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mercoledì 1 settembre 2010

Diario di viaggio 2

Adozioni a Nyinawimana
Martedì si va a Nyinawimana per la verifica sul campo dello stato delle adozioni di bambini residenti in quella parrocchia. Si tratta di incontrare ogni bambino, solitamente accompagnato dalla mamma o spesso dalla nonna che si è fatta carico del bambino orfano, valutarne lo stato complessivo, prendere conoscenza dell'andamento scolastico sulla base dei dati riportati sulla paggella dove viene esplicitata anche la posizione che il bambino occupa nell'ambito della classe. Si verifica altresì che la somma dell'adozione accreditata su un libretto di risparmio bancario sia stata prelevata con una certa oculatezza. Un richiamo ai bambini dal profitto scolastico carente e qualche apprezzamento rivolto ai più bravi concludono l'incontro. E' poi la volta di incontrare i bambini segnalati dalla parrocchia come meritevoli, per le condizioni di disagio familiare riscontrate, ad essere ammessi al programma adozioni. Quest'anno tra la trentina di candidature vagliate c'erano anche quelle di tre ospiti del Centre Inzere di Nyinawimana che ospita bambini portatori di gravissimi handicap, che le rispettive famiglie hanno spesso abbandonato. I tre ragazzi sono tutti e tre focomelici ridotti su una carrozzina privi dell'uso delle gambe e con arti superiori decisamente compromessi. Entreranno a far parte degli oltre trecento bambini inseriti nel progetto adozioni dell'Associazione Kwizera diventandone il simbolo forse più vero, anche se magari, potendo scegliere, una famiglia adottante preferirebbe vedersi assegnata una bella bambina piuttosto che il bambino primo della classe.

L'incubatrice
L'Abbé Jean Marie, parroco di Nyinawimana ci riserva una sorpresa: in un locale della parrocchia è stata installata e messa in funzione un'incubatrice per pulcini, capace di sfornare 215 pulcini ogni venti giorni circa, arricchendo così le attività della fattoria. La notizia vera sta però nella storia di questa incubatrice. Donata dall'Associazione Kwizera alla diocesi di Byumba nel lontano 2006 è rimasta per tutti questi anni chiusa in un magazzino, per tutta una serie di motivi tecnici, fino a quando l'intraprendenza dell'Abbé Jean Marie la ha resa operativa. Quattro anni per rendere operativo un macchinario sembrano un po' troppi anche per i tempi africani!

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