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giovedì 5 luglio 2012

Il bilancio rwandese dipende ancora per il 46% dagli aiuti esteri

Le previsioni di spesa contenute nel bilancio previsionale del governo rwandese, per il periodo luglio 2012-giugno 2013,  prevede un aumento del 16% a oltre 1.380 miliardi di FRW  ( € 1,84 mld) rispetto all'esercio 2011/2012 che ha registrato un totale di  1.190 miliardi FRW (€ 1,58 mld).
Per il bilancio 2012/13,  il totale delle entrate nazionali dovrebbe aumentare del 28,2% a 724,4 miliardi RWF , da 565,1 miliardi nel 2011/2012. Come si deduce dai dati citati, il Rwanda è in grado di finanziare con entrate proprie solo il 52,4% della  spesa complessiva contro il 47,3% nel 2011/2012, dovendo quindi ricorrere 
  agli aiuti esteri per coprire la quota residua. Pur in presenza dei significativi sforzi delle autorita rwandesi a ridurre questa dipendenza dai  sussidi esteri, che negli ultimi 12 anni si sono ridotti dall' 85% al 46% del bilancio totale del 2012-2013,  quasi 700 milioni di dollari sono già in programma per il 2013-2014, il 18% in più in un biennio.
Anche se, come spesso sottolinea il presidente rwandese, Paul Kagame, la dignità nazionale ( "agaciro" in Kinyarwanda), impone quanto prima di affrancarsi da questa situazione, il problema della dipendenza da aiuti internazionali rimane. Se poi molti degli aiuti dei paesi stranieri  sono vincolati a spendere una parte di ciò che ricevono nei mercati dei paesi donatori, o che la cifra nominalmente stanziata, come nel caso dei  185 milioni di euro stanziati dagli USA nel 2011, è gestita direttamente da agenzie americane che possono assorbire fino al 60% del sostegno iniziale per le spese amministrative e degli eventuali costi aggiuntivi,  si capisce che il problema non è di immediata soluzione. Per questo il Rwanda ha chiesto, anche a nome dei paesi dell'Africa sub-sahariana, in occasione del Forum sull'efficacia degli aiuti, tenutasi nel novembre 2011 a Busan, Corea del Sud,  la fine della pratica di questa forma di aiuti vincolati, che hanno tanto il sapore di una certa forma di neocolonialsmo.

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