La cernita |
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martedì 31 gennaio 2017
Visita ai batwa di Kibali nel giorno della raccolta delle patate
domenica 29 gennaio 2017
La primavera vocazionale delle clarisse di Kamonyi, guidate da una badessa italiana
Mentre
moltissimi monasteri di clausura italiani si devono misurare con il continuo calo
delle vocazioni, tanto che le comunità monastiche sono composte, in prevalenza,
da suore di età piuttosto avanzata, qui in Rwanda è un fiorire di vocazioni
monastiche tra le giovani rwandesi. Ne abbiamo avuto conferma visitando il Monastero
delle Clarisse di Kamonyi, a pochi kilometri da Kigali sulla strada per Butare,
dove ci siamo recati per ritirare un piviale confezionato nella sartoria
liturgica conventuale. Con grande sorpresa abbiamo saputo dalla suora rwandese
che ci ha fatto la consegna, che la loro madre badessa era italiana e ben
volentieri avrebbe scambiato qualche parole con noi.
Di li a poco si è
presentata dietro la grata, per la verità a riquadri molto ampi, una sorridente
suora dall’aspetto e dalle movenze che
ne denotavano una certa giovanile energia nonostante un’apparente età oltre la
cinquantina: è suor Chiara Giuseppina Garbugli, originaria di Urbino. Ci
racconta della sua esperienza rwandese non prima di essersi informata sulla
situazione delle aree terremotate; in convento le notizie che arrivano, non
essendoci né radio né televisione, sono
solo quelle portate dai fedeli o dal
sacerdote che quotidianamente celebra la santa messa. Suor Giuseppina è da
oltre trenta anni in Rwanda, da quando agli inizi degli anni ottanta fu inviata
qui dalla sua comunità di Assisi, unitamente a una consorella, suor Miriam, per dar vita a una comunità di clarisse, che a
partire dall’agosto 1985 prende possesso
del bel monastero di Kamonyi . Oltre trenta anni lontano dall’Italia, salvo un
unico ritorno nel 1994, all’indomani della guerra civile che la
costrinse ad una precipitosa fuga, salvo poi tornare, dopo un paio
d’anni, per riavviare il convento che, pur saccheggiato di tutto quanto
era asportabile, era stato risparmiato
almeno nelle sue strutture dalle distruzioni della guerra. Grazie all’aiuto di
tanti benefattori, primo fra tutti papà Lino, il
bresciano Lino Corti che per anni trascorse qui diversi mesi all’anno a
prestare la sua opera di manutentore universale, suor Giuseppina è riuscita a a riavviare il convento riunendo la comunità dispersa dalla guerra. Da lì si riaperta una nuova stagione di fruttuosa
semina se oggi sono ben 45 le suore presenti in
convento. Non sono le uniche vocazioni nate in questi anni, perché man mano che
la comunità cresceva, veniva data vita ad un’altra comunità dapprima in Rwanda
e poi una nel Burkina Faso, che con il tempo si sono date una articolazione
autonoma. Una nuova comunità sarà presto attiva a Nyinawimana, su una delle
colline rwandesi che i nostri lettori ben conoscono per gli interventi che lì
sono stati fatti dall’Ass. Kwizera.Ben 7 sorelle sono state invece inviate in
Italia, al seguito della consorella delle origini, suor Miriam, che presiede una comunità monastica con altrettante
consorelle italiane, a Matelica nelle Marche in un convento voluto a suo tempo
da un cittadino matelicano illustre, il
fondatore dell’ENI Enrico Mattei.
Suor Giuseppina a Nyinawimana |
mercoledì 25 gennaio 2017
Parte la Missione 2017 dell'ass. Kwizera in Rwanda
Parte domani giovedì 26 gennaio la Missione 2017 dell’Associazione
Kwizera onlus verso il Rwanda, dove l’associazione opera da
15 anni a favore delle popolazioni locali. Per quindici giorni, il rientro è previsto il 10 febbraio, saranno valutati
sul campo i diversi programmi in corso nelle diverse parrocchie della diocesi
di Byumba; a tal fine si incontreranno i referenti locali, mentre lunedì trenta a Byumba è programmata una riunione con tutti i parroci della diocesi. In particolare sono già fissati alcuni appuntamenti come quello del 2 febbraio a Kiruri, dove verrà inaugurata una sala polivalente del locale campus scolastico, un sopralluogo al villaggio dei batwa di Kibali, l'inaugurazione a Nyagatare di un piccolo allevamento di capre promosso dalla locale parrocchia, la consueta visita all'asilo Carlin di Kagera e la tradizionale santa messa alla chiesa di Bugarama.
Pur rinnovandosi anno dopo anno, l’impegno di Kwizera rimane
fermo a quella scelta iniziale di portare l’aiuto, nella misura consentitaci
dalla generosità di tanti amici e benefattori, là dove queste persone bisognose
vivono. Come ricordato nella controcopertina del calendario Kwizera 2017, tale scelta trae ispirazione dal costante magistero
pontificio: quello di Benedetto XVI quando, nel Messaggio per la giornata
mondiale del migrante e del rifugiato del 2013, scrive che “prima ancora
che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a
essere in condizione di rimanere nella propria terra, ripetendo con il
santo Giovanni Paolo II che «diritto primario dell’uomo è di vivere
nella propria patria: diritto che però diventa effettivo solo se si tengono
costantemente sotto controllo i fattori che spingono all’emigrazione» e di
papa Francesco, quando, nello stesso Messaggio del 2016, chiede che
milioni di africani possano “vivere con dignità, anzitutto esercitando il
diritto a non emigrare per contribuire allo sviluppo del loro Paese ".
Soprattutto, andare in Africa significa raccogliere l’appello
dei vescovi africani quando esortano la loro gioventù a non
lasciarsi attrarre dalle sirene di un inesistente posto di lavoro in occidente,
ma ad impegnarsi nei rispettivi paesi per il futuro del continente.
Per l’Associazione Kwizera, “Aiutiamoli a casa loro”, lungi
dall’essere un abusato e strumentale slogan propagandistico, significa dare
concretezza a questi auspici, rispondendo innanzitutto a un principio di equità
e secondariamente a un efficace utilizzo delle scarse risorse finanziarie
disponibili.
Compatibilmente con i collegamenti internet, confidiamo di poter aggiornare il blog sugli sviluppi della missione. Per seguire la Missione 2017 clicca qui.
sabato 21 gennaio 2017
A Kigali sarà multato chi acquista da venditori ambulanti irregolari
La
municipalità di Kigali si appresta a rendere esecutivo una
disposizione che prevede di multare le persone che acquistano merci da
venditori ambulanti.
Alla luce di
una disposizione della legge del maggio 2015 sul commercio illegale si prevede
una multa di 12 dollari per i trasgressori, venditori e acquirenti. Fino ad
oggi erano puniti i soli venditori; da qui in avanti al venditore sarà
confiscata anche la merce.
Le autorità
municipali sostengono che il commercio di strada senza regole mina lo sviluppo
del business, la salute e la sicurezza e la crescita economica del paese. Per
questo i venditori ambulanti sono chiamati ad associarsi in cooperative per sviluppare
le loro attività in maniera regolare con il conseguente versamento delle tasse
sui loro commerci.
sabato 14 gennaio 2017
Immigrati, quelle dimenticanze del segretario della CEI
Proponiamo
l'approfondimento video settimanale di Riccardo Cascioli, direttore
del quotidiano cattolico on line, La Bussola quotidiana, sul problema
dei migranti anche alla luce di recenti annunci governativi circa
l'assunzione di provvedimenti per coniugare accoglienza degli aventi
diritto e rimpatrio per tutti gli altri. A tali annunci ha fatto seguito un
intervento del segretario della CEI, monsignor Nunzio Galantino, in cui
viene delineata la linea della Conferenza episcopale
italiana sul tema immigrati. Opinioni e giudizi su cui Cascioli interviene
sottolineando due aspetti non secondari: il danno che queste migrazioni provocano
anche ai paesi d'origine come più volte sottolineato anche dai vescovi africani e, soprattutto, il vero compito che la Chiesa ha anche nell'accoglienza degli immigrati: annunciare Cristo.
venerdì 13 gennaio 2017
Firmato accordo tra Carabinieri e Polizia rwandese
Il generale Gasana sottoscrive il protocollo d'intesa |
E' stato sottoscritto ieri a Roma, presso il comando generale dell’Arma dei Carabinieri, dall comandante generale Tullio Del Sette e dall’ispettore generale della polizia
nazionale del Rwanda Emmanuel K.Gasana un protocollo
d’intesa finalizzato a incrementare la collaborazione tra la polizia nazionale
del Rwanda e i carabinieri nel campo dell’addestramento. L’accordo è inoltre
finalizzato a stabilire un quadro globale di cooperazione in relazione ai
compiti istituzionali delle due polizie, con particolare riferimento alle
operazioni di supporto della pace, al contrasto dei crimini ambientali, al
contrasto al terrorismo, alla sicurezza stradale, alla gestione dell’ordine
pubblico.
Il protocollo rappresenta il primo sviluppo del
meeting che si è svolto a Kampala il 1 novembre 2016 tra il comandante generale
dei carabinieri e l’Organizzazione per
la Cooperazione dei Capi delle Polizie dell’Africa dell’Est, consesso
attualmente presieduto dal generale Gasana. L’accordo è anche il primo
sottoscritto tra l’Italia e il Rwanda nel campo della Difesa e della Sicurezza.
mercoledì 11 gennaio 2017
Da Nyagahanga rinnovato impegno di Stato e Chiesa a favore della famiglia
Famiglie del Progetto Mikan si scambiano una capra |
lunedì 9 gennaio 2017
Rientrata oggi in Rwanda la salma di Kigeli V
E' rientrata oggi in Rwanda la salma dell'ultimo re rwandese, Kigeli V, morto il 16 ottobre scorso negli Usa, dove viveva dal 1992. Non si conosce ancora il luogo in cui verrà sepolto, anche se molto probabilmente sarà scelta l'antica città reale di Nyanza. Per conoscere la sua lunga storia, a partire dal momento in cui lasciò il Rwanda il 2 ottobre del 1961, si può leggere questo nostro post del 20 ottobre scorso (clicca qui), pubblicato in occasione dell'annuncio della sua morte.
sabato 7 gennaio 2017
A Nyagahanga, Vescovo e Ministro festeggiano la famiglia
Mons. Servilien e il parroco accolgono il ministro |
Progetto Mikan: la consegna delle capre a un nuovo gruppo |
L'intervento del ministro, signora Esperance Nyirasafari |
Qui di seguito è possibile vedere i tweet apparsi sul sito del Ministero del Gender e della Famiglia a corredo della giornata di Nyagahanga.