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lunedì 29 dicembre 2008
La partenza di Stefano
Stefano prevede di partire da Kigali martedì sera con il volo della Brussels Airlines che lo porterà prima a Bruxelles e poi, nella tarda mattinata di mercoledì, a Milano, giusto in tempo per un fine anno italiano. Confidiamo che al suo rientro affiderà ad Albe rwandesi qualche sua sensazione di questa avventura africana, corredando il tutto con le foto scattate in terra rwandese ( purtroppo problemi tecnici, sempre incombenti laggiù, hanno limitato la funzionalità della macchiana fotografica). Non sappiamo ancora cosa ci vorrà raccontare; possiamo però sin d'ora allertarlo su un insidioso virus che si porterà appresso e di cui non si conosce ancora la cura: il mal d'Africa.
domenica 28 dicembre 2008
Un interessante documentario sulla Jatropha
Don Paolo ci comunica che l'interesse per la Jatropha sta crescendo anche in Rwanda. A Byumba ci si sta interrogando sulla possibilità di dare vita a un progetto: l'economato della diocesi è stato interessato da persone di fuori all'argomento. Don Paolo ha cominciato a piantare un po' artigianalmente alcune piantine a Nyagahanga. Indubbiamente se si vuole affrontare un progetto in modo adeguato bisogna procedere in maniera informata. Per questo oltre ad attingere al Dossier Jatropha, reperibile qui a fianco nella sezione pubblicazioni, mi sembra utile mettere in rete questo documentario didattico girato in francese in Madagascar. E' uno strumento sicuramente utile per avvicinarsi ulteriormente al problema. Poi si potrà mettere mano a un progetto ben strutturato. Speriamo che il filmato si possa vedere anche con i collegamenti internet operativi in Rwanda.
sabato 27 dicembre 2008
Delegazione di vescovi nigeriani in Rwanda per favorire la pace
Riprendiamo dalla Radio Vaticana.
“La nostra visita deriva dalla volontà di rafforzare lo spirito di solidarietà e di reciproca interdipendenza tra la Chiesa in Nigeria e la Chiesa in Rwanda”: è quanto scrivono i vescovi nigeriani in un messaggio pubblicato in occasione della visita di una loro delegazione in Rwanda esprimendo la speranza di poter “contribuire alla pace e al processo di riconciliazione”. I vescovi nel loro messaggio ricordano come “l’impegno dei cattolici per la pace derivante dalla Dottrina Sociale della Chiesa obbliga a riconoscere il valore assoluto della persona umana, creata a immagine di Dio e dunque investita di diritti e di obblighi che derivano direttamente dalla natura stessa dell’essere umano”. Parole importanti in un Paese in cui un gruppo esercita quasi esclusivamente il potere militare, politico ed economico e non tollera alcuna critica o sfida all’autorità. La Conferenza episcopale nigeriana esorta la società rwandese a creare un ente neutrale, come un ufficio del difensore civico, che stabilisca norme eque per la competizione politica al fine di evitare abusi che possano portare a ulteriori tensioni. Il messaggio, infine, invita la Chiesa del Rwanda a continuare gli sforzi di pace e riconciliazione, ricordando che la Chiesa deve impegnarsi per essere identificata come portatrice di pace. Si tratta – si legge - della responsabilità importante della Chiesa di integrare la fede e l’azione al fine di garantire il suo ruolo di coscienza del popolo. (F.C.)
mercoledì 24 dicembre 2008
Buone Feste
A tutti gli amici di Albe rwandesi un caro augurio di un
sereno Natale e felice 2009
Noheli nziza n’Umwaka mushya muhire 2009.
domenica 21 dicembre 2008
Flash dal Rwanda 2
Stefano scrive:
21.12 Oggi ho camminato per qualche km in compagnia di una decina di bimbi di Kagera, poi divenuti una ventina, poi trenta e..senza accorgermene mi sono ritrovato in un campo da calcio(?) con più di cento bimbi a prendere a pedate della carta arrotolata. Per un certo tempo di un certo istante io, supertrampbes, mi sono sentito felicemente africano!
20.12 Fra gli ultimi(?), fra bimbi sorridenti, abbracci speranzosi e occhi colmi di gratitudine nell'eco di canti e balli festosi e urla gioiose e giocose.
Giornata della Pace 2009: Combattere la povertà, costruire la pace
Non ha raccolto una particolare eco sui media il Messaggio di Papa Benedetto XVI per la celebrazione della Giornata Mondiale della Pace 2009. Forse essendo diventato un appuntamento ormai tradizionale si ritengono questi messaggi una scadenza quasi scontata e ripetitiva. Il messaggio di quest’anno dal titolo “Combattere la povertà, costruire la pace” è un forte richiamo all’impegno a favore degli ultimi. Con la lucidità che caratterizza le esternazione di S.S. Benedetto XVI, viene fatta un’analisi puntuale dei principali problemi che affliggono una grande parte della popolazione mondiale. Oltre ai richiami a non imputare la povertà allo sviluppo demografico, ai problemi delle malattie pandemiche, all’eccesso delle spese militari, tutti argomenti già più volte affrontati in passato, trovano spazio nel messaggio di quest’anno due argomenti di stringente attualità: la crisi alimentare e quella finanziaria. Per quanto attiene la crisi agricola “tale crisi è caratterizzata non tanto da insufficienza di cibo, quanto da difficoltà di accesso ad esso e da fenomeni speculativi e quindi da carenza di un assetto di istituzioni politiche ed economiche in grado di fronteggiare le necessità e le emergenze”. Sulla crisi finanziaria l’analisi del Papa, pur nella sua estrema sinteticità, evidenzia ciò che i grandi analisti non sanno o non vogliono ammettere: “anche la recente crisi dimostra come l'attività finanziaria sia a volte guidata da logiche puramente autoreferenziali e prive della considerazione, a lungo termine, del bene comune”.
Trattando poi del commercio internazionale il Santo Padre rinnova un appello “perché tutti i Paesi abbiano le stesse possibilità di accesso al mercato mondiale, evitando esclusioni e marginalizzazioni” penalizzanti i paesi , per la gran parte africani, che dipendono economicamente dalle esportazioni di prodotti primari.
“Da tutto ciò emerge che la lotta alla povertà richiede una cooperazione sia sul piano economico che su quello giuridico che permetta alla comunità internazionale e in particolare ai Paesi poveri di individuare ed attuare soluzioni coordinate per affrontare i suddetti problemi realizzando un efficace quadro giuridico per l'economia”.
Senza nascondere come non si possa “negare che le politiche marcatamente assistenzialiste siano all'origine di molti fallimenti nell'aiuto ai Paesi poveri” il Messaggio richiama l’attenzione sulla necessità di “investire nella formazione delle persone e sviluppare in modo integrato una specifica cultura dell'iniziativa” per dare corpo a un vero progetto a medio e lungo termine che, al di là delle possibili politiche e tecniche applicate, metta i poveri al primo posto e veda un reale coinvolgimento delle persone. Infatti, la lotta alla povertà ha “bisogno di uomini e donne che vivano in profondità la fraternità e siano capaci di accompagnare persone, famiglie e comunità in percorsi di autentico sviluppo umano”. Parole particolarmente impegnative per tutti coloro che intendono impegnarsi nel volontariato.
Trattando poi del commercio internazionale il Santo Padre rinnova un appello “perché tutti i Paesi abbiano le stesse possibilità di accesso al mercato mondiale, evitando esclusioni e marginalizzazioni” penalizzanti i paesi , per la gran parte africani, che dipendono economicamente dalle esportazioni di prodotti primari.
“Da tutto ciò emerge che la lotta alla povertà richiede una cooperazione sia sul piano economico che su quello giuridico che permetta alla comunità internazionale e in particolare ai Paesi poveri di individuare ed attuare soluzioni coordinate per affrontare i suddetti problemi realizzando un efficace quadro giuridico per l'economia”.
Senza nascondere come non si possa “negare che le politiche marcatamente assistenzialiste siano all'origine di molti fallimenti nell'aiuto ai Paesi poveri” il Messaggio richiama l’attenzione sulla necessità di “investire nella formazione delle persone e sviluppare in modo integrato una specifica cultura dell'iniziativa” per dare corpo a un vero progetto a medio e lungo termine che, al di là delle possibili politiche e tecniche applicate, metta i poveri al primo posto e veda un reale coinvolgimento delle persone. Infatti, la lotta alla povertà ha “bisogno di uomini e donne che vivano in profondità la fraternità e siano capaci di accompagnare persone, famiglie e comunità in percorsi di autentico sviluppo umano”. Parole particolarmente impegnative per tutti coloro che intendono impegnarsi nel volontariato.
Il Buon Natale dei Lake Angels
Si è svolto Sabato 20 Dicembre 2008, presso il Teatro dei Differenti di Barga (Lu) il concerto di Natale organizzato e voluto dai Lake Angels per finanziare la realizzazione dell'acquedotto di Kiruri. L'iniziativa di beneficenza che si è svolta davanti ad un nutrito pubblico ha dato, ancora una volta, dimostrazione dell'ottima capacità organizzativa degli Angeli del Lago e soprattutto dell'amore che lega questo straordinario gruppo di amici alla realtà del "povero" Rwanda.
L'Ass. Kwizera, con cui i Lake Angels collaborano nella realizzazione del progetto dell'acquedoto, ha colto l'occasione, tramite il suo segretario Angelo Bertolucci, per ringraziare tutti coloro che si sono adoperati per la perfetta riuscita di questo bellissimo evento musicale, e per augurare, dal profondo del cuore, un "Buon Natale a Voi... che non aspettate il Natale per essere migliori".
sabato 20 dicembre 2008
Flash dal Rwanda
Stefano scrive:
Rwanda:l'urgere selvaggio di una natura levitante..stordito dalla bellezza di questo paese.
Don Paolo scrive:
Stefano è adesso a Kagera a 7 km dalla parrocchia di Nyagahanga. Sta in mezzo ai bambini che lo rincorrono e lo circondano, segno di accoglienza del diverso.E lui gioioso tocca con le sue mani e vede con i suoi occhi la realtà del popolo rwandese...
giovedì 18 dicembre 2008
Stefano in viaggio...con qualche disguido
In questo momento il nostro Stefano è ancora all'aeroprto di Kigali ad aspettare la sua valigia smarrita ( secondo nostre fonti non per sola colpa della compagnia aerea.....). Verso le ore 21, se come promesso la valigia sarà recuperata, potrà finalmente partire con Don Paolo per Nyagahanga, un piccolo villaggio al nord del Rwanda. Dopo un paio d'ore sulla vecchia Suzuki della parrocchia, Stefano potrà finalmente raggiungere la meta. Per gli amici che da lontano seguono il suo viaggio consigliamo di vedere il filmato "Don Paolo Parroco di Nyagahanga" presente nella sezione video, che farà conoscere l'ambiente dove Stefano opererà.
mercoledì 17 dicembre 2008
La fame nel mondo si vince con l’educazione
Dal blog ARMAGHEDDO di Padre Piero Gheddo riprendiamo questo contributo di cui condividiamo, anche alla luce della piccola esperienza maturata, il richiamo all'impegno formativo a favore delle popolazioni dei paesi dove ancora la fame è un problema con cui misurarsi quotidianamente.
Il Rapporto annuale della FAO 2008 sulla “insicurezza alimentare”, presentato alla stampa internazionale il 9 dicembre corso, porta una triste notizia: l’impegno che i Grandi della terra avevano preso all’inizio del 2000 di dimezzare la fame nel mondo entro il 2015 non sarà realizzato, anzi negli ultimi anni la situazione va peggiorando. Nel 2000 gli “affamati” erano 842 milioni, alla fine del 2007 923 milioni! Dei quali 583 in Asia e Pacifico, 236 in Africa, 51 in America Latina e Caraibi, 37 nel Medio Oriente e Nord Africa, 16 nei cosiddetti “paesi sviluppati”. Il direttore generale della FAO, Jacques Diouf, ha affermato che “per salvare gli affamati servono 30 miliardi di dollari l’anno, poca cosa in confronto alle spese per armamenti”.
Più che una notizia, questo è un grido d’angoscia, che non può lasciarci indifferenti. Lo scandalo della “fame nel mondo” è scoppiato nel 1960 quando la stessa FAO lanciava la campagna mondiale contro questo terribile flagello. Quasi cinquant’anni dopo non si sa ancora cosa fare per vincere “l’unica guerra che merita di essere combattuta”. Mi stupisco sempre di come la FAO, quando presenta questi dati che sono una sconfitta per tutti, parli sempre e solo di soldi, di prezzi mondiali degli alimenti, di tecniche per produrre più cibo. Non parla mai di educazione a produrre di più, da parte dei popoli che soffrono la fame. Eppure questa è l‘esperienza di tutti i missionari che vivono tra le popolazioni più misere e diseredate e anche l’impegno della Chiesa per elevare la condizione umana: “Prima insegnare a lavorare per bastare a se stessi, poi costruiremo la chiesa”, diceva il Venerabile padre Clemente Vismara, per 65 anni missionario in Birmania.
E’ mancata finora una vera analisi del perché le popolazioni più povere e analfabete soffrono la fame. Il vero problema che si osserva viaggiando nelle regioni più colpite dal flagello, è di rendere tutti i popoli autosufficienti almeno nella produzione del cibo che consumano. Sembra quasi che avendo 30 miliardi di dollari all’anno da spendere si risolva automaticamente lo scandalo della fame. I soldi sono necessari, ma dati ad un popolo che non è capace di produrre, non ha la mentalità di produrre con tecniche nuove, creano corruzione. Ma è più facile mandare milioni di dollari in aiuto, che convincere i governi locali a spendere di più per l’educazione, per le campagne, per le fasce di popolo più povere e isolate. E’ più facile mandare trattori e altre macchine e navi di cibo da distribuire, che offrire personale, volontario o stipendiato, per aiutare nell’opera di educazione, di formazione del piccolo popolo abbandonato.
In concreto, come possono la maggioranza dei paesi africani vincere la fame, quando il loro analfabetismo è ancora superiore al 50% della popolazione? L’Africa nera, secondo dati della FAO, nel 1960 esportava cibo, oggi importa il 30% del cibo che consuma. Aumentano gli abitanti e non aumenta in proporzione la produzione agricola. Nel 1964, il grande agronomo francese René Dumont, scriveva un libro profetico, “L’Afrique noire est mal partie”. Dopo un viaggio di indagine sull’agricoltura in vari paesi africani, scriveva che “se i governi da poco diventati indipendenti trascurano i contadini e l’educazione dei giovani, l’Africa va incontro ad una grave crisi alimentare”. E dimostrava questa sua previsione. Che infatti si sta realizzando alla lettera.
Più che una notizia, questo è un grido d’angoscia, che non può lasciarci indifferenti. Lo scandalo della “fame nel mondo” è scoppiato nel 1960 quando la stessa FAO lanciava la campagna mondiale contro questo terribile flagello. Quasi cinquant’anni dopo non si sa ancora cosa fare per vincere “l’unica guerra che merita di essere combattuta”. Mi stupisco sempre di come la FAO, quando presenta questi dati che sono una sconfitta per tutti, parli sempre e solo di soldi, di prezzi mondiali degli alimenti, di tecniche per produrre più cibo. Non parla mai di educazione a produrre di più, da parte dei popoli che soffrono la fame. Eppure questa è l‘esperienza di tutti i missionari che vivono tra le popolazioni più misere e diseredate e anche l’impegno della Chiesa per elevare la condizione umana: “Prima insegnare a lavorare per bastare a se stessi, poi costruiremo la chiesa”, diceva il Venerabile padre Clemente Vismara, per 65 anni missionario in Birmania.
E’ mancata finora una vera analisi del perché le popolazioni più povere e analfabete soffrono la fame. Il vero problema che si osserva viaggiando nelle regioni più colpite dal flagello, è di rendere tutti i popoli autosufficienti almeno nella produzione del cibo che consumano. Sembra quasi che avendo 30 miliardi di dollari all’anno da spendere si risolva automaticamente lo scandalo della fame. I soldi sono necessari, ma dati ad un popolo che non è capace di produrre, non ha la mentalità di produrre con tecniche nuove, creano corruzione. Ma è più facile mandare milioni di dollari in aiuto, che convincere i governi locali a spendere di più per l’educazione, per le campagne, per le fasce di popolo più povere e isolate. E’ più facile mandare trattori e altre macchine e navi di cibo da distribuire, che offrire personale, volontario o stipendiato, per aiutare nell’opera di educazione, di formazione del piccolo popolo abbandonato.
In concreto, come possono la maggioranza dei paesi africani vincere la fame, quando il loro analfabetismo è ancora superiore al 50% della popolazione? L’Africa nera, secondo dati della FAO, nel 1960 esportava cibo, oggi importa il 30% del cibo che consuma. Aumentano gli abitanti e non aumenta in proporzione la produzione agricola. Nel 1964, il grande agronomo francese René Dumont, scriveva un libro profetico, “L’Afrique noire est mal partie”. Dopo un viaggio di indagine sull’agricoltura in vari paesi africani, scriveva che “se i governi da poco diventati indipendenti trascurano i contadini e l’educazione dei giovani, l’Africa va incontro ad una grave crisi alimentare”. E dimostrava questa sua previsione. Che infatti si sta realizzando alla lettera.
domenica 14 dicembre 2008
Per non dimenticare
La tragedia del Rwanda rivissuta nelle parole di Papa Giovanni Paolo II dal 1990 al 2002. Tutti gli interventi del Santo Padre a testimonianza di una continua vicinanza della Chiesa al popolo rwandese.
Clicca qui o sulla copertina per accedere al testo.
sabato 13 dicembre 2008
Buon viaggio, Stefano
Parte martedì per il Rwanda il grosino Stefano Besio. Si tratterà a Nyagahanga, presso la Parrocchia di Don Paolo, per quindici giorni prorogabili in dipendenza del rinnovo del visto da parte delle autorità locali. Lavoratore in Svizzera nell'ambito dell'edilizia, Stefano ha approfittato della pausa invernale per effettuare questo viaggio che lui definisce "turismo intelligente". In realtà, siamo convinti che le motivazioni che hanno ispirato questa scelta vadano al di là della semplice curiosità di vedere realtà un po' diverse dalle solite cartoline turistiche che i giovani sono soliti privilegiare. Apprenderemo al suo ritorno, oppure dalle notizie che vorrà darci via web nel durante della sua permanenza in Rwanda, quale sarà l'esperienza vera che avrà maturato.
Per intanto, metterà a disposizione le sue capacità per aiutare Don Paolo nei lavori di ristrutturazione di alcuni locali della parrocchia per ricavarne una specie di foresteria, dove potranno essere ospitati i catechisti delle varie sottoparrocchie che periodicamente partecipano a incontri nella sede di Nyaahanga. Potrà inoltre far valere le sue abilità calcistiche con i giovani dell'oratorio e con la squadra di calcio della parrocchia guidata da Don Pascale.
Per intanto, metterà a disposizione le sue capacità per aiutare Don Paolo nei lavori di ristrutturazione di alcuni locali della parrocchia per ricavarne una specie di foresteria, dove potranno essere ospitati i catechisti delle varie sottoparrocchie che periodicamente partecipano a incontri nella sede di Nyaahanga. Potrà inoltre far valere le sue abilità calcistiche con i giovani dell'oratorio e con la squadra di calcio della parrocchia guidata da Don Pascale.
lunedì 8 dicembre 2008
Progetti 2009 dell'Ass. Kwizera: il laboratorio di Bungwe
Dopo la conclusione della campagna 2008 che ha visto:
- la realizzazione del Centro Polifunzionale di Nyagahanga,
- la conclusione del Villaggio dei BaTwa
- la prosecuzione del Progetto Adozioni
Illustriamo oggi il progetto che interesserà la parrocchia di Bungwe. Nel villaggio situato all’estremo nord del paese, distante una manciata di chilometri dal confine ugandese, verrà realizzato un edificio di circa 100 mq (14 metri di lunghezza e 8 in larghezza) che ospiterà al suo interno un ampio spazio destinato a laboratorio artigianale, con 15 macchine di maglieria, un magazzino di stoccaggio, due piccoli uffici ed i servizi igienici. La realizzazione si propone di dare uno sbocco lavorativo a un gruppo di una trentina di giovani facenti parte di una associazione parrocchiale che raggruppa circa 250 ragazzi, quasi tutti orfani di padre e di madre ( vedi foto).La gran parte di questi giovani, ancora in età scolare, sono stati aiutati dall'associazione parrocchiale a rientrare alla scuola elementare che avevano disertato; per altri 120 ragazzi si è potuto trovare il materiale scolastico necessario, ad altri 25 che erano stati mandati via da scuola è stata fornita la divisa scolastica, a 50 ragazzi delle superiori , infine, sono stati pagati i biglietti per tornare a scuola. Per i giovani che lavoreranno nel laboratorio è stato avviato un corso di formazione artigianale per insegnare loro a utilizzare le nuove macchine di maglieria. In questo senso si sta cercando di dare un futuro a questi ragazzi che finora erano dispersi nei villaggi senza occupazione.
giovedì 4 dicembre 2008
Un sorriso che rivivrà tra i bambini rwandesi
Il 4 ottobre, in seguito a una grave malattia, è mancata Eleonora Spinelli, da 10 anni assistente alla Direzione Commerciale British Airways Italia, figura amata e apprezzata da tutti i colleghi, collaboratori e partners della compagnia. Eleonora è stata un esempio di forza, vivacità e passione e ha sempre accolto con un sorriso le diverse circostanze della vita. Amava viaggiare e approfondiva questo interesse anche in ambito professionale nel quotidiano lavorativo, mettendo a disposizione le sue esperienze e conoscenze.
I colleghi hanno voluto ricordare Eleonora con una generosa offerta all'Associazione Kwizera Onlus per le sue opere in Rwanda. Siamo certi che il sorriso di Eleonora rivivrà sul volto di tanti bambini che beneficeranno degli interventi dell'Ass. Kwizera.
I colleghi hanno voluto ricordare Eleonora con una generosa offerta all'Associazione Kwizera Onlus per le sue opere in Rwanda. Siamo certi che il sorriso di Eleonora rivivrà sul volto di tanti bambini che beneficeranno degli interventi dell'Ass. Kwizera.
martedì 2 dicembre 2008
Grosio-Nyagahanga via Skype
Collegamento riuscito da pc ( nome Skype martino.ghilotti) a pc con Don Paolo a Nyagahanga.
Telefonata gratis con un buon livello audio e possibilità di vedersi via webcam , anche se con una qualità ancora molto bassa. Qui a fianco è riportatato un fermo immagine tratto dalla telefonata. Basta scaricare sul proprio computer Skype e il gioco è fatto: si può chiamare Don Paolo (nome Skype abbe.paul).
Telefonata gratis con un buon livello audio e possibilità di vedersi via webcam , anche se con una qualità ancora molto bassa. Qui a fianco è riportatato un fermo immagine tratto dalla telefonata. Basta scaricare sul proprio computer Skype e il gioco è fatto: si può chiamare Don Paolo (nome Skype abbe.paul).