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giovedì 9 gennaio 2014

Quando i conti non tornano

Durante una cerimonia che ha dato avvio alle celebrazione del ventesimo anniversario del genocidio del 1994, il ministro degli esteri, signora  Louise Mushikiwabo, parlando del percorso fatto in questi venti anni per ricostruire  il paese cita fra l’altro i quasi 3,5 milioni di rifugiati che hanno fatto ritorno nel paese. Un numero questo che merita un approfondimento.Secondo l’ultimo censimento tenutosi nell’agosto del 1991, risultavano residenti nel paese 7.099.844 abitanti ( di cui 6.467.958 censiti come hutu e 596.387 censiti come tutsi). Il censimento successivo tenutosi nel 2002 registrava 8.128.553 abitanti, mentre l’ultimo dell’agosto del 2012 fissava in 10.537.222 i rwandesi residenti.Alla luce di questi dati secondo le prospettazioni della signora Louise Mushikiwabo, nel 1994 se ai 7 milioni di residenti aggiungiamo i 3,5 milioni dei rifugiati che in futuro sarebbero rientrati nel paese, abbiamo una comunità di circa 10.500.000  rwandesi, per circa un terzo  rappresentato da rifugiati che vivevano al di fuori dei confini della madrepatria, se poi si sommassero  i circa seicentomila tutsi dell’interno arriveremmo a quasi il quaranta per cento di rwandesi oggettivamete  esclusi dal governo del paese, una percentuale che ha un’indubbia valenza sul giudizio politico che se ne dovrebbe ricavare relativamente alla governance del tempo. Pur tenendo conto anche del numero ufficiale delle vittime del genocidio fissato dalle autorità rwandese in 1.174.000 ( numero che deve peraltro fare i conti con il dato del censimento del 1991 relativo ai rwandesi censiti come tutsi precedentemente citato di cui l’ottanta per cento secondo le autorità rimase vittima del genocidio), si vede come i conti non tornino se solo si guarda il trend della popolazione riportato dal portale dell’Istituto nazionale di statistica del Rwanda che quantifica  in 7, 666 milioni i rwandesi residenti nel 1997. Il trend degli anni successivi che porta ai dati evidenziati dai censimenti del 2002 e del 2012 sconta in larga misura la crescita fisologica dal 2000 al 2012 data dal differenziale tra un tasso di natalità medio  di 34,84 nati ogni mille persone e un tasso di mortalità medio di 16,35 morti ogni mille persone, peraltro in forte contrazione nell'ultimo quinquennio ( 9,64 nel 2012).
Come si vede i numeri spesso conservano una loro logica che neppure la dialettica di un politico e' in grado di piegare ai propri fini: tra i diversi meriti che l'attuale governance  rwandese puo' vantare non c'è quindi quello di aver fatto rientrare un numero così alto, 3,5 milioni, di rifugiati, un numero  che non torna.

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