Quasi un terzo della produzione mondiale di coltan, per la
precisione il 28%, è immesso sul mercato dal Rwanda. Infatti, secondo le statistiche
della BNR-Banca Nazionale del Rwanda, il coltan, di cui abbiamo
diffusamente parlato in un precedente post, con particolare riferimento al suo prezzo, ha
prodotto ricavi dalla sua esportazione nell’anno 2013 per $ 134,6 milioni contro
i 57 milioni del 2012 (+136,5%), per un’esportazione di complessivi 2.466
tonnellate di minerale( contro 1.144 nel 2012) a un prezzo medio al kg di $ 54,57. Nel complesso il comparto dei
minerali, oltre il coltan si esporta la cassiterite e la wolframite, ha assicurato
entrate dall’esportazione per complessivi $ 226 milioni nel 2013. Nei primi
dieci mesi del 2014, sempre secondo la BNR, le esportazioni hanno riguardato 1931 tonnelate di
minerale per un controvalore di $ 87,4 milioni, in diminuzione del 28,0%
rispetto all’analogo periodo del 2013, anche a causa di una diminuzione del costo medio al kg. che si è attestato su $ 45.26. A fronte del primato nelle esportazione nessuna fonte parla del dato relativo alla produzione. Anche operatori autorevoli come la società di consulenza KPMG in un suo recente rapporto parla di "una crescita straordinaria nel 2013, sia in termini di produzione e di esportazione" facendo però solo riferimento al dato delle esportazioni fornito dalla BNR, senza produre alcun dato relativo al minerale estratto. Evidentemente, in assenza di un dato ufficiale circa la produzione si può affermare che non tutto il coltan esportato
ufficialmente dal Rwanda è estratto dal sottosuolo del paese. Lo testimonia anche
il dato stesso del quantitativo esportato nei primi dieci mesi del 2014
significativamente inferiore(- 13,37%) sull’analogo periodo del 2013: un dato difficilmente spiegabile di fronte a un
processo estrattivo regolare e in continua espansione dai siti rwandesi e quindi probabilmente riferibile all'aleatorietà dei rifornimenti provenienti dal vicino Congo. Infatti, non è un segreto per
nessuno che una significativa parte del coltan ufficialmente esportato dal
Rwanda abbia origine nel vicino Kivu nella R.D. del Congo e da qui approdi in
Rwanda, in forme più o meno legali.Al riguardo bisogna ricordare gli sforzi compiuti dal Rwanda stesso per accreditarsi come trader legittimo dei minerali di origine congolese, nel rispetto delle normative internazionali emanate per contrastare il traffico di minerali provenienti da zone di conflitti (leggi precedente post).
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venerdì 26 dicembre 2014
martedì 23 dicembre 2014
lunedì 22 dicembre 2014
Il Belgio taglia € 40 milioni di aiuti al Rwanda per mancati progressi nel buon governo
Il governo di Bruxelles ha deciso di non erogare 40 milioni
di euro extra per gli aiuti allo svilippo promessi al Rwanda, in aggiunta ai 160
milioni di euro concessi dal 2011-2014. I 40 milioni aggiuntivi sarebbero dovuti
essere erogati in presenza di progressi
significativi nell’area dei diritti umani, della libertà di stampa e del buon
governo che secondo quanto sostenuto dal Ministro per lo sviluppo, Alexander de Croo, il governo di Kigali ancora una volta non ha
mostrato la volontà di perseguire.Anche se nel frattempo il presidente, Paul Kagame, ha fatto
sapere che il suo paese non ha bisogno di soldi da parte dei paesi occidentali
e che la questione sarà sul tavolo delle discussioni il prossimo mese quando si
incontrerà con i ministri belgi a Bruxelles, resta il fatto che l'importo di 40 milioni di euro rappresenta una parte non di poco conto sull'ammontare complessivo degli aiuti esteri che concorrono per una quota di circa il 40% alla formazione del bilancio statale.
domenica 21 dicembre 2014
Nuovo ambasciatore del Rwanda presso la Santa Sede
Il Dr. François-Xavier Ngarambe, rappresentante permanente
del Rwanda presso le Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali con
sede a Ginevra, nonché ambasciatore in Svizzera, è il nuovo ambasciatore presso la Santa Sede. Il dr. Ngarambe ha formalmente presentato le
sue credenziali,insieme ad altre dodici ambasciatori, al Papa, in una cerimonia tenutasi giovedì scorso in Vaticano,
nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico.
Le relazioni diplomatiche tra Rwanda e Santa Sede celebrano quest'anno il 50 ° anniversario (leggi qui).
venerdì 19 dicembre 2014
Ultimato l'edificio servizi nel campus scolastico di Kiruli
Il gruppo di lavoro di Kiruli in posa davanti all'edificio che ospita i nuovi servizi del locale centro scolastico. Una realizzazione sostenuta dall'Associazione Kwizera che qui, negli anni, ha già realizzato, in collaborazione con un comitato espressione della comunità locale, un acquedotto, un edificio scolastico con tre aule, una linea elettrica che ha portato la luce a un complesso di un centinaio di famiglie.
sabato 13 dicembre 2014
Kigeli V farà mai ritorno in Rwanda?
Il personaggio sicuramente di maggiore rilievo della
diaspora rwandese è Re Kigeli V, l'ultimo re del Rwanda, in esilio dal 1960.
Abbiamo raccontato la sua storia in un precedente post
del marzo 2013. La sua vicenda viene riproposta oggi su The New Times,
partendo proprio dall’articolo The
King with no country che aveva
ispirato il nostro post. Dopo aver smentito dissapori con il governo rwandese l’autore
del pezzo, Albert Rudatsiburwa,
riferisce che “in realtà, il governo ruandese ha lavorato negli ultimi due anni
per garantire un ritorno dignitoso per ultimo Re del Rwanda” Secondo fonti
vicine al comitato direttivo istituito per condurre colloqui con il monarca, Re
Kigeli V si sarebbe dichiarato entusiasta all'idea di un suo ritorno.Quando però
la cosa sembrava fatta e già si parlava per lui di una bella casa a Nyanza,
l'antica capitale del Rwanda, e un cospicuo appannaggio, re Kigeli V ha declinato
l’offerta optando per proseguire nel suo esilio. Di fronte a questa scelta che,
secondo l’articolista, contraddice il buon senso rimangono aperti tutti gli
interrogativi del caso: perché ha rinunciato a fare rientro nella terra degli
avi ? chi lo ha consigliato in questa scelta?
Forse la risposta non la si conoscera' mai. Comunque sia, questa vicenda non sembra scalfire minimamente la dignità' regale di Kigeli V .
Forse la risposta non la si conoscera' mai. Comunque sia, questa vicenda non sembra scalfire minimamente la dignità' regale di Kigeli V .
lunedì 8 dicembre 2014
Si conclude l’attività del TPIR-Tribunale penale internazionale per il Rwanda
Il Tribunale penale internazionale per il Rwanda-TPIR, creato
dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nella sua risoluzione955 (1994) dell '8 novembre 1994 "per perseguire
i responsabili di genocidio e di altre gravi violazioni del diritto umanitario
internazionale commesse nel territorio del Rwanda e territori di Stati vicini tra
il 1 ° gennaio 1994 e il 31 dicembre 1994 ", ha celebrato di recente i suoi
20 anni di esistenza ad Arusha (Tanzania), dove ha la sua sede, prima di concludere definitivamente il proprio mandato con la conclusione dei giudizi di appello ancora pendenti, che si stanno però celebrando a L'Aia in Olanda. Nell’occasione è stata data enfasi all’attività svolta
che si concretizza in 93 persone processate, comprendenti alti capi militari e
di governo, imprenditori e autorità religiose e leader delle milizie e dei
media in servizio nel 1994.All’esito dei processi ci sono state 61 condanne, 14
assoluzioni, 10 persone rinviate davanti alle giurisdizioni nazionali, 3
persone decedute prima o durante il processo, 3 fuggitivi rinviati davanti al Tribunale penale
internazionale-MTPI, Félicien Kabuga, Protais Mpiranya e Augustin Bizimana, 2
atti d’accusa ritirati prima del processo. Di fronte ai numeri piuttosto
contenuti della propria attività, nel proprio sito, aggiornato nell’occasione
dell’anniversario e destinato a testimoniare il lavoro svolto, il TPIR sottolinea con enfasi che, “insieme ad altri
tribunali internazionali, il TIPR ha svolto un ruolo di pioniere nella creazione
di un sistema internazionale di giustizia penale credibile attraverso lo
sviluppo di un corpus significativo di giurisprudenza sul genocidio, crimini
contro l'umanità, crimini di guerra e delle forme di responsabilità individuale
e di responsabilità di comando.Il TPIR è il primo tribunale internazionale a
pronunciare il giudizio per il genocidio e il primo a interpretare la
definizione di genocidio contenute nelle Convenzioni di Ginevra del 1948. E
'anche il primo tribunale internazionale a definire lo stupro nel diritto
penale internazionale e riconoscere lo stupro come strumento di perpetrare un genocidio.”
Altro titolo di merito attribuitosi è quello di aver riconosciuto la
colpevolezza di esponenti dei media “per
la trasmissione di programmi volti a incoraggiare il pubblico a commettere
genocidio”, come nel caso di Georges
Ruggiu, belga di padre italiano, conduttore della Radio Télévision Libre des
Mille Collines (RTLM). I
critici del ruolo svolto dal TPIR nel ventennio sottolineano in particolare il fatto di
non aver mai voluto o, forse, potuto
martedì 2 dicembre 2014
Dal Forum nazionale dei giovani cattolici di Byumba
I giovani di Ruhengeri consegnano la croce ai giovani di Byumba |
Ecco la documentazione fotografica di alcuni momenti del 13° Forum nazionale dei giovani cattolici rwandesi che si è tenuto a Byumba dal 19 al 23 novembre a cura della Commissione Episcopale per la Pastorale dei Giovani. Al Forum, oltre che rappresentanti di tutte le diocesi rwandesi, erano presenti anche delegazioni della Rep. Dem. del Congo e del Burundi.
I giovani nella basilica di Byumba |
L'imprenditore Gerard Sina, con il vescovo di Byumba, parla ai giovani |
La delegazione della R.D. Congo |
Il riempimento di una delle cisterne messe a disposizione dall'Associazione Kwizera |
lunedì 1 dicembre 2014
Il tour italiano di Don Paolo Gahutu
Don Paolo con il parroco di Barga |
Dopo aver partecipato al VI Congresso Mondiale della
Pastorale dei Migranti a Roma, don Paolo Gahutu si è intrattenuto qualche
giorno con gli amici di Grosio in Valtellina per poi scendere in
Toscana, dove nella serata di giovedì ha incontrato a Gallicano gli esponenti
dell associazione Kwizera, in occasione di una pizzata tenutasi nel nuovo
locale gestito da Angelo, il segretario dell'Associazione.Nei giorni successivi
si è fermato a Barga, così come riferisce nella sua cronaca Il Giornale di
Barga on line, per poi fare rientro nella serata di lunedì in Rwanda.
È di passaggio in questi giorni a Barga padre
Paolo Gautu, il sacerdote rwandese diventato negli anni amico di
Barga e punto di riferimento tra la nostra comunità e quella delle sue
origini.Padre Paolo giunse a Barga per la prima volta nel
2005 inviato dall’arcivescovo di Pisa e, date le cattive condizioni di
salute del proposto don Piero Giannini, rimase con noi per circa nove
mesi come cappellano dell’ospedale. Quei pochi mesi furono sufficienti a
intessere sinceri rapporti di affetto e così, ogni volta che è stato
possibile, padre Paolo è tornato a Barga per un saluto agli amici.Il suo legame
con la nostra terra non è solo di affetto ma anche di fattiva
collaborazione, dato che negli anni sono state diverse le collaborazioni
con i Lake Angels e l’associazione Kwizera di Gallicano, che
hanno sviluppato diversi progettiin favore delle comunità rwandesi,
non ultima la costruzione di un acquedotto.