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lunedì 23 febbraio 2009

Nel segno della memoria e della riconoscenza

Nel primo anniversario della morte del caro nonno Alberto 16/7/1913 - 25/2/2008

Quando, un bel giorno, misurandoti con i tuoi pensieri ti rendi conto, per la prima volta, che il percorso fatto è sicuramente superiore a quello che ti rimane  ancora da compiere, allora, insinuante, subentra il momento dei bilanci.Devi misurarti con  quella particolare partita doppia  di quanto hai ricevuto  e di quanto hai dato a chi ti ha accompagnato in questo percorso. Inesorabile il bilancio evidenzia il deficit di riconoscenza accumulato negli anni. Da una parte la mole di quanto hai avuto, gratuitamente,  dai tuoi genitori: la vita, l’esempio, spesso un certo benessere, tutto quanto ha fatto di te una persona capace di incamminarsi sul percorso della vita; dall’altra la pochezza della tua risposta. Quando va  bene, hai limitato i danni: non hai dato particolari dispiaceri o preoccupazioni a chi ti ha voluto bene; qualche rara volta hai procurato qualche soddisfazione.Allora cominci un’affannosa corsa contro il tempo, per  cercare di colmare almeno con i tuoi cari questo deficit di affetto e di riconoscenza. 

Quando poi subentra il distacco rimane il senso di una rincorsa incompiuta: si sarebbe voluto ancora un po’ di tempo per poter tentare un improbabile recupero.Subentra allora il desiderio di coltivare la memoria dei nostri cari e di ricambiare, per loro tramite, il bene ricevuto.Con questi sentimenti abbiamo voluto  ricordare il caro nonno Alberto, che il buon Dio ha lasciato in mezzo a noi per novanta quattro anni, dedicando alla sua memoria un piccolo Centro Sociale all'interno del Centro Parrocchiale Sant Agostino di Nyagahanga in Rwanda ( vedi foto).

 

domenica 22 febbraio 2009

Undici anni di sacerdozio di Don Paolo

Pubblichiamo la lettera inviata agli amici italiani da Don Paolo:
Carissimi,
Le date del 21(ordinazione sacerdotale) e del 22 febbraio (la prima Messa) mi ricordano il mio cambiamento di vita attraverso un "Sì" all'appello del Signore per diventare l'operaio nella sua vigna. Sono già undici anni dal 1998; mi ricordo che eravate con me in quel momento indimenticabile della mia vita a Roma; il lungo e faticoso viaggio che avete fatto, la prima Messa cantata benissimo... La vostra presenza è stata una testimonianza, ma anche un dovere morale verso di me per ricordarmi la parola detta davanti a voi nel momento in cui dovessi cominciare a vivere il contrario di quello che ho detto: aspetto sempre il vostro consiglio di richiamo, ogni volta che sarà necessario...
Io però non dimenticherò quanto mi siete stati fratelli e sorelle in quel momento in cui ero lontano dai miei fratelli di sangue. Mi avete insegnato quanto nella mia vita sacerdotale io devo aprirmi all'universalità, e ricordarmi che il Vangelo di Cristo è una Buona Novella per tutti.
Grazie di cuore e auguri di ogni bene. 
Don Paolo Gahutu

mercoledì 18 febbraio 2009

Notizie da Matimba

Don Paolo sta lavorando con il suo ex vicario Don Emilien ( nella foto), da pochi mesi nuovo responsabile della parrocchia di Matimba, nell'estremo nord al confine con Uganda e Tanzania, per portare  in quella  comunità  l’esperienza della pastorale familiare, già sperimentata a Nyagahanga e in altre parrocchie della diocesi grazie anche al lavoro svolto dai coniugi Giovanni e Laura Paracchini ( vedi post del 16 gennaio). Negli incontri tra Don Paolo e Don Emilien si è parlato anche della possibilità di attuare a Matimba un prossimo modulo del Progetto MIkAN. Attendiamo gli sviluppi pronti a sostenere l'iniziativa.

martedì 17 febbraio 2009

Nyagahanga: Incontro delle scuole cattoliche al Centro sociale


Venerdì 20 febbraio p.v. il Centro sociale di Nyagahanga ospiterà un incontro del Vescovo di Byumba, Mons. Servilien , con i responsabili delle scuole cattoliche della zona, di cui Don Paolo non mancherà di relazionarci. Conoscendo l'importante ruolo che le scuole, a maggior ragione quelle d'ispirazione cristiana, sono chiamate  a ricoprire per favorire la crescita della comunità locale, esprimiamo forte l'auspicio che i tanti insegnanti impegnati nell'attività di docenza sappiano accompagnare questa loro attività formativa a favore di tanti bambini e giovani anche con  un forte impegno nella società locale mettendo a frutto i loro talenti. Sarà un grande giorno quando gli insegnanti della vicina scuola professionale agricola si renderanno disponibili per fare della formazione anche  per gli agricoltori della zona. Le 25 famiglie che hanno ricevuto la capretta del Progetto MIkAN sarebbero ben liete di trovare qualcuno che fornisse loro i rudimenti di base per l'allevamento. Il Centre social A.G. non farebbe mancare il proprio fattivo appoggio.  

Rwanda: una smart card per ogni cittadino

A partire dal presente anno, tutti i ruandesi potranno accedere  ai vari servizi automaticamente utilizzando il nuovo sistema elettronico di smart card. I servizi offerti comprendono: l'identificazione, l'accesso ai servizi assicurativi, servizi bancari e servizi per l'immigrazione. La produzione delle carte, curata dalla società britannica De La Rue,  è già stata avviata e si prevede che sarà a regime entro la fine dell'anno. A livello istituzionale finora solo il dipartimento di immigrazione e di emigrazione sono attrezzati  per l’utilizzo della smart card.Nella smart card saranno caricati i dati individuali, immagine, impronte e firma digitali, già acquisiti in sede di produzione delle carte d’identità nazionali.Attualmente, secondo fonti governative, sono state emesse oltre 4,7 milioni di carte d’identità su un totale di 5,1 milioni di cittadini di età superiore ai 16 anni, aventi diritto alla carta d’identità.

 Si rimane sempre piacevolmente sorpresi nell'apprendere degli sforzi di innovazione che le autorità stanno perseguendo per dare una struttura moderna al paese; semmai rimane da vedere quanto queste innovazioni incideranno sulla vita reale anche dei tanti rwandesi che vivono nei villaggi, dove i livelli di vita sono ancora  abbastanza lontani da standard accettabili. L'auspicio è che si presti attenzione anche a queste realtà periferiche, lontane dagli occhi dei media e scarsamente paganti a livello di comunicazione.

giovedì 12 febbraio 2009

Kwizera: grazie alla comunità di Piano della Rocca

Riportiamo la lettera indirizzata dal Presidente dell'Associazione Kwizera, Franco Simonini, alla comunità di Piano della Rocca.

Amici carissimi,
è da alcuni anni che la vostra comunità si adopera con successo per aiutare, uniti in un profondo legame alla nostra Associazione, i bambini indigenti del Rwanda. Sento quindi il dovere, in qualità di Presidente dell’Associazione Kwizera Onlus di rivolgervi questo breve ma sentito ringraziamento. Alla fine del 2001 abbiamo iniziato il cammino Missionario in aiuto di questo sfortunato popolo; dopo due anni, avvertiamo l’esigenza di dare vita ad un’ iniziativa a sostegno dei più piccoli ed indifesi, di quelli che, in ogni società rappresentano l’anello debole, i bambini. Dal 2003 la Comunità di Piano della Rocca è impegnata al nostro fianco in uno straordinario progetto di sostegno all’infanzia, mediante adozioni a distanza, in quel minuscolo Stato dell’Africa Centrale tristemente famoso per il sanguinoso genocidio che nel 1994 ha causato la morte di oltre ottocentomila esseri umani su una popolazione complessiva di poco più di otto milioni di abitanti.
Da subito, in collaborazione con i rappresentanti del vostro Borgo, abbiamo dato vita ad una iniziativa che mira ad alleviare le sofferenze ed a migliorare le condizioni umane di tanti ragazzi. Abbiamo, in comune accordo, attivato cinque aiuti a distanza ed impegnato le rimanenti risorse in un progetto di sostegno ad un grande Istituto Scolastico situato a Kibali, remota località del nord del Rwanda.
I successi e le soddisfazioni non hanno tardato a venire ed alcuni dei ragazzi adottati nella prima ora hanno conseguito, lo scorso anno, il diploma. Oggi, grazie al vostro intervento, si sono inseriti nel mondo del lavoro e possono sperare in un futuro migliore. Altri piccoli bambini hanno preso il loro posto e si sono avvicendati in questo cammino sulla strada della speranza. Come potrete immaginare l’aiuto a distanza affiancato ad un programma di incentivazione allo studio sono processi che coinvolgono non solo i singoli bambini, ma le famiglie e le comunità alle quali appartengono, diffondendo nei piccoli villaggi una ventata di fiduciosa attesa per affrontare le asperità che li aspetta nell’immediato futuro. La lotta contro l’analfabetismo è, a nostro parere, il primo gradino che il popolo delle Mille Colline deve affrontare per uscire dalla profonda, anche se gioiosa, povertà. Molto è stato fatto, ma il cammino è ancora lungo. Dal profondo del cuore voglio ringraziare Voi, amici della Comunità di Piano della Rocca, per avere condiviso con noi, umili lavoratori nella vigna del Signore, questo straordinario viaggio in aiuto dei bimbi poveri del Rwanda. Insieme a molti altri uomini e donne di buona volontà ci stiamo adoperando con successo per colmare, con la nostra opera, l’abisso che divide il mondo dell’inutile e del superfluo, il nostro mondo, dall’universo del nulla.
Grazie a Voi Amici di Piano della Rocca… persone capaci di cambiare il mondo!

martedì 10 febbraio 2009

Kwizera:nel 2008 destinati 100.000 euro ai progetti in Rwanda

Supera di poco i centomila euro  la somma che l’Associazione Kwizera ha destinato ai diversi progetti condotti in Rwanda nel corso  del 2008. Tale cifra rappresenta il 90,5% dell’intero ammontare dei fondi  che benefattori e sponsor hanno messo a disposizione dell’Associazione. Un risultato che tiene conto di costi di gestione, contenuti nei limiti del 2,1% dei fondi raccolti, e delle spese per le pubblicazioni ( la bella rivista annuale e il calendario) e per le iniziative sociali che incidono complessivamente per il 6,9%. Tali risultati, che consentono di destinare ai beneficiari finali 90 centesimi ogni euro raccolto, sono il frutto del grande impegno nella raccolta dei fondi e del contributo totalmente gratuito dei volontari impegnati nell’Associazione che arrivano a pagarsi di tasca propria anche il costo, non particolarmente contenuto, dei viaggi in Rwanda. Fa piacere sottolineare l’ottimo livello di efficienza con  cui i responsabili di Kwizera hanno saputo gestire i fondi che con fiducia sono stati loro affidati da tanti benefattori. Efficienza e trasparenza nella gestione, coniugate con l'impegno e la dedizione dei volontari,  sono il grande patrimonio di un’Associazione che da anni sa far incontrare  generosità e  bisogni. 

lunedì 9 febbraio 2009

Sempre vicini ai più deboli

L'amico Angelo, di cui conosciamo il grande e disinteressato impegno verso gli ultimi e i più deboli, ci invia questa testimonianza che volentieri pubblichiamo condividendone pienamente lo spirito. Sull'argomento è intervenuto anche Padre Gheddo nel suo blog Armagheddo che trovate nella sezione Elenco Blog nella colonna a fianco. 

 Vorrei mettere a conoscenza tutti i lettori del blog di questa “toccante” poesia che Padre Livio, direttore di Radio Maria Italia (l’emittente cattolica che trasmette da Erba provincia di Como), ha inviato agli iscritti alla mail list sabato mattina. Riportiamo di seguito il pensiero dedicato a Eluana “la ragazza a cui è stato deciso di sospendere l’alimentazione”

DEDICATA A ELUANA

Eluana, piccolo fiore

Tu sei la prediletta

al cuore del Signore.

 Tace la tua voce

mentre sei distesa

sul legno della croce.

 La tua luce splende

nella notte oscura

di un mondo che non comprende.

 Il tuo cuore è una sorgente

che emana amore

sul freddo della gente.

 Tu sei un tesoro

molto più prezioso

di un forziere d'oro

 Una mano che rapina

al tuo letto si è avvicinata

nella penombra della mattina.

 Anche tu, come Gesù,

griderai "Ho sete!"

prima di volare lassù.

 Ottienici in dono

quando entrerai in cielo

la grazia del perdono.

 Padre Livio

 Leggendo queste straordinarie parole mi sono tornati in mente i passi del Vangelo di Matteo 25 versetto 41 e successivi “Poi dirà a quelli posti alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere;  ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato.  Anch`essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito?  Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l`avete fatto a me".

In questo particolare momento vorrei invitare tutti gli uomini e donne di buona volontà, anche i carissimi fratelli Rwandesi , ad unirsi a noi nell’ardente preghiera perchè non venga stroncata la vita di questa ragazza. Dobbiamo in questa circostanza, aggredire il cielo con le nostre suppliche ed appellandoci alla Sua Divina Misericordia attendere che sia fatta la volontà di Dio.

Non dimentichiamo che niente è impossibile a Dio!

Angelo B.

venerdì 6 febbraio 2009

Pronto il gruppo elettrogeno per il CP di Nyagahanga

Verrà spedito a giorni in Rwanda il generatore elettrogeno che andrà a completare il Centro di Nyagahanga. La spedizione, per via aerea, sarà curata dalla Etex Logistic dell'amico Alessandro Pruneri che ci ha praticato un prezzo di assoluta affezione.
Si tratta di un generatore di 6 KVA, 230 V, 3000 giri , con un motore Lombardini, completo di regolatore elettronico di tensione. Vista la potenza, il generatore potrà servire il Centro Parrocchiale e potrà anche venire incontro alle esigenze della vicina scuola primaria, così come sollecitato da Don Paolo. Poichè si tratta di un generatore diesel, esiste anche la possibilità che nel futuro si possa alimentarlo con l'olio di Jatropha, se saremo in grado di far decollare il relativo progetto, su cui da tempo si sta lavorando.

domenica 1 febbraio 2009

Valide anche all'equatore le regole per una corretta gestione di un progetto

Quando Don Paolo propose all’Associazione Kwizera il recupero e la valorizzazione di alcuni stabili abbandonati e fatiscenti della parrocchia di Nyagahanga , fatta una valutazione preliminare circa la coerenza dello stesso progetto con i programmi associativi, fu immediatamente messa mano alla pianificazione dell’intervento. Dopo una ricognizione sul posto per raccogliere tutte le indicazioni necessarie, con Don Paolo è stato predisposto un budget, in franchi rwandesi, dell’intero intervento con un buon livello di dettaglio: costo dei lavoratori, dei materiali di costruzione, degli infissi, degli impianti e degli arredi e di tutto quanto necessario. Di pari passo con l’avanzamento dei lavori, condotti sulla base di disegni appositamente predisposti, Don Paolo predisponeva una rendicontazione delle spese sostenute, arrivando a un livello di dettaglio estremo ( è esposto il costo di un kilo di chiodi piuttosto che la mancia data a chi ha aiutato a scaricare un camion). Ad ogni stato di avanzamento veniva quindi inviata in Rwanda una nuova tranche di 5/7.000 euro di cui Don Paolo curava il cambio rendicontando il relativo rapporto di cambio. Con un simile metodo si è condotto a termine il progetto nei tempi previsti e, soprattutto, rispettando in maniera puntuale il budget di spesa preventivato.
Ho voluto brevemente ricordare questa esperienza il cui merito, per inciso, va riconosciuto in toto a Don Paolo, perché è sempre più diffusa, presso alcuni nostri amici rwandesi, la convinzione che la gestione di un progetto di solidarietà possa essere fatta con la sola buona volontà, prescindendo dall’applicazione dei criteri richiesti nella corretta pianificazione e gestione di un progetto e nell’utilizzo del denaro. Gestire correttamente un progetto, misurandosi continuamente con la scarsezza dei mezzi disponibili, non è un principio che valga solo in Europa e di cui si possa prescindere all’equatore. Proprio perché stiamo parlando di opere di solidarietà e quindi di gestione di fondi che faticosamente vengono raccolti tra i tanti benefattori in Italia, le regole che riguardano qualsiasi impresa economica devono trovare qui una applicazione ancor più stringente.
Non si può quindi intraprendere un’iniziativa con improvvisazione e senza porsi il problema del relativo costo confidando che, alla sua conclusione, qualcuno provvederà a saldare i conti qualunque essi siano. Non si può non vigilare sulle spese, sull’impegno dei lavoratori, sulla scelta dei materiali, sul rispetto dei preventivi andando avanti alla cieca nella convinzione che, comunque vada, alla fine qualcuno provvederà a sistemare le cose. Se questi principi non verranno fatti propri anche dai nostri amici rwandesi ne uscirà indebolita la collaborazione in essere con le conseguenze che ricadranno sulle popolazioni locali a favore delle quali tutti siamo impegnati
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