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sabato 26 ottobre 2013

Rwanda: i possibili rischi del risveglio islamico nei paesi vicini


L’africanista Anna Bono nell’articolo Cristiani in Africa, le nuove persecuzioni, apparso su La Bussola quotidiana, ha presentato  i risultati dell’annuale rapporto  World Watch List 2013, curato da Open Doors Usa, l’organizzazione non governativa internazionale che da quasi 60 anni aiuta e sostiene i cristiani perseguitati nel mondo. In particolare, l'autrice mette in risalto come “nell’anno trascorso le persecuzioni e le violenze contro i cristiani in Africa si sono moltiplicate estendendosi a paesi in precedenza considerati sicuri”. Infatti, 18 dei 50 stati elencati, in cui si verificano le più gravi persecuzioni nei confronti dei cristiani nel 2013, sono africani, tre dei quali – Somalia, Mali ed Eritrea – figurano tra le prime dieci posizioni. "Altri quattro stati, situati, come il Mali, nell’Africa Sub-Sahariana, compaiono nella lista per la prima volta: Tanzania, Kenya, Uganda e Niger. Complessivamente, inoltre, sono almeno otto i paesi africani in cui le persecuzioni e le violenze contro i cristiani si sono intensificate”. 
Come si vede tre di questi paesi fanno parte della EAC, la comunità degli stati dell’Africa dell’Est, di cui fa parte anche il Rwanda, che con l’Uganda e la Tanzania è anche confinante. Alla luce della situazione venutasi a creare nei paesi vicini, il Rwanda sembra un'isola felice non avendo notizia di fatti configurabili come persecuzioni contro i cristiani. Pur in presenza di una minoranza musulmana che non supera il due per cento, concentrata nella capitale, dove esistono almeno due importanti centri, e in alcune enclave nel paese, come quella di Gatsibo, sarebbe probabilmente un errore sottovalutare i rischi di un possibile  “contagio” che potrebbe arrivare dal “risveglio islamico” evidenziatosi nei paesi vicini, in particolare in Tanzania, la cui situazione è di seguito illustrata.

Il Kenya (nel suo insieme) è nuovo nella World Watch List. Questo paese è sempre più nella morsa dell’estremismo islamico e questa è la fonte di persecuzione contro i cristiani. Ha una popolazione cristiana dell’83% e una popolazione musulmana dell’11-12%. I musulmani non sono equamente distribuiti nel paese, ma sono prevalentemente concentrati in un terzo dello stesso. Nelle zone dominate dai musulmani, tutti i tipi di cristianesimo sono soggetti a vari livelli di ostilità, la maggior parte di essa diretta verso i cristiani ex musulmani e i cristiani attivi nell’evangelizzazione dei musulmani. In Kenya si trova anche l’antagonismo tribale come dinamica di persecuzione emergente. Questa dinamica non ha ancora influenzato il punteggio attribuito al Kenya e sono necessarie ulteriori ricerche in tal senso. Clicca qui per consultare l’intera scheda.La Tanzania è new entry nella World Watch List. Negli anni precedenti vi si trovava l’arcipelago di Zanzibar, ma è stato tolto lo scorso anno perché si è scelto di contemplare interi paesi e non parti (molto) piccole di essi. Quest’anno la Tanzania (con l’arcipelago di Zanzibar) è riapparsa sulla lista a causa dell’estremismo islamico in quanto principale dinamica di persecuzione in crescita, non solo nell’arcipelago ma anche nel resto della Tanzania. L’arcipelago di Zanzibar riguarda solo una piccola parte della Tanzania: ha un presidente e una struttura politica semi autonoma, separata dal sistema politico dello stato centrale, che spiega lo schema specifico delle ostilità sull’arcipelago. Clicca qui per consultare l’intera scheda.
L'Uganda è una new entry nella World Watch List. L’anno scorso ci era andata vicino. La principale dinamica di persecuzione in Uganda è l’estremismo islamico. Il paese ha una minoranza musulmana intorno al 12% e una maggioranza cristiana intorno all’85%. Le quattro principali correnti del cristianesimo sono tutte rappresentate nel paese. Nella nostra raccolta dati, l’intensità delle ostilità contro i cristiani ottengono un punteggio basso. Ciò ci suggerisce che sebbene talvolta si siano verificate pressioni sui cristiani nelle aree a prevalenza musulmana e in particolar modo sui cristiani ex musulmani, queste non sono intense come in altri paesi. Il livello di violenza è basso (se confrontato con la Tanzania e soprattutto col Kenya). Recentemente l’Uganda ha tuttavia sperimentato una crescita del movimento giovanile islamico chiamato Tabligh Movement of Muslim youth. Clicca qui per consultare l’intera scheda.

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