La crisi che
sta interessando il Kivu, che negli ultimi giorni vede le forze governative
riprendere diverse zone precedentemente in mano ai ribelli del movimento ribelle M23, sembra
rimettere in discussione anche i rapporti in seno ai paesi che fanno parte
della comunita' dell'Africa orientale (EAC), che sulla vicenda del Kivu hanno
posizioni non sempre collimanti. In particolare recenti prese di posizione
della Tanzania hanno creato una vera e propria frattura con il Rwanda; dapprima
il presidente tanzaniano Jakaya Kikwete aveva richiesto che il Rwanda, nel
quadro dei colloqui di pace avviati tra
le diverse parti coinvolte nella crisi del Kivu, aprisse trattative con il FDLR e
successivamente aveva decretato l'espulsione di alcune migliaia di rwandesi
residente in Tanzania. Nei fatti la
Tanzania si e' venuta a trovare in una situazione di progressivo
isolamento all'interno dell'EAC di cui hanno approfittato gli altri tre paesi
piu' importanti della comunita'. Nei giorni scorsi, infatti, Kenia, Rwanda e
Uganda, con il coinvolgimento anche della nuova realta' politica del Sud Sudan, sono arrivati a formalizzare accordi di carattere economico che
comportano a una sostanziale esclusione della Tanzania dai loro traffici
commerciali. Le decisioni assunte prevedono, infatti, che tutti flussi
commerciali gravitanti sul porto tanzaniano di Dar es Salam vengano dirottati
su quello kenyano di Mombasa e tutto il traffico su strada bypassi la Tanzania.
A corollario di tali intese è stato anche raggiunto l'accordo, che dovrebbe
entrare in vigore all’inizio del 2014, in cui basterà un unico visto per l’ingresso
nei tre paesi. In prospettiva si mira a una più forte integrazione economica
tra i tre paesi a cui potrebbe fare seguito una futura federazione politica.La Tanzania
non si è però fatta cogliere impreparata dalla formalizzazione di questa intesa
trilaterale e ha immediatamente dato avvio a colloqui con la Repubblica Democratica
del Congo e con il Burundi, anche quest’ultimo paese escluso dall’accordo a tre
pur facendo parte dell’EAC, per creare un nuovo blocco commerciale ed economico,
che riconosca il porto tanzaniano di Dar es Salam come punto di transito delle
merci da e per il Burundi e per l'est del Congo, con cui collegarsi attraverso
una nuova linea ferroviaria. Se tali approcci arrivassero a concretizzarsi non è
escluso l'uscita della Tanzania e di conseguenza del Burundi dalla stessa
EAC.
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