Il governo di Kigali ha reso noto ieri alcuni dati relativi al fenomeno migratorio che interessa il Rwanda. Li riprendiamo prontamente in quanto potrebbero essere utili alla delagazione rwandese, composta dal vescovo di Cyangugu, Mons. Jean Damascene Bimenyimana e don Paolo Gahutu, rispettivamente presidente e segretario della commissione Migrantes rwandese, che parteciperà al VI Congresso Mondiale della Pastorale per i Migranti e i Rifugiati, sul tema “Una risposta pastorale al fenomeno migratorio nell'era della globalizzazione" che si terrà in Vaticano dal 9 al 12 novembre p.v..
Sono 63.441, secondo il Ministero del Governo Locale (MINALOC), i ruandesi che continuano a vivere come rifugiati in dodici paesi del continente africano. Si va dai 17.291 rifugiati in Uganda, seguita dalla Repubblica democratica del Congo con 17.014, Congo Brazaville 6.922, Zambia 5.098, Malawi e Zimbabwe rispettivamente con 4.453 con 3.077 e quindi il Kenya con 2.437 rifugiati, Sud Africa con 2.114, Camerun 1.438, Togo 902, Mozambico, con 612 e Benin 607. L’auspicio del governo è che tutti questi rwandesi possano fare ritorno in patria dove, dal 1994 ad oggi, sarebbero ritornati circa 3,2 milioni ruandesi, in precedenza rifugiati all’estero. Nel solo anno in corso, hanno fatto ritorno in Rwanda dalla Repubblica Democratica del Congo (RDC) 11.044 ex rifugiati , 5.583 dall'Uganda e 18 dallo Zambia. Sono in corso contatti con diversi governi e con la Commissione delle Nazioni Unite per i rifugiati per creare le condizioni che favoriscano il rientro in patria del maggior numero possibile di persone. Sul tavolo c’è anche la questione dei profughi stranieri, raggruppati in diversi campi in Rwanda, per i quali si stanno valutando le modalità per il rimpatrio nei paesi d’origine. Dai dati sopra riportati dovrebbero essere esclusi i rifugiati rwandesi nel nord Kivu, un problema a cui la comunità internazionale prima o poi dovrà trovare una soluzione.
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