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domenica 12 settembre 2010

Diario di viaggio 7

Quando manca la mano...... del padrone
Due episodi che suggeriscono una riflessione. Volendo pranzare sul lago di Rwesero ci affrettiamo a prenotare di buon mattino; essendo domenica ed essendo il posto decisamente piacevole si potrebbe rischiare di non trovare posto. Prima sorpresa: la nostra voglia di mangiare pesce viene immeditamente stroncata; sono, infatti, rimaste solo due tilapie. Andiamo lo stesso. La sensazione è quella di entrare in un posto quasi abbandonato: due pontili sono in disarmo, un gruppo di cinesi se ne sta a pescare su quello rimasto praticabile, bisogna cercare il personale per farsi dare indicazione dove sistemarsi. Aspettiamo un paio d'ore per poter mangiare brochette (la capra è stata portata in cucina ancora viva dopo il nostro arrivo) e le due famose tilapie. Verso la fine del nostro pranzo arriva una comitiva di famiglie con bambini per festeggiare qualche ricorrenza: non ci pare che l'accoglienza sia particolarmente calda e professionale. Un paio di ragazzotti fungono da camerieri senza la professionalità che il posto richiederebbe e con un abigliamento approssimativo: l'anno scorso i camerieri erano in divisa.
Lago di Rwesero: l'attesa
Qualche giorno dopo a Ruhengeri: amici ci offrono la prima colazione in un grande e moderno albergo della città. Quando entriamo nella sala  da pranzo non c'è un solo tavolo pronto per potersi accomodare, essendo ancora tutti ingombri delle tazze vuote di chi ha già fatto colazione. Eppure almeno quattro camerieri inappuntabili nelle loro belle divise si aggirano tra i tavoli. Quando, dopo averci fatto accomodare, con comodo, passiamo alle ordinazioni la musica non cambia: l'acqua calda per il the arriverà dopo dieci minuti, i tost vengono lasciati bruciare nel tostapane, le omelette arrivano una alla volta a distanza di minuti; tutto in un via vai di camerieri e di operatori di cucina che si intravvedono ai fornelli.
Questi due fatti hanno un elemento in comune: sono tutte e due accaduti in strutture ecclesiastiche: A Rwesero nel ristorante della diocesi cattolica di Byumba, a Ruhengeri nell'albergo della diocesi protestante di quella città. Due strutture turistiche, che farebbero la fortuna di qualsiasi operatore privato avveduto e preparato, pagano lo scotto di un servizio approssimativo dove si tocca con mano l'assenza  di una guida capace e ferma quasi ci si vergognasse, in ambito ecclesiastico, a fare le cose con professionalità e mettere a frutto i talenti ricevuti. Sembra di tornare ai tempi degli alberghi e dei ristoranti di stato dell'ex Urss. 


Money please

L'adozione dell'inglese come seconda lingua nazionale dopo il kinyarwanda comincia a farsi sentire. Nel vero senso della parola. Infatti, i bambini che alla vista del muzungu erano soliti chiedere a gran voce amafaranga ( soldi) ora vi inseguono con un più internazionale money.. money.

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