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sabato 27 aprile 2024

Dal turismo e dagli investimenti esteri buone notizie per l'economia ruandese

 Aumento delle entrate dal turismo ed aumento degli investimenti dall'estero sono due notizie che denotano il buono stato dell'economia ruandese. Nel 2023, le entrate del turismo del Rwanda sono aumentate del 36% da 445 milioni di dollari nel 2022 per raggiungere 620 milioni di dollari, concorrendo per il 10% al PIL nazionale. La crescita generata da 1,4 milioni di visitatori indica che il settore ha superato i ricavi del 2019, con un tasso di recupero del 124%, archiviando il periodo negativo della pandemia di Covid-19. Oltre al turismo classico attirato dai Parchi dell'Akagera, dei Virunga e del Parco Nazionale Nyungwe, dichiarato Patrimonio dell'Umanità nel 2023, particolare importanza riveste il turismo congressuale del settore MICE (Meetings, Incentives, Conferences and Events) che ha registrato entrate per 95 milioni di dollari nel 2023, da 160 eventi che hanno attirato 65.000 delegati.L'altra notizia positiva per l'economia è che nel 2023 sono arrivati in Rwanda 2,47 miliardi di dollari di investimenti relativi a 513 progetti, in aumento del 50% rispetto a 1,6 miliardi di dollari registrati nel 2022 .Secondo l'ultimo rapporto annuale della RDB, la maggior parte degli investimenti registrati proveniva dall'India e dagli Emirati Arabi Uniti (EAU).Si prevede che gli investimenti registrati genereranno più 40.198 posti di lavoro, la maggior parte dei quali sarà creata nelle attività manifatturiere, agricole, forestali, ittiche e immobiliari.Il rapporto indicava che l'83,4% di tutti gli investimenti, ovvero 2,1 miliardi di dollari, erano diretti alla città di Kigali, seguita dalla provincia orientale, che attirava il 10,6% (262,9 milioni di dollari). L’aumento degli impegni di investimento è attribuito in gran parte al programma Manufacture and Build to Recover (MBRP), un’iniziativa governativa lanciata nel 2022 per incentivare gli investitori nei settori manifatturiero, di trasformazione agricola e dell’edilizia.Il programma mirava a ridurre i costi di creazione delle industrie; sostenere le aziende esistenti che desiderano espandersi e incoraggiare gli investimenti nelle fasi di pianificazione e di implementazione iniziale, per contribuire allo sforzo del Paese di riprendersi dall’impatto del Covid. Per quanto attiene la provenienza degli investitori, quelli provenienti dall'India, la principale fonte di investimenti esteri del Rwanda, hanno investito 175,2 milioni di dollari, pari al 7,1% del totale, mentre quelli degli Emirati Arabi Uniti hanno investito circa 138,2 milioni di dollari, che rappresentano il 5,6%.Gli investimenti provenienti da Germania, Mozambico e Nigeria sono stati rispettivamente di 131,5 milioni di dollari, 117,9 milioni di dollari e 115,2 milioni di dollari, quelli cinesi hanno impegnato 79,1 milioni di dollari, mentre quelli dell’Eritrea e delle Mauritius hanno impegnato rispettivamente 68,7 milioni e 65,3 milioni di dollari.dollari.Gli investitori nazionali hanno assunto impegni di investimento per un valore di 959,5 milioni di dollari, che rappresentano il 38,8% degli investimenti totali registrati nel 2023.


domenica 21 aprile 2024

Nuove regole in arrivo per le ONG operanti in Rwanda

Giovedì scorso l'Assemblea parlamentare ruandese ha adottato all'unanimità in prima lettura un disegno di legge che regolamenta l'operatività delle ONG che intendono operare in Rwanda prevedendo regole stringenti sull'operatività di queste organizzazioni. Il testo, che ha suscitato alcune perplessità tra gli addetti ai lavori,  prevede che le organizzazioni abbiano l'obbligo di presentare alle autorità i rapporti di attività e finanziari dell'anno precedente nonché il piano d'azione per l'anno successivo. Si prevede in particolare che i costi operativi non superino il  20% del budget. Misure destinate, secondo il ministro promotore, a contrastare le ONG descritte come “  poco serie  ” e “  fuorvianti  ” che non adempiono al loro mandato. Il testo dovrà presto tornare in Parlamento per il voto finale.


martedì 9 aprile 2024

Approvato il bilancio 2023 dell'Ass. Kwizera odv

L'assemblea dell'Ass. Kwizera odv, riunitasi in data 7 aprile ha approvato il bilancio 2023, predisposto secondo il modello previsto dalla normativa vigente in materia, che evidenzia una raccolta fondi di 15.804 euro (13.623 nel ’22). Le principali voci della raccolta riguardano: contributi ed erogazioni liberali per 6.370 euro, di cui 1.490 euro revenienti dall’iniziativa solidale organizzata in parrocchia a Grosio, contributi da soggetti privati per euro 3.395, proventi da 5x1000 euro 6.038,60 per gli anni 2020 e 2021. In Rwanda sono stati inviati 16.000 euro (12.000 nel ’22), pari ad un controvalore in valuta locale di 20.769.882 Frw, mentre 500 euro, come negli anni passati, sono stati donati a padre Damiano in Libano. Le spese sono state contenute in un totale di euro 566,62, per spese postali, bancarie e assicurative compresi euro 206,00 per il biglietto aereo di don Paolo. Poiché all’inizio del 2023 c’era una giacenza residua in Rwanda di 4.880.669 Frw, pari a un corrispettivo di circa 3.750 euro, e nel corso dell’anno sono stati inviati 20.769.882 Frw mentre a fine anno residuavano 12.299.701 Frw, nel corso dell’intero 2023 sono stati impiegati sul territorio, a favore della popolazione locale, un totale di circa 13.350.000 Frw pari, al cambio medio annuale di 1.300, a 10.300 euro distribuiti come in appresso illustrato. Al Progetto Adozioni, che coinvolge 33 bambini e ragazzi, sono andati Frw 3.300.000, per un’erogazione per ogni bambino di 100.000 Frw. Alla gestione dell’Asilo Carlin, sono stati destinati per il pagamento degli stipendi delle tre insegnanti e le refezioni di mezza mattina Frw 3.795.000. Al monastero delle Clarisse di Nyinawimana sono stati destinati Frw 1.600.000, consistenti in un contributo mensile di 100.000 Frw, oltre al costo di un pc, dopo che era stato rubato quello vecchio. Alla Casa di Catia e Rina, data in gestione alle suore della Fraternità del Buon Pastore, sono stati assegnati Frw 3.000.000 per permettere l’attivazione al suo interno di un asilo nido per una ventina di bambini, figli di ragazze madri assistite dalle suore. Tra le altre spese vanno ricordate quelle erogate ai collaboratori locali per Frw 600.000 e per sante messe ed interventi caritativi e la realizzazione della Via Crucis  per la chiesa di Bugarama, Frw 520.000, a cui si aggiungono le spese relative alla gestione in loco (affitti, spese varie) ammontanti a Frw 535.000. Nel 2024 l’attività associativa proseguirà nel sostegno dell’Asilo Carlin e del Nido della Casa di Catia e Rina, proseguendo nel Progetto Adozioni nonché e nel Progetto “Non di solo pane” a sostegno del monastero delle Clarisse di Nyinawimana. Altri eventuali interventi potranno essere effettuati alla luce delle disponibilità finanziarie che si renderanno disponibili in corso d’anno.

domenica 7 aprile 2024

Il giorno della Memoria

 Nel giorno in cui in Rwanda si fa Memoria della immane tragedia che sconvolse il Paese nel 1994. portando ovunque lutti e distruzione, riproponiamo qui di seguito, tratto dal libro Il modello Rwanda, una ricostruzione storica di quel periodo, a partire dal 1990, quando tutto iniziò. 

Nell’ottobre del 1990, i fuoriusciti tutsi che vivevano in Uganda, dove erano arrivati a ricoprire anche posti di rilievo nelle forze armate di quel Paese, danno inizio con il Fronte Patriottico del Rwanda all’invasione del nord Paese. Con l’appoggio di Usa e Gran Bretagna, desiderose di scalzare l’influenza francese schierata con il governo ruandese, i ribelli, sotto la guida capace e spregiudicata del giovane Paul Kagame appena rientrato da un’accademia militare statunitense, dopo quasi tre anni di guerriglia riescono a imporre al Governo ruandese un accordo di spartizione del potere (Arusha agosto 1993). L’accordo prevede, tra l’altro, la formazione di un governo di coalizione, un esercito che raggruppi le forze armate delle due parti in campo e l’adozione di principi democratici nella gestione del potere. Le Nazioni Unite inviano 2.800 caschi blu per vigilare sul rispetto degli accordi di pace. Nelle more di dare attuazione a questi accordi, il 6 aprile 1994 l’aereo presidenziale su cui viaggiano, di ritorno da Arusha, il presidente Juvenal Habyarimana e il suo omologo burundese, Cyprien Ntaryamira, verso le ore 20,30, viene abbattuto da ignoti nei pressi dell’aeroporto di Kigali. Le parti in conflitto, appellandosi alla vecchia logica del cui prodest, ancora oggi dopo inchieste interne e della magistratura francese, si rimbalzano la responsabilità di quella che unanimemente è ritenuta la causa scatenante della tragedia ruandese. E’ l’inizio della carneficina: gli squadroni della morte hutu si scatenano contro i tutsi, il Fronte Patriottico Ruandese-FPR lancia l’offensiva definitiva, il mondo resta a guardare. L’Onu ritira i suoi uomini, mentre gli americani non mandano una forza di peacekeeping, così che i loro alleati possano portare a termine la conquista del potere. Per ammissione dello stesso presidente statunitense dell’epoca, Bill Clinton, con l’invio di ventimila soldati in loco, forse si sarebbero potute salvare fino a 400 mila vite.  In realtà, ricerche storiche indipendenti hanno evidenziato come il ritiro delle forze del MINUAR e il mancato invio di nuovi contingenti, in grado di fermare i massacri, fossero frutto dell’esplicita richiesta di Kagame   che non ci fosse alcuna interferenza esterna fino a quando non avesse conquistato il potere. Il FPR può così portare a termine la marcia verso la conquista del potere iniziata nel 1990, partendo dall’Uganda.