Sono ormai quasi
17.000, secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati
(UNHCR), i burundesi accolti in Rwanda. Fuggono dal loro paese per paura che la
situazione precipiti, sull’onda delle violenze innescatesi alla vigilia delle
elezioni presidenziali che vedono il presidente uscente, Pierre Nkurunziza,
riproporre la propria candidatura per un
terzo mandato, che non sarebbe consentito dalle vigenti norme costituzionali. Alle
violenze provocate dai membri della Lega giovanile del partito di
governo – Imbonerakure hanno fatto da contrappeso, negli ultimi giorni,
manifestazioni popolari contro la candidatura presidenziale, contro la quale
si è espressa anche la Conferenza
episcopale burundese. Nella giornata di domenica una manifestazione, tenutasi nella capitale Bujumbura, è stata duramente repressa da parte delle
forze dell’ordine burundesi; secondo quanto riferito da un portavoce della locale
Croce Rossa, ci sarebbero state almeno sei morti tra i manifestanti.
Altro fronte caldo
è quello del Nord Kivu. Negli ultimi giorni le autorità congolesi hanno
denunciato lo sconfinamento in territorio congolese di diversi soldati rwandesi,
con un improvviso aumento della tensione nella delicatissima linea di confine
dove focolai di guerra non sono mai stati veramente spenti, nonostante il
dispiegamento del Monusco, il più grande contingente di forze dell’ONU, forte
di circa 20.000 uomini. I rapporti tra il Congo e il Rwanda sono tesi ormai da tempo. La RDC è
stata invasa dalle truppe rwandesi nel corso delle due guerre del Congo
(1996-1997 e 1998-2003), e, successivamente Kigali, appellandosi sempre alla
presenza in loco delle milizie delle Forze Democratiche per la Liberazione del
Rwanda- FDLR, i profughi hutu accusati d’essere gli autori degli eccidi del
1994, ha sostenuto diverse milizie tutsi
congolesi attive negli ultimi anni nel Nord Kivu, la cui manifestazione più
recente è stato il Movimento 23 marzo (M23), sconfitto militarmente nel
novembre 2013 dal Monusco e dall’esercito congolese, ma, secondo recenti rumors,
in fase di ricostituzione in Uganda sotto altre sigle.Il Nord Kivu, con il suo
enorme patrimonio di materie prime, non ha mai cessato di alimentare gli
appetiti delle autorità rwandesi che sullo sfruttamento commerciale dei
minerali congolesi hanno costruito parte dello sviluppo economico del paese.
Nessun commento:
Posta un commento