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lunedì 27 giugno 2011

Metà della scuola rwandese è gestita dalle chiese cristiane

La tabella che pubblichiamo riporta la situazione delle scuole rwandesi facenti capo alla Chiesa cattolica, suddivise per diocesi.  Come si vede si tratta di una significativa presenza nel mondo dell'istruzione, a cui vanno aggiute 467 scuole materne con 52.854 alunni, su un totale di 1369 asili presenti in Rwanda  con 97mila bambini. Non bisogna altresì dimenticare l'altrettanto importante presenza delle scuole emanazione delle varie confessioni protestanti: 547 scuole primarie con 470 mila scolari e 203 scuole secondarie con 56mila allievi. Complessivamente, a fine 2010, in Rwanda esistevano 2510 scuole primarie,  con 2,300 milioni di scolari,  e 1399 scuole secondarie frequentate da oltre 425mila studenti.Sulla base di questi dati, risulta che la metà del sistema scolastico rwandese, a livello di ciclo primario e secondario, è gestito dalle chiese cristiane.A livello universitario la situazione è ancora in fase evolutiva; i circa sessantaduemila studenti universitari  sono per metà iscritti a uno dei diciassette istituti universitari statali, essendo l'altra metà iscritta agli altri 13  istituti privati,  in cui la presenza delle università espressione delle chiese è ancora limitata. 

Diocesi
Primarie senza 9 YBE
Primarie
con 9 YBE
Scuole secondarie classiche
Totale Secondarie
KABGAYI
106
63
13
76
GIKONGORO
62
37
5
42
BUTARE
80
46
26
72
CYANGUGU
69
38
10
48
NYUNDO
160
80
17
94
RUHENGERI
71
40
11
51
BYUMBA
87
19
18
37
KIGALI
93
24
13
37
KIBUNGO
41
43
10
53
TOTALE
769
390
123
513

martedì 21 giugno 2011

Visto d'ingresso meno caro e più lungo

Buone notizie per chi deve recarsi in Rwanda. Sono, infatti, entrate in vigore ieri nuove norme, in materia di immigrazione, tendenti a favorire l’afflusso di turisti e investitori in Rwanda. Tra le principali innovazioni vi è anche la riduzione del costo del visto d’ingresso da 60 a 30 dollari e il suo prolungamento da quindici  a trenta giorni. Sono state altresì introdotte ulteriori facilitazioni in merito alle causali. Le norme più importanti riguardano però la falicitazione  all’ingresso per investitori stranieri, intenzionati a investire nel paese, e per la manodopera qualificata; ambedue le categorie  potranno ottenere un permesso di residenza temporaneo di tre anni. Altre norme riguardano la circolazione dei cittadini rwandesi e di quelli dei paesi della comunità dell’Africa Orientale, con particolare riguardo anche agli spostamenti transfrontalieri con i paesi confinanti.

lunedì 20 giugno 2011

L'amico Tony

Paul Kagame e Tony Blair (Orinfor)
Uno dei più grandi sponsor del Rwanda a livello internazionale è l’ex premier britannico Tony Blair.Dopo la sua uscita da Downing Street nel giugno 2007, Blair si è dedicato a una lucrosa attività di conferenziere e di consulente per istituzioni e banche ( 2 milioni di sterline annue dalla sola J P Morgan) e diversi governi, oltre che  ricoprire l'incarico di inviato per la pace nel Medio Oriente, su mandato di ONU, UE, USA e Russia.  Tra le tante iniziative messe in campo dall'ex premier britannico c’è anche l’Africa Governance Initiative-AGI, un’organizzazione non lucrativa che si propone di supportare i governanti africani, ai massimi livelli, per metterli nelle condizioni  di guidare i loro programmi di sviluppo, affrontare la povertà radicata e  attrarre gli investimenti sostenibili per la costruzione di economie forti per il futuro.Al momento, gli sforzi dell’AGI sono concentrati su tre paesi africani: Rwanda , Sierra Leone e Liberia.In Rwanda è attivo un team di una decina di esperti che dal luglio 2008 fornisce supporto continuativo alle istituzioni centrali rwandesi:alla Presidenza in materia di pianificazione strategica, di comunicazione e di identificazione delle priorità dello sviluppo, all’Ufficio del Primo Ministro in particolare per il coordinamento  dell’attività di governo, al Rwanda Development Board per la promozione del settore privato e al  Capacity Building Fund. Frequenti sono anche le visite dello stesso Blair che intrattiene rapporti di stretta amicizia da lunga data , fin da quando come primo ministro erogava cospicui aiuti finanziari al paese africano,   con il presidente Paul Kagame che accredita in ogni favorevole occasione come "buon amico e leader visionario che ha fatto del Rwanda una storia africana di successo e un paese in movimento nella giusta direzione ad un ritmo notevole" L'obiettivo del progetto è quello di aiutare il Rwanda a realizzare la sua visione per un futuro prospero e stabile con l’affinamento delle capacità di gestione delle priorità di governo.

sabato 18 giugno 2011

Il Rwanda ai mondiali FIFA Under 17

Primi calci
Inizia oggi  in Messico la fase finale del mondiale di calcio Fifa Under 17.  Tra le  ventiquattro squadre ammesse c’è anche la squadra dei giovani rwandesi  inserita nel girone di qualificazione con  l’Uruguay, il Canada, e l’Inghilterra. La partita d’esordio, prevista per domani, oppone il Rwanda all’Inghilterra. La qualificazione del squadra delle “giovani vespe”, così è chiamata la squadra rwandese, a questo importante appuntamento sportivo è vissuta in Rwanda con molta partecipazione. I giovani componenti la squadra appartengono, infatti, alla generazione nata all’indomani del tragico 1994, per questo sono visti come i testimoni di un paese che ha saputo risollevarsi da quella tragedia, riuscendo ad imporsi all’attenzione del mondo anche nello sport. La trasferta messicana è seguita con grande interesse non solo dagli i sportivi locali; il calcio è molto seguito anche in Rwanda dove anche nei villaggi i ragazzini non si sottraggono al fascino di dare calci a una palla, magari quella tradizionale fatta solo di foglie di banano raccolte in una rete. La squadra, allenata dal francese Richard Tardy, che nelle qualificazioni africane era riuscita ad eliminare il favorito Egitto, non si fa soverchie illusioni ponendosi come massimo obiettivo di superare il girone iniziale. Comunque vada questa trasferta messicana, le giovani vespe hanno già vinto la loro partita. Le partite del mondiale Under 17 sono trasmesse nelle ore serali da Eurosport sui canali satellitari.

martedì 14 giugno 2011

Alle cooperative ci pensa l'università avventista

La carenza di conoscenze in ambito cooperativo, più volte sottolineata anche su questo blog, ha spinto l’INILAK, l'Istituto universitario indipendente degli avventisti di Kigali,  ad avviare dal prossimo anno accademico uno specifico corso quadiennale di Gestione e Contabilità per le cooperative, colmando così una lacune esistente nel sistema universitario rwandese.Lo sviluppo arriva nel momento in cui anche  il governo ha messo l'accento sulla promozione di forme cooperative come un modo per favorire lo sviluppo.Il Rettore dell’ INILAK,  Dr. Jean Ngamije, ha detto che il corso è stato introdotto per aiutare a fornire le competenze necessarie per la corretta gestione delle numerose cooperative esistenti  nel paese, molte delle quali non riescono a sopravvivevere o non sono profittevoli come dovrebbero, proprio per la mancanza di adeguate competenze gestionali. A fianco del corso quadriennale sono previsti anche corsi brevi rivolti agli addetti attualmente impegnati nelle cooperative esistenti, che potranno così apprendere i principi base per gestire in maniera corretta le cooperative di appartenenza.
Le necessità formative in ambito cooperativo più volte sollevate dall’Associazione Kwizera, alle prese con iniziative associative miranti a dar vita a cooperative, forse troveranno un interlocutore presso l’Istituto avventista di Kigali.Peccato, sarebbe stato più comodo poter operare con l’Istituto politecnico di Byumba. Bisognerà farsene una ragione.

lunedì 13 giugno 2011

Il Rwanda apre al nucleare

In controtendenza a quanto fatto da altri parlamenti, in particolare occidentali, il parlamento rwandese ha adottato, nei giorni scorsi, un progetto di legge che autorizza l’uso dell’energia nucleare e che sarà promulgato entro tre mesi dal presidente. Non pensiamo certo che il Rwanda si metta a costruire centrali nucleari fer far fronte al proprio bisogno di elettricità; non ne avrebbe i mezzi finanziari necessari. La decisione, apparentemente sorprendente,  è in realtà correlata alla ratifica del trattato dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA) per l'uso civile dell'energia nucleare. Più prosaicamente è forse in tale ratifica che va ricercata la reale motivazione che ha mosso la decisione del parlamento; infatti l'adesione all'AIEA consente al Rwanda di accedere a un finanziamento di 70 milioni di dollari erogati dalla stessa Agenzia e che potranno essere utilizzati in investimenti anche al di fuori dello specifico ambito dell'energia.

giovedì 9 giugno 2011

I campi dei batwa di Kibali danno le prime patate

Il progetto di messa a coltura dei terrazzamenti ricavati in prossimità del villaggio della comunità batwa di Kibali, di cui abbiamo parlato in un post del 4 aprile scorso, prosegue secondo programma. L'agronomo Michel della fattoria di Nyinawimana, al quale è stato affidato il progetto, ci comunica che le patate seminate sono ormai quasi pronte per la raccolta, così come i fagioli. I terreni affidati alle due associazioni, una formata da giovani e l'altra da adulti, mettono in risalto coltivazioni decisamente ben curate, non altrettanto si può dire di quelli assegnati a singole famiglie. Infatti, alcune di queste ultime non hanno resistito alla tentazione di andare a raccogliere le patate, che servivano per il pasto quotidiano, prima che giungessero a completa maturazione; per questo i loro campi sono caratterizzati, qua e là, da piante sradicate. Un altro fenomeno, per la verità non del tutto inaspettato, è stato l'uso, da parte di qualche famiglia, dei paletti di legno che dovevavno sostenere le piante di fagiolo come legna da ardere. Inevitabili contrattempi, ampiamente prevedibili quando si opera in una situazione molto particolare come quella della comunità batwa di Kibali, per lungo tempo abbandonata a se stessa.

domenica 5 giugno 2011

Quando l'uso di internet serve per controbattere le critiche di Amnesty

Non sono piaciute alle autorità rwandesi le critiche che negli ultimi giorni due Ong  internazionali, Human Rights Watch e Amnesty International, hanno mosso, rispettivamente, ad alcune criticità emerse dall’esperienza dei tribunali gacaca e alle limitazioni ancora presenti in  merito alla libertà di espressione, in particolare per quanto attiene la libertà dei media. Nel criticare l'intervento di Amnesty International, l’editoriale odierno del Sunday Times  introduce un argomento d'indubbio interesse.
Dopo aver respinto le critiche, ritenute partigiane e imputabili alla scarsa conoscenza della realtà rwandese e alle mancate specifiche ricerche sul campo, l’editorialista  sottolinea le conquiste che l’amministrazione rwandese avrebbe conseguito sulla via  dello sviluppo economico e della riconciliazione nazionale, anche grazie alle numerose leggi introdotte dai rappresentanti parlamentari liberamente espressi dai rwandesi.
In particolare, sottolinea come lo sforzo del governo per sviluppare la diffusione di internet e il suo accesso  da parte dei rwandesi, con il proliferare dei social network,  dovrebbe risultare la migliore smentita all’accusa mossa da Amnesty International  circa la volontà di soffocare la libertà di parola tra i rwandesi. Indubbiamente, l’argomento è dialetticamente efficace nel controbattere le tesi di Amnesty;  tuttavia solo il tempo ne può confermare la solidità difensiva. Allo stato attuale, infatti, l'accesso a internet è ancora abbastanza contenuto e prevalentemente concentrato nella capitale. La controprova  sul reale libero accesso a internet si avrà quando  la rete e la diffusione dei social network  raggiungeranno sempre più ampi strati della società rwandese, compresa quella delle campagne. Quando il fenomeno, grazie anche alla fibra ottica arrivata anche nei villaggi,  avrà raggiunto una diffusione consistente,  come si comporteranno le autorità?
Lasceranno libero sfogo alla voglia di conoscere e di dibattere degli internauti rwandesi o mutueranno dai cinesi metodi sofisticati di controllo  suinternet per limitare la capacità di contagio in termini di domanda di libertà che la rete inevitabilmente porta con sè? Solo la risposta a questa domanda dirà della fondatezza dell'argomento portato oggi dall'editorialista del Sunday Times per controbattere le critiche  di Amnesty.

mercoledì 1 giugno 2011

I ragazzi della prima Comunione di Sagnino per i loro coetanei rwandesi

Don Paolo e Don Alessandro
L'idea era nata più di un mese fa.I ragazzi della parrocchia di Sagnino-Como che si preparavano  per la prima Comunione, guidati da don Alessandro, avevano avanzato l'idea di condividere la gioia di quel momento, e anche i regali che immancabilmente arrivano nell'occasione, con qualche loro coetaneo meno fortunato. Per questo avevano organizzato un incontro con un volontario dell'associazione Kwizera per farsi raccontare la situazione dei loro coetanei rwandesi. Ne era uscita una full immersion in quella realtà; foto, video e testimonianze  avevano suscitato l'interesse dei 38 ragazzi e dei loro genitori.Era emersa anche l'idea di destinare i fondi che si sarebbero raccolti alla realizzazione delle divise scolastiche, che obbligatoriamente i bambini rwandesi devono indossare quando vanno a scuola, da donare ad altrettanti scolari rwandesi che spesso hanno difficoltà ad affrontare la relativa spesa.Si ipotizzava quindi  di raccogliere circa 5 euro a testa per poter far confezionare una quarantina di divise.  Domenica scorsa c'è stata la prima Comunione con gli immancabili festeggiamenti e regali. A questo punto i bambini si sono superati: hanno coinvolto tutti i partecipanti alla loro festa, parenti e amici, in una gara di solidarietà, sollecitando una raccolta fondi  durante i festeggiamenti. Risultato: domenica sera don Alessandro si è visto consegnare una busta bella gonfia, contenente ben 1800 euro. La somma sarà destinata alla parrocchia di Nyagahanga con cui la parrocchia di Sagnino ha già un gemmellaggio che unisce i due oratori. In aggiunta all'ipotesi iniziale di donare  alla classe dei coetanei dei ragazzi della prima Comunione le relative divise scolastiche, alla cui realizzazione provvederanno le ragazze della cooperativa di cucito parrocchiale,  Don Paolo, parroco di Nyagahanga, potrà quindi disporre di una cospicua somma che destinerà all'acquisto degli arredi dell'asilo di Kagera, ultimando in tal modo l'opera che ospiterà i bambini di quel villaggio, finora costretti a giocare all'aperto. Confidiamo che  i ragazzi di Sagnino possano trovare degli imitatori, sarebbe un bel modo per ricordare un momento particolare come quello della prima Comunione.