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martedì 24 giugno 2008

E se.....mettessimo un'Iva a favore dei più poveri

Quando in una parrocchia della nostra florida Italia si è in grado di finanziare un'opera per centinaia di migliaia di euro, magari per un intervento non riconducibile a quelli di stretta necessità, è lecito chiedersi se quella stessa comunità locale, capace di un simile sforzo finanziario, non possa farne uno ulteriore, percentualmente contenuto, a favore di comunità meno fortunate, prive del necessario. In breve, perchè non ipotizzare una specie di Iva ecclesiastica ( pensiamo anche solo a un 5%) con cui gravare, in termini del tutto volontari, gli investimenti delle parrocchie, destinando il ricavato a una parrocchia gemellata di un paese del cosiddetto terzo mondo? Oltre a vivere la giusta dimensione universale della Chiesa, scopriremmo anche una diversa dimensione del valore della nostra offerta: in un paese africano con 10.000 euro si costruisce una chiesa capace di accogliere 500 persone!





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