Il giornalista Sunny Ntayombya, già citato su questo blog, nel suo commento odierno su The Sunday Times, annuncia che farà un giro nei villaggi rwandesi per raccontare anche quella realtà.
Così motiva questa sua decisione: "Perché vado al villaggio? Bene, ho vissuto in una grande città tutta la mia vita ed è stato fantastico. La possibilità di andare in un caffè e gustare una tazza di cappuccino, di visitare una libreria, di avere l'acqua corrente e l'elettricità regolarmente sono cose che ho imparato ad amare. E con buona ragione, questi servizi sono cose che rendono la nostra vita quotidiana più facile e più divertente. Ma negli ultimi due mesi, standomene seduto in ufficio a guardare i vari rapporti, ho iniziato a sentirmi molto curioso di conoscere la grande incognita, almeno per me: il Rwanda rurale".
Noi, che abbiamo più volte criticato quei giornalisti occidentali che scrivono del Rwanda fermandosi a Kigali, siamo prima sorpresi nell'apprendere che un commentatore rwandese confessi la sua scarsa o nulla conoscenza del Rwanda che vive fuori di Kigali ( dopo aver confessato recentemente la sua scarsa dimistichezza con il Kinyarwanda) e poi curiosi di conoscere quello che il simpatico Sunny scriverà di ciò che avrà visto con i suoi occhi nei villaggi che visiterà; speriamo non facendosi indirizzare dai solerti funzionari governativi sempre pronti a presentare qualche iniziativa promozionale del governo.Vada nei villaggi dove non arriva la corrente elettrica, dove non c'è l'acqua fuori l'uscio di casa, ma a qualche kilometro di distanza, dove è difficile mettere insieme il pasto quotidiano e poi venga a raccontarci quello che ha visto. Quindi, buon viaggio Sunny, attendiamo i tuoi reportage con molta curiosità!
Ciao Sunny chissà se avrò la fortuna di incontrarti fra le verdi colline di Mibilizi...daremo il nostro aiuto sanitario presso quell'ospedale sino all'11...
RispondiEliminaNon so se mister Sunny arriverà' a Mibilizi. Spingersi in campagna dalla comoda Kigali non e' facile, soprattutto perche ' poi bisogna raccontare cio' che si e' visto. Forse e' piu' facile leggere qualche tua impressione.
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