I circa 160.000 rifugiati presenti nei campi profughi operativi in Rwanda al posto delle razioni giornaliere di cibo riceveranno il corrispettivo in denaro, accreditato su una smart card. E' il nuovo modello di assistenza introdotto dal governo
rwandese, in accordo con l’agenzia per i rifugiati dell’Onu-UNHCR e l’altra
organizzazione onusiana PAM-Programma alimentare mondiale.
La distribuzione delle smart card (The New Times) |
Inizialmente l’importo
accreditato mensilmente sarà pari a Rwf 6.200, circa 7 euro; ricordiamo al
riguardo che il salario mensile di un operaio agricolo si aggira attorno a una
cifra che non supera i 1.000 Frw al giorno, mentre una raccoglitrice di the ne
guadagna anche solo 500. L’esperimento è partito dai campi profughi di Gihembe, Kigeme e Nyabiheke, che ospitano i
rifugiati dalla Repubblica democratica del Congo, e presto sarà introdotto anche
negli altri tre campi presenti in Rwanda, tra cui quello di Mahama che ospita i
rifugiati burundesi. Complessivamente i sei campi ospitano circa 160.000
rifugiati: fin dal lontano 1996, i campi di Gihembe e Nyabiheke ospitano profughi
congolesi, in gran parte di etnia banyamulenge, provenienti dalla regione del
nord Kiwu da cui si sono allontanati per sfuggire ai vari momenti di guerra che
si sono succeduti, nella seconda metà degli anni novanta, nella regione dei
Grandi Laghi.Secondo Seraphine
Mukantabana, Ministro per la Gestione dei Disastri e per gli affari dei rifugiati
(Midmar), presente nei giorni scorsi alla cerimonia di distribuzione delle smart card nel campo di Nyabiheke, il provvedimento di dare direttamente il denaro per il cibo ai
profughi, ma in futuro sulla carta potranno essere caricati anche i contributi
di altri benefattori e i soldi necessari per la biancheria e utensili vari, permette loro di scegliere cosa mangiare ed
eventualmente di risparmiare del denaro per intraprendere qualche piccola
iniziativa in proprio. "Il nostro obiettivo è quello di avere tutti i
rifugiati autosufficienti, perché la dipendenza dagli aiuti degrada
l'umanità", ha detto Mukantabana. Analogamente, il
rappresentante dell’UNHCR in Rwanda, Azam Seber, presente all’evento, ha ricordato
ai rifugiati che gli aiuti dell’organizzazione saranno
erogati sotto forma di denaro e “ quando
vi diamo soldi per l'acquisto di
qualcosa che avete già, è possibile scegliere di risparmiare quei soldi,
mettendoli a frutto in qualche iniziativa ". L’introduzione della smart
card sembra aver incontrato il favore dei rifugiati che, per bocca di un loro
rappresentante, hanno sottolineato come l’iniziativa li faccia sentire come gli altri cittadini del paese ospite.
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