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mercoledì 26 maggio 2010

Sui progetti è tempo di cambiare registro

Spesso capita di essere destinatari di progetti predisposti da esponenti locali rwandesi (parrocchie, gruppi giovanili) che avanzano richieste di sostegno finanziario per iniziative le più varie. Si tratta spesso di progetti ben formulati, corredati di preventivi di spesa precisi e puntuali, nel senso che vengono dettagliate puntualmente le singole voci di spesa. Sulla base di tali preventivi viene quindi avanzata la richiesta del relativo contributo che dovrebbe essere erogato, quasi a scatola chiusa. E qui nascono i problemi. Infatti, quando si va a guardare nel dettaglio, spesso, anche se non sempre, i prezzi risentono di qualche gonfiatura di troppo e difficilmente si trova qualche apporto volontario da parte delle persone coinvolte direttamente nel progetto o di coloro a favore dei quali l'iniziativa viene proposta. Anche i giovani animatori di un campo giovanile vogliono essere pagati! Quando arriva il muzungu sembra quasi che tutti debbano avere il proprio tornaconto; i prezzi  lievitano, le imprese guadagnano oltre il normale, il volontariato scompare. Forse è  giunto il tempo in cui ogni progetto da realizzarsi in loco con il contributo  di un'Associazione debba prevedere anche  un apporto locale, nelle forme ritenute più consone, che copra una certa percentuale dell'investimento previsto. Si potrà provedere la fornitura di un certo numero di ore lavoro a titolo gratuito o a un prezzo  "politico", piuttosto che la partecipazione con un apporto finanziario. Una simile impostazione servirebbe a fare una cernita preventiva dei progetti veramente necessari e giudicati tali dalla comunità locale che dovrebbe quindi sentirsi pienamente coinvolta nella sua realizzazione. Si dovrebbero inoltre privilegiare progetti che favoriscano una crescita reale della popolazione e lo sviluppo delle persone: Un corso di preparazione e formazione professionale, piuttosto che il sostegno di una micro iniziativa economica dovrebbero avere più impatto sul reale sviluppo della popolazione piuttosto che fare la supplenza in campi di diretta pertinenza dello stato, come per esempio la realizzazione di  un edificio scolastico. Anche perchè , in presenza di una  sempre più probabile contrazione dei fondi raccolti tra i vari benefattori, bisogna sempre ricercare un utilizzo il più proficuo possibile dei fondi disponibili. Si pensi a quanti micro progetti in campo formativo e di sviluppo di possono mettere in campo con le cifre importanti che si impiegano nel mattone. Un esempio: con il corrispettivo di un normale edificio scolastico si possono coinvolgere direttamente 1500 famiglie nel Progetto MIkAN, con ulteriori 1500 in attesa del primo capretto; in ultima analisi 6000 persone coinvolte e responsabilizzate in un percorso di crescita umano e sociale, con un effetto a macchia d'olio all'interno della comunità.Sono progetti come questi che richiedono il coinvolgimento delle persone che possono incidere veramente in un reale cambiamento di mentalità, dove l'aiuto non sia fine a se stesso ma reale molla per imparare a camminare con le proprie gambe. Perchè non ne parliamo?

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