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venerdì 21 febbraio 2014

Assegnate le prime borse di studio del Progetto JMV

I giovani assegnatari delle borse di studio
Il Progetto JMV ( Jeunes en Marche ver la Vie- giovani in marcia verso la vita, un acronimo che vuole ricordare anche il nome del santo curato d’Ars, Jean Marie Viannay) promosso dall'Associazione Kwizera che prevede l'assegnazione di dieci borse di studio ai giovani del Petit Seminaire di Rwesero ha avuto la sua prima concretizzazione giovedì. Dopo la recita delle lodi mattutine, sono stati, infatti, comunicati  da parte del rettore abbé Paul Gahutu, presente il rappresentante di Kwizera, i nominativi dei primi assegnatari delle borse di studio di un importo annuo cadauna di 250.000 Frw, circa l'importo del costo annuo della frequenza. Per questo primo anno, il Progetto JMV ha beneficiato del sostegno della Parrocchia di Grosio (So) che ha contribuito per un terzo della somma stanziata dall'Associazione Kwizera.  In questa edizione sono state assegnate solo otto borse di studio, perchè tanti erano i candidati aventi i requisiti richiesti. L'importo residuo, rispetto a quello stanziato dall'Associazione Kwizera, che ricordiamolo è di dieci borse di studio, sarà trasformato in buoni di studio da 50.000 Frw e assegnato a dieci studenti bisognosi. Come noto al Petit Seminaire accedono ragazzi che aspirano al sacerdozio ma anche ragazzi desiderosi di frequentare una scuola cattolica, che fornisca una preparazione di livello in un ambiente sicuro, per poi accedere all’università ed entrare nel mondo del lavoro e delle professioni (leggi precedente post sul futuro dei Petits Seminaires). 

martedì 18 febbraio 2014

Un grave stop nel processo d'integrazione della comunità batwa di Kibali

Dal Rwanda arrivavano notizie sempre più preoccupanti circa il continuo deteriorarsi delle  situazione presso la comunità batwa di Kibali. Si parlava di case abbandonate e distrutte, di campi incolti, prima ancora di partire giravano confuse notizie di fatti di sangue. Purtroppo il sopralluogo effettuato unitamente al direttore della Caritas diocesana,l’abbé Emmanuel, non ha fatto che confermare i resoconti che ci erano stati fatti. I campi, coltivati fino alla scorsa stagione agricola, si presentavano per la gran parte della superficie abbandonati e incolti.  Molte delle piccole costruzioni destinate ai servizi risultavano distrutte o gravemente degradate, cinque case sono state letteralmente rase al suolo; si vede solo la sagoma delle fondamenta e la terra battuta di quello che era il pavimento; il resto ha letteralmente preso il volo, nel senso che è stato rubato e venduto: Una delle case era di una donna anziana nel frattempo morta, mentre un’altra era di proprietà di un detenuto in  carcere che al momento della messa in libertà ha abbandonato tutto per andare in un’altra comunità. Per la verità, alcune case sono  conservate con cura dagli abitanti che le custodiscono con gelosia; alcuni sono arrivati a murare alcune finestre per meglio difendersi dai ladri. E qui veniamo alle voci circa i fatti di sangue. Un componente della comunità batwa sorpreso a rubare in casa di uno degli abitanti del paese vicino è stato aggredito e finito a bastonate, mentre un complice è stato gravemente ferito e, nel momento in cui scriviamo, sembrerebbe che sia morto.Breve parentesi:si spera che il lettore italiano non si lasci andare a facili giudizi, visto che fatti analoghi sono accaduti anche da noi. Naturalmente le  notizie dell’accaduto  non sono apparse sulla stampa locale, troppo attenta a non incrinare la cartolina  di un Rwanda felix.Di fronte a un simile quadro si fronteggiano due interpretazioni. Da una parte chi vede confermate le proprie certezze circa l’impossibilità per i batwa di affrancarsi dai loro ancestrali stili di vita: “era solo questione di tempo” ma prima o poi sarebbero tornati alle antiche abitudini.Dall’altra chi si chiede cosa sia successo per far precipitare nel passato quegli stessi batwa che per cinque anni sembravano aver intrapreso un percorso che a piccoli passi li sollevasse dalla loro situazione di estremo degrado. Basta al riguardo ripercorrere le notizie che nel tempo sono state date nel blog. A questo punto chi ha ancora a cuore la sorte di questa comunità deve necessariamente interrogarsi cos’altro si possa fare per questi ultimi. Al momento il primo passo sembra essere appunto quello di mettere attorno a un tavolo tutti i benefattori che negli anni si sono interessati, in vario modo, della comunità batwa, per decidere se e come intervenire. Naturalmente anche le autorità civili dovranno fare la loro parte, ben sapendo che fino a quando sulla comunità vigilava un loro incaricato, le cose sono andate per il meglio. A questo punto, far finta di niente sarebbe una sconfitta per tutti.

Ritorno alla chiesa di Bugarama e poi a Nyagahanga

Non poteva mancare, pur in una missione breve come l’attuale, una tappa alla chiesa di Bugarama, la chiesa dell'Associazione Kwizera in Rwanda. Anche se preavvisati all’ultimo momento, i parrocchiani della collina si sono fatti trovare numerosi all’appuntamento di domenica mattina. Don Paolo e don Deogratias, il parroco della parrocchia di Nygahanga, hanno celebrato la messa, durante la quale sono stati amministrati anche sei battesimi ad altrettanti bambini. Quella dell’amministrazione dei battesimi, ogni volta che passa da queste parti una missione Kwizera,  sta diventando  una simpatica tradizione, tanto che nel saluto finale ci siamo permessi la battuta che l’Associazione può ritenersi padrina di tutti questi neo batezzati. Dopo la santa  messa non è mancata una visita al centro parrocchiale di Nyagahanga, particolarmente animato.Sul campo sportivo c’era in corso un incontro di pallone tra la squadra locale e quella di Ngarama; per la verità il livello del gioco era piuttosto scadente con un’impostazione che da noi si direbbe alla viva il parroco. Nei locali invece del centro era in atto una riunione di un folto gruppo di giovani per una giornata di formazione pastorale. Successivamente una riunione operativa ha passato in rassegna le attivita' chesi intendono promuovere a favore dell'asilo Carlin di Kagera, in particolare per quanto attiene un sostegno alimentare ai bambini che frequentano le tre classi su cui si articola l'attivita' della scuola materna.

Studente del Petit Seminaire di Rwesero ai vertici nazionali nelle materie scientifiche

Ancora una volta, le consuete classifiche pubblicate dal Ministero dell’Istruzione sull'esito dei risultati scolastici  degli esami per il riconoscimento del livello A, maturità secondaria, conferma la bontà dell' insegnamento impartito dalla scuole confessionali, questa volta affiancate anche da diverse scuole delle zone rurali del paese, che hanno soppiantato le più blasonate  ma anche  più costose scuole della capitale.Nell’ambito delle materie scientifiche (chimica, fisica e matematica) il primo posto è andato a Gilbert Tuyishime del GS Apapeb di Byumba, mentre la seconda piazza  é arrisa ad Anastase Irumva, del  Petit Seminaire di  Rwesero, con una tripla  AAA in matematica chimica e biologia.Una bella soddisfazione per l'interessato, uno dei 45 diplomati di quest'anno, ora in attesa di conoscere  il proprio futuro tra il possibile ingresso nel seminario maggiore, in cui posti sono peraltro limitati a dieci per ogni diocesi, o all'università. Grande soddisfazione  soprattutto per il rettore del Petit Seminaire, l'amico don Paolo Gahutu, al quale lungo tutta la giornata di ieri non sono mancate le telefonate di felicitazioni da parte di genitori degli alunni e di qualche collega e confratello.

giovedì 13 febbraio 2014

Missione Kwizera di febbraio

La consueta missione estiva dell'associazione Kwizera ha quest'anno  un prologo in questa seconda metà di febbraio.Infatti, da oggi  e per i prossimi otto giorni, un volontario dell'associazione farà una ricognizione dei progetti in essere e pianificherà alcuni altri progetti, a partire dal Progetto Amazi. Nei prossimi giorni daremo conto di questa mini missione che pur nella brevità temporale sarà particolarmente utile per tenere vivi i contatti con i nostri interlocutori rwandesi con cui non è sempre facile capirsi solo con una telefonata o un'email. Negli anni passati ci pensava l'amico Brunello Baldi a colmare questa lacuna portandosi in Rwanda agli inizi dell'anno;  purtroppo, Brunello, anche se la voglia sarebbe ancora tanta,  una sfaticata del genere non se la può più permettere, quindi qualcuno ha dovuto raccogliere il testimone.

sabato 8 febbraio 2014

In distribuzione la Sintesi del Compendio della DSC

Sono stati ultimati i lavori di stampa, presso la Pallotti Presse di Kigali, della Sintesi del Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, editato dall’Associazione Kwizera per la comunità cristiana rwandese. Dopo che nei giorni scorsi, come riferito dall’Agenzia Fides nel suo notiziario in italiano, francese, inglese e portoghese, era stata rilasciata l’edizione elettronica, in occasione della Missione Kwizera sono state  rese disponibili le prime copie ad ognuno dei vescovi titolari delle diocesi rwandesi, dopo che l’opera era stata presentata al nunzio apostolico in Rwanda, mons. Luciano Russo. Ogni diocesi avrà a disposizione 100 copie dell’opera, mentre cinquanta saranno messe a disposizione di ognuno dei nove Petit Seminaire rwandesi  e cento dei Seminari maggiori.Su sollecitazione del Nunzio, un congruo numero di copie verrà altresì riservato all’Universita Cattolica del Rwanda che si appresta ad avviare uno specifico corso sulla Dottrina Sociale della Chiesa.Sono nel frattempo stati avviati i primi approfondimenti per dare vita a un percorso formativo da tenersi  alla radio in kinyarwanda

Bilancio Kwizera 2013 : 80mila euro di aiuti al Rwanda

Nel 2013, pur in un contesto congiunturale non facile, che ha reso sempre più difficile la raccolta fondi tra i donatori, l’Associazione Kwizera è riuscita a raccogliere  88.000 euro, da donatori privati ed istituzionali, in contrazione rispetto ai 110.000 euro raccolti nel 2012, come peraltro ampiamente previsto in sede di approvazione del bilancio 2012. In particolare, 40.756 euro derivano dalle donazioni per le adozioni a distanza, 35.000 euro sono le donazioni e contributi dei sostenitori, 6.608 euro provengono dal 5x1000 dell’anno fiscale 2010 ed infine 4.000 euro dagli sponsor che hanno sostenuto la pubblicazione del calendario.Sul fronte delle spese vanno segnalate le spese di funzionamento dell’Associazione che assorbono 3.384 euro e le iniziative promozionali (calendari) il pellegrinaggio a Medjugorje, ammontanti complessivamente a 4.700 euro, totalmente coperte, rispettivamente, dai contributo degli sponsor e dalle offerte dei pellegrini.
In Rwanda sono stati quindi inviati 79.296 euro, pari al 90,66% delle somme raccolte.
Un risultato permesso da un’attenta cura dei costi e dalla disponibilità dei volontari, che annualmente si recano in missione in Rwanda, che si accollano l’intero costo del viaggio, a partire dal prezzo del volo aereo che, ricordiamolo, si aggira attorno ai novecento euro.
La somma inviata in Rwanda è stata assorbita, per la metà,  dal Progetto adozioni, per un quarto dalla realizzazione di otto impianti di biogas in altrettante parrocchie della diocesi di Byumba. Il resto è andato a finanziare il Progetto Mikan i cui sviluppi estremamente positivi, sono ormai  2000 famiglie coinvolte, ne fanno un modello d’intervento particolarmente efficace e apprezzato e altri interventi economicamente più contenuti, come il sostegno alla mensa per i bambini bisognosi della parrocchia di Nyagahanga e all’asilo Carlin di Kagera, ma con importanti ricadute su un numero significativo di famiglie bisognose.Per il 2014 le previsioni sono positive; infatti, alla data odierna sono già stati raccolti oltre 50.000 euro, grazie in particolare a un cospicuo contributo che è stato concesso all'Associazione dall'Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane.
A tutti i sostenitori, grandi o piccoli che siano, va il grande ringraziamento dell'Associazione Kwizera e degli amici rwandesi che beneficiano di questa generosità.

lunedì 3 febbraio 2014

Progetto Amazi

Per l'anno in corso, l'Associazione Kwizera ha intenzione di lanciare il Progetto Amazi, ( acqua, in lingua kinyarwanda) finalizzazato a fornire cisterne in materiale plastico per la raccolta dell'acqua piovana dai tetti degli edifici comunitari ( scuole, chiese, edifici parrocchiali).Si intende in tal modo  raccogliere acqua nel periodo delle piogge per far fronte alla siccità nelle stagioni secche, ma anche per garantire una disponibilità di acqua in via ordinaria in posti dove non esistono sorgenti se non a ore di cammino.Saranno presi in esame progetti che  verranno presentati dalle parrocchie, tenendo presente che l'associazione fornirà direttamente le cisterne necessarie, mentre la singola parrocchia si farà carico dei lavori necessari per la messa in opera delle stesse. Con questa impostazione, le parrocchia dovranno semplicemente far conoscere il numero di cisterne e la relativa capienza di cui necessitano. Sulla base dei prezzi correnti in loco, il costo delle cisterne è indicativamente quantificabile in 120/150.000 Frw al metro cubo pari, a un cambio medio di Frw 900/€ 1, a un  controvalore di € 130/165, si prevede per l'anno in corso, salvo rifinanziare il progetto anche per gli anni successivi, l’installazione di  cisterne di diverse capienza, per un ammontare complessivo di almeno 150 metri cubi per una spesa complessiva dell’ordine di 20 milioni di franchi rwandesi.