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giovedì 28 maggio 2009

Banche e 5 per mille

Quando si  vedono certe campagne promozionali da parte di grandi istituzioni, espressione di banche e fondazioni bancarie promotrici di proprie iniziative in ambito sociale, per sollecitare la destinazione del 5 per mille, è lecito chiedersi se tali comportamenti  rispondano al vero spirito dell'istituto promosso a sostegno del terzo settore. La discesa in campo di tali competitor, capaci di campagne pubblicitarie particolarmente massicce e dispendiose (si veda il Project Malawi del Gruppo Intesa),  sottrae  risorse importanti, con una concorrenza quasi sleale,  alle migliaia di associazioni che a fatica riescono a recuperare i fondi per i loro programmi sociali. E' corretto che questi organismi si facciano pubblicità, prima nella campagna di sollecitazione della firma per il 5 per mille e successivamente attraverso le campagne di comunicazione che accompagnano la realizzazione dei progetti, attingendo per queste vere e proprie campagne promozionali anche ai fondi del 5 per mille, non  basterebbero i loro capienti budget per spese pubblicitare? E' questo lo spirito con cui il Ministro Tremonti ha promosso, a suo tempo,  la meritoria iniziativa del 5 per mille?

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