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mercoledì 19 gennaio 2011

La comunità sacerdotale delle parrocchie rwandesi esempio anche per le nostre

Tra gli aspetti che più colpiscono il visitatore che si avvicina per la prima volta alla realtà rwandese un rilievo particolare assume il modo in cui i  rwandesi vivono il proprio rapporto con la fede. Per chi viene dall'ormai  indifferente Europa non sfugge il profondo senso religioso che permea quella popolazione, soprattutto dei villaggi.Già altre volte abbiamo sottolineato l'intensa partecipazione alle lunghe e coinvolgenti funzioni religiose, nonchè il sacrificio di diverse ore di cammino che molti fedeli si accollano volentieri pur di  presenziare a una Santa Messa, anche nei giorni feriali.Cose che fanno arrossire il tiepido cattolico muzungu sempre pronto a ricercare la cerimonia più breve e più comoda per adempiere al precetto festivo.Oggi vogliamo però soffermarci su  un aspetto particolare, caretterizzante la giovane chiesa rwandese, che potrebbe essere additato  ad esempio anche per le chiese del vecchio continente. Ci riferiamo alla consuetudine per i sacerdoti di una parrocchia di vivere  sotto lo stesso tetto, in una forma di  comunità, condividendo i momenti conviviali e di preghiera. Siamo testimoni di quanto sia proficuo per i sacerdoti discutere e condividere, in occasione dei pasti consumati insieme, quanto sta succedendo in parrocchia, piuttosto che vivere in comune  la recita serale dei vespri, prima della cena. Quanta differenza con lo stile di vita dei nostri sacerdoti abituati a vivere isolati:  il parroco da una parte e il vicario dall'altra, con rari momenti di reale vita comunitaria. Il modello rwandese sembra rispondere a quanto perorato dallo stesso Benedetto XVI che, parlando di celibato sacerdotale, così si esprime "Credo che il celibato ci guadagni nel suo essere segno grande e significativo e soprattutto diventa più vivibile se si costituiscono comunità di sacerdoti. E' importante che i  sacerdoti non vivano isolati da qualche parte, ma stiano insieme in piccole comunità, si sostengano a vicenda e facciano così esperienza dello stare insieme nel loro servizio a Cristo e nella rinuncia per il Regno dei cieli, e ne prendano anche sempre di nuovo conoscenza" ( da Luce del mondo).    

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