto Mikan Baby per ragazze madri

Don Lucien introduce la riunione 
Con la prima riunione del gruppo pilota della parrocchia di Kisaro, ha preso il via  il Progetto Mikan Baby.Come riferito in un precedente post, dopo il raggiungimento dell'obiettivo di 5.000 capre distribuite ad altrettante famiglie ed il trasferimento della gestione diretta del progetto dall’Associaziane Kwizera a quella della diocesi, nella persona dell’incaricato della pastorale familiare diocesana, don Isidoro, si era deciso di mettere in campo una nuova iniziativa rivolta alla giovani ragazze madri, che numerose, nei villaggi,  vivono situazioni di disagio ed emarginazione all’interno della comunità parrocchiali. Per l'avvio del gruppo pilota si è individuata la parrocchia di Kisaro, di recente costituzione, che  attraverso la pastorale giovanile si è impegnata nell'accompagnamento di queste ragazze madri, spesso totalmente abbandonate a se stesse, per aiutarle a creare piccole attività generatrici di reddito, come è accaduto con il vecchio progetto di cui abbiamo riferito in questo post. E' così che nella giornata di lunedì, nella chiesa della parrocchia di Kisaro si sono date appuntamento le prime 50 ragazze, ce ne sono circa 200 in tutta la parrocchia, che daranno vita ai primi due fruppi da 25, che fungeranno da gruppo pilota per il nuovo progetto. Il parrocco, don Lucien, ha illustrato le finalità del progetto, mentre l'agronomo Jean Claude ha fornito le prime informazioni sull'allevamento delle capre e il vicario parrocchiale ha spiegato le potenzialità, anche economiche, che il progetto può avere nella vita delle giovani. Tutte le informazioni sono raccolte in un apposito manualetto che viene reso disponibile, così come per il passato, ad agni partecipante al progetto. A questo punto saranno rese disponibili le prime 25 capre che saranno sorteggiate alle prime 25 ragazze, mentre le rimanenti 25  rimarranno in attesa dei primi neonati del primo gruppo, con il compito di vigilare affinchè l'assegnataria della capra adempia correttamente a tutte le incombenze richieste dal Progetto, riferendo al responsabile del gruppo circa eventuali inadempimenti. Regolari rapporti saranno poi trasmessi al responsabile del Progetto che, a sua volta, vigilerà attraverso visite periodiche che tutto proceda per il meglio. Ricordiamo che, diversamente da quanto previsto nel vecchio Progetto Mikan, i capretti nati in più rispetto ai venticinque necessari per soddisfare il secondo gruppo saranno lasciati in gestione al gruppo originario, che potrà così dare vita a un piccolo esperimento cooperativistico.

domenica 8 aprile 2018

La scomparsa di don Giancarlo Bucchianeri per 25 anni missionario in Rwanda


E’ venuto a mancare sabato 
Don Giancarlo Bucchianeri
mattina all’ospedale San Luca di Lucca don Giancarlo Bucchianeri. Aveva 72 anni e da tempo soffriva di gravi insufficienze renali che lo costringevano a lunghe sedute di dialisi. Di Don Giancarlo, per oltre 25 anni missionario in Rwanda presso le parrocchie di Nyarurema e di Rukomo come fidei donum della diocesi di Lucca, abbiamo vivo il ricordo di un incontro
  nel giugno del 2008 in cui l’amabile conversazione intercorsa ci consegnò  un'affascinante carrellata di esperienze, di approfondimenti di certi passaggi storici sconosciuti, anche lontani nel tempo, di approfondite analisi di taluni aspetti della cultura rwandese. Un vissuto quello di Don Giancarlo che sarebbe veramente un peccato perdere: confidiamo che qualcuno possa raccogliere suoi scritti e ricordi che possano trasmetterci parte di quel tesoro. Di lui rimane comunque una lettera-denuncia, agli atti del Tribunale penale internazionale per il Rwanda-TIPR, datata 10 febbraio 1992 nel pieno della guerra civile rwandese, in cui unitamente ad altri quattordici sacerdoti, operanti nelle parrocchie di Nyagahanga, Nyarurema, Rukomo e Rushaki, costituenti il decanato del Mutara, lanciò un appello a favore della popolazione vittima della guerra.La testimonianza, dall'indubbia valenza storica,  fornisce un drammatico spaccato della situazione venutasi a creare  tra gli abitanti della zona a seguito dell'acuirsi dello scontro tra i ribelli provenienti dall'Uganda, inquadrati nelle milizie dell'APR-Armata Patriottica Rwandese espressione del FPR-Fronte Patriottico Rwandese,  e l'esercito.  

venerdì 6 aprile 2018

Ruandesi residenti in Italia: quanti sono e dove risiedono

Ecco un dato statistico interessante sulla presenza di ruandesi regolarmente residenti in Italia.
Andamento Annuale
AnnoResidenti in Italia%MaschiNumero ComuniVar. Anno Prec.
200651651,9%186
200752451,5%1901,6%
200853451,9%2011,9%
200951752,4%197-3,2%
201054151,6%2184,6%
201141248,8%174-23,8%
201245548,4%19510,4%
201352245,0%20014,7%
201441544,1%156-20,5%
201547045,7%18613,3%
Distribuzione per Regione (2015)
RegioneResidenti%Totale%MaschiVar. Anno Prec.Comuni
Abruzzo132,8%38,5%0,0%8
Basilicata30,6%0,0%-66,7%3
Calabria71,5%57,1%-22,2%4
Campania173,6%52,9%0,0%7
Emilia-Romagna286,0%46,4%-6,7%12
Friuli-Venezia Giulia112,3%54,5%22,2%3
Lazio13929,6%51,8%0,7%17
Liguria153,2%40,0%0,0%7
Lombardia8618,3%53,5%244,0%44
Marche61,3%0,0%50,0%2
Molise30,6%33,3%0,0%3
Piemonte204,3%45,0%-37,5%11
Puglia418,7%14,6%7,9%17
Sardegna30,6%66,7%0,0%3
Sicilia122,6%25,0%-7,7%7
Toscana245,1%45,8%-38,5%14
Trentino-Alto Adige20,4%100,0%2
Umbria122,6%41,7%33,3%7
Veneto286,0%53,6%211,1%15
Comuni con la presenza maggiore di ruandesi (2015)
PosComuneResidenti%MaschiVar. Anno Prec.
1Roma10549,5%6,1%
2Milano1861,1%
3Udine944,4%28,6%
4Parma966,7%50,0%
5Lucca862,5%14,3%
6Sestri Levante80,0%0,0%
7Latina757,1%75,0%
8San Cesario di Lecce70,0%0,0%
9Lecce60,0%100,0%
10San Marco in Lamis60,0%0,0%
11Bellante650,0%0,0%
12Bergamo683,3%
13Ceppaloni560,0%-16,7%
14Matelica50,0%66,7%
15Verona560,0%
16Perugia560,0%0,0%
17Anguillara Sabazia540,0%-16,7%
18Napoli560,0%0,0%
19Torino450,0%0,0%
20Trezzo sull'Adda475,0%

domenica 1 aprile 2018

Anche i congolesi, come Dio, alla sera vanno in Rwanda a dormire

Lago Kivu a Gisenyi
Un vecchio proverbio ruandese dice che "anche se passa le sue giornate altrove, Dio ritorna ogni notte in Rwanda". E' quello che capita anche a molte congolesi, secondo un  interessante corrispondenza di  France 24 dal nord Kivu nella Repubblica democratica del Congo che dà conto di una piccola ma straordinaria migrazione che vede sempre più  congolesi benestanti trasferirsi a  vivere nelle città ruandesi, magari anche solo per dormirvi, che si trovano appena oltre il confine: Gisenyi e Kamembe, rispettivamente sulla punta settentrionale e meridionale del Lago Kivu. Sono attratti dalla stabilità e dalla sicurezza, oltre che da un più alto  tenore di vita che le città ruandesi garantiscono rispetto alle città congolesi di Goma e Bukavu. Tra le testimonianze raccolte dai corrispondenti Samir Tounsi e Ricky Ombeni,  c’è quella di Adrien, un dipendente di 28 anni di  una ONG, che ha affittato una casa a Gisenyi per 80 dollari (65 euro) al mese per quasi un anno, circa la metà di ciò che avrebbe pagato nella sua città natale, Goma.Ogni giorno torna a Goma, una questione di pochi chilometri, per lavorare e vedere famiglia e amici."Lo faccio principalmente per accedere a certe cose di base, come l'acqua e l'elettricità: a Gisenyi non ci sono praticamente interruzioni di corrente, mentre a Goma accadono ogni giorno - a volte si può rimanere un'intera settimana senza elettricità", ha detto Adrien.