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mercoledì 30 marzo 2016

Scarsità di prodotto e prezzi alti frenano il miele rwandese sul mercato europeo

Le 3.750 tonnellate di miele annualmente prodotte in Rwanda, secondo i dati forniti dalla locale federazione delle cooperative di apicoltori, non sono sufficienti a soddisfare la domanda del mercato europeo dove, dal giugno 2014, il miele rwandese  può essere esportato in forza dei suoi buoni standards qualitativi. Oltre ai limiti quantitativi, sarebbe richiesta una produzione di almeno 5000 tonnellate, il miele rwandese sconta anche una forte stagionalità, essendo la produzione concentrata nei mesi di luglio, agosto e settembre, che mal si concilia con la domanda europea che richiederebbe un approvvigionamento continuativo in corso d’anno. Il miele rwandese è altresì penalizzato dalla forte concorrenza dei mieli di provenienza asiatica, cinese e sud vietnamita, che arrivano sul mercato europeo a un prezzo che si aggira attorno ai $ 4 al chilogrammo, la metà dei 9 dollari al Kg, il prezzo a cui il miele rwandese arriva sul mercato europeo. Un chilogrammo di miele sul mercato interno rwandese  costa tra i Rwf 2.100 e Rwf 2.600,  pari a 2,8 dollari - 3,45 dollari circa, a cui va aggiunto un costo di trasporto verso il mercato europeo che si aggira attorno a 2,5 dollari al kg.
 Attualmente  sono circa 35.000 gli apicoltori del paese, con circa 90.000 alveari moderni e 200.000 alveari tradizionali. Per arrivare a sfruttare appieno le potenzialità del mercato europeo, la produzione rwandese dovrebbe incrementarsi per arrivare ad almeno 7000 tonnellate entro il 2017. Le autorità ipotizzano un aumento degli alveari moderni fino a 322.000 entro il 2020, una diminuzione dei prezzi unitari  da  Rwf 100.000 per gli alveari d’importazione  a circa Rwf 35.000   per quelli realizzati localmente, con un conseguente miglioramento della redditività complessiva del settore, tenuto conto che un alveare tradizionale produce circa otto chili di miele ogni anno, mentre  i moderni sono in grado di produrre fino a 40 chilogrammi all'anno. La crescita del comparto passa attraverso anche investimenti in loco e adeguati programmi formativi che coprano tutte le fase del processo produttivo e la successiva commercializzazione.

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