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giovedì 29 marzo 2012

La prima chiesa ortodossa in Rwanda

E' in fase di costruzione la prima chiesa ortodossa  in Rwanda. L'edifizio sorgerà, grazie al sostegno finanziario di donatori e amici della Confraternita missionaria ortodoss a grecadi Salonicco,  nella zona di Nyamata, a due chilometri dal nuovo aeroporto internazionale del paese.Come annunciato dal sito www.orthodoxie.com la nuova chiesa, la prima chiesa ortodossa costruita con la benedizione del Patriarca di Alessandria e di tutta l'Africa, Theodoros II, sarà dedicata alla Santissima Trinità.
La presenza della Chiesa ortodossa va ad aggiungersi alle altre confessioni religiose presenti nel paese. Come noto, il popolo  rwandese è, per la stragrande maggioranza, di fede cristiana, con  circa il  55%  che professa la religione cattolica e  un  altro 25/30% che aderisce alle principali confessioni protestanti, a volte anche semplici gruppi raccolti attorno a un pastore che si è fatto la sua piccola setta. Esiste anche una esigua minoranza di mussulmani, pari a circa il 2 per cento, concentrata a Kigali, dove esiste una grande moschea in centro, e in alcune enclave in certe zone del paese.Sono presenti anche i testimoni di Geova, come testimoniano le Case del regno, particolarmente curate, che si trovano in diversi villaggi.Una consistente minoranza è ancora legata all’animismo tradizionale, soprattutto nei villaggi, i cui  riti e credenze  esercitano ancora un certo fascino e anche attrazione sui fedeli delle altre religioni. 

lunedì 26 marzo 2012

Cresce il PIL, ma anche l'inflazione

Secondo gli ultimi dati pubblicati dall'Istituto Nazionale di Statistica del Rwanda (NISR), il prodotto interno lordo  (PIL) è aumentato nel 2011 dell’8,6 per cento rispetto all’anno precedente, in cui c’era stato un incremento del 7,2 per cento, attestandosi a un livello stimato di  $ 6,4 miliardi. Secondo i criteri utilizzati dalla Banca Mondiale, tale valore, valutato ai prezzi prevalenti negli USA di tutti i beni e servizi finali prodotti all’interno del Rwanda, fa lievitare il PIL rwandese a oltre 12 miliardi di dollari Usa.
Nel 2011, il 46 per cento del PIL è stato generato dal settore terziario, segno del forte sviluppo del comparto bancario e della telefonia mobile, mentre l’agricoltura, in cui sono inseriti i proventi anche dell’estrazione mineraria, ha contribuito con il 32 per cento e il settore manifatturiero con il 16 per cento, essendo il residuo  6 per cento la percentuale di aggiustamento. Per una valutazione complessiva del risultato bisogna tener conto anche di una  inflazione che nel 2011 ha segnato un incremento, anno su anno, dell’ 8,34 per cento, risentendo dell’aumento del costo degli alloggi, di acqua, elettricità, gas e altri combustibili.
Sulla base dei dati del PIL, il Reddito medio pro capite, su base annua, ha raggiunto i  595 dollari americani (RWF 360.000), in aumento rispetto ai 540 dell'anno prima.

sabato 24 marzo 2012

Giornata dei missionari martiri

Ricordare tutti i missionari e gli operatori pastorali che sono stati uccisi nel mondo versando il sangue per la causa del Vangelo. Questa l'intenzione della Giornata di preghiera e di digiuno in memoria dei missionari martiri - sono almeno 1.000 i missionari uccisi dal 1980 al 2011 - che raggiunge, quest'anno, il suo ventesimo traguardo. L'iniziativa è nata nel 1993 per l'impulso del Movimento giovanile missionario delle Pontificie opere missionarie italiane (Pom) che scelse come data l'anniversario dell'assassinio di monsignor Oscar A. Romero, arcivescovo di San Salvador, avvenuto il 24 marzo 1980. Il tema scelto per questa ventesima Giornata dei missionari martiri, che si è ormai estesa a molte diocesi, realtà giovanili e missionarie, istituti religiosi dei diversi continenti, è "Amando fino alla fine". Si tratta di un motto che, spiegano gli organizzatori, "non vuole essere un lieto fine forzato che cancella la durezza della violenza o la tragedia di una vita spezzata drammaticamente, ma semplicemente dipinge gli ultimi istanti di coloro che, sull'esempio del Maestro, donano la vita, perdonando i loro carnefici".
L'Agenzia Fides, nel 1996, ricordando i missionari caduti, illustrava in questi termini la situazione del  Rwanda.

venerdì 23 marzo 2012

In Rwanda 60.000 aborti clandestini ogni anno

Ogni anno circa 60.000 donne rwandesi, 25 su ogni 1000 donne fertili di età compresa da 15 a 44 anni, fanno ricorso all'aborto clandestino, essendo l'aborto illegale in Rwanda. Il dato emerge da un'indagine condotta dal Ministero della Sanità del Rwanda in collaborazione con un istituto americano specializzato nella salute riproduttiva, il Guttmacher Institute.Tra le principali cause di aborto, secondo questo studio, ci sono, per il 47% dei casi, gravidanze accidentali.La maggior parte degli aborti sono eseguiti, con metodi non sicuri e spesso in condizioni che non soddisfano le norme igieniche, da operatori non qualificati come medici e farmacisti tradizionali o anche dalle stesse  donne incinte.Per questo, nel solo  2009, più di 16 000 donne rwandesi hanno dovuto ricorrere alle cure mediche a causa delle complicazioni conseguenti alla pratica abortiva.I risultati di questa ricerca, riferiti dalla BBC Africa, sono stati pubblicati nel momento in cui la materia è in fase di revisione  a livello legisltivo, con l'intento di pervenire all'introduzione di qualche forma di liberalizzazione delle pratiche abortive. La nuova normativa in discussione dovrebbe legalizzare l'aborto in caso di gravidanza dopo uno stupro o di rapporti incestuosi,  quando una donna rimane incinta come risultato di pratiche tradizionali, o quando è vittima di un matrimonio riparatore.Dovrebbe essere inoltre permesso il  ricorso all'aborto anche nel caso in cui  la continuazione della gravidanza arrivasse a mettere in pericolo la salute del nascituro e della madre.Al di fuori di questi casi dovrebbe permanere l'attuale normativa che  prevede pene che vanno da 2 a 20 anni di carcere per chi abortisce volontariamente.
Secondo dati forniti  dal Guttmacher Institute, in Africa, dove la stragrande maggioranza degli aborti sono illegali e non sicuri, il ricorso all'aborto è  aumentato del 14,3 per cento dal 2003 al 2008, in crescita da 5,6 milioni aborti del 2003  a 6,4 milioni del 2008, attestandosi a 29 aborti ogni 1.000 donne in età fertile.

giovedì 22 marzo 2012

In Rwanda con Qatar Airways

Dal 21 marzo Qatar Airways volerà tutti i giorni a Kigali, capitale del Rwanda. Il volo Doha-Kigali è effettuato via Entebbe. Grazie al posizionamento strategico dell’hub di Doha, i passeggeri di Qatar Airways provenienti da tutto il mondo potranno raggiungere comodamente la capitale rwandese.Con il nuovo collegamento è possibile raggiungere Kigali da Milano utilizzando Qatar Airways, impiegando qualche ora in più rispetto alle altre compagnie, come Brussels Airlines ed Ethiopian Airlines, risparmiando però quasi il 20% sul costo del biglietto, ai prezzi attuali. 

lunedì 19 marzo 2012

Realizzazioni Kwizera

Due progetti finanziati dall'Ass. Kwizera sono arrivati a conclusione.
Impianto di biogas a Byumba
Il grande serbatoi di fermentazione in fase di ultimazione
E' in via di ultimazione l'impianto di biogas presso la sede vescovile di Byumba.A regime, produrrà  gas naturale,composto dal 60-70% di metano (CH4), prodotto in seguito ad un processo batterico di fermentazione anaerobica della materia organica prodotta nella stalla adiacente.  Si avrà un’ottima fonte di energia  termica, mentre il residuo della fermentazione può essere reimpiegato come ottimo fertilizzante nei campi agricoli della diocesi.

La linea elettrica ormai ultimata
Linea elettrica di Kiruri
Sono stati ultimati i lavori di realizzazione della linea elettrica di 1300 metri, con tre derivazioni da 300 metri cadauna, per una lunghezza totale di 2.200 metri, che permette di portare l’elettricità a più di 100 famiglie dell’agglomerato di Rubanda presso Kiruri. Già 12 delle 100 famiglie interessate al progetto hanno potuto accendere la luce nelle rispettive abitazioni. Le rimanenti si stanno dando da fare per procurarsi il materiale necessario per procedere all'allaccio alla linea. 

venerdì 16 marzo 2012

Don Silvio Righi: quindici anni in Rwanda

Segnaliamo una bella intervista a don Silvio Righi, apparsa su La Gazzetta di Lucca a firma del direttore Aldo Grandi, in cui il sacerdote lucchese ripercorre i  quindici anni trascorsi in Rwanda, a partire dal 1986 fino al 2001, salvo un intervallo di due anni trascorsi in Italia.Si parla degli inizi nella neocostuita parrocchia di Nyarurema, nella diocesi di Byumba, fino alle prime avvisaglie dei quattro anni di guerra civile che, a partire dal 1990 al 1994, insanguineranno il paese delle mille colline. Don Righi si confessa a cuore aperto: parla del duro impatto con una realtà totalmente nuova e lontana, del faticoso lavoro svolto sul campo, delle atrocità viste, dei dubbi e delle crisi che possono assalire anche un uomo di fede alle prese con il male e la sofferenza. Una intervista meritevole di approfondimenti che potrete leggere cliccando qui

giovedì 15 marzo 2012

Destinati alla chiusura i pochi orfanatrofi rwandesi esistenti

Il Rwanda si prepara a chiudere, nei prossimi anni, la maggior parte della trentina di  orfanotrofi esistenti nel paese. Il numero di queste istituzioni si era dilatato dopo il 1994, quando ai pochi orfanotrofi esistenti ne erano stati affiancati altri  per accogliere le migliaia di orfani che avevano perso i genitori nel corso degli eccidi di quel periodo. Ora, a diciotto anni da quei fatti, le autorità rwandesi sono intenzionate a smontare queste strutture che non hanno mai fatto parte  della cultura e della tradizione rwandese, in cui gli orfani sono sempre stati accolti dai parenti stretti o da altre famiglie della comunità di villaggio. Da qui in avanti, ormai esaurito il compito di portare alla maggior età gli orfani del 1994 e curare il loro avviamento alla vita autonoma attraverso la formazione tecnica e il sostegno all’avvio di attività autonome, si punterà più sull’affidamento degli orfani a famiglie a cui è stata fornita un’apposita formazione. Il primo orfanotrofio ad essere chiuso sarà uno operante alla periferia di Kigali che ospita, in un ambiente non propriamente ideale, una cinquantina di bambini. Anche il destino delle altre strutture è ormai segnato, perché, per stessa ammissione delle autorità, non in grado di garantire ai giovanissimi ospiti un ambiente di vita dignitoso, un reale percorso educativo, ma primariamente un sostegno affettivo che solo un nucleo familiare può offrire.

martedì 13 marzo 2012

Improvvisa morte di Mons. Augustin Misago

Mons. Misago durante la prigionia
Il corpo senza vita del Vescovo di Gikongoro, Mons. Augustin Misago, è stato trovato ieri nel suo ufficio intorno a mezzogiorno, probabilmente vittima di un attacco cardiaco.
Nato nel 1943 nella parrocchia di Nyagahanga, mons Misago reggeva dal marzo 1992 la diocesi  di Gikongoro, dove si trova anche Kibeho, luogo delle note apparizioni mariane, di cui il defunto vescovo fu un grande e apprezzato studioso. Nell’aprile 1999, mons Misago  fu arrestato con l'accusa di partecipazione al  genocidio del 1994.  Dopo 14 mesi di prigione, fu assolto da un tribunale di Kigali  e successivamente liberato.

sabato 10 marzo 2012

Alla fine la spuntano i produttori di latte

Il braccio di ferro sul latte tra produttori e la grande industria agroalimentare Iniyange, di cui avevamo riferito nel post di ieri, si conclude con un accordo :gli agricoltori di Nyagatare si impegnano a fornire su base giornaliera una quantità minima di 35.000 litri di latte, ampliabili a 50.000 litri, acquistati da Inyange al nuovo prezzo di 190 Frw per litro, contro i 130 Frw precedenti. Le rimostranze  degli allevatori, unite al probabile timore  di Inyange di rischiare qualche richiamo dall'alto per aver fatto mancare il latte nella capitale,   hanno sortito il loro effetto. Oltre al nuovo prezzo l’accordo prontamente pubblicizzato, anche con una certa enfasi, da Inyange prevede anche tempi certi di pagamento fissati in 7 giorni. La normalizzazione dei rapporti tra allevatori e l’industria lattiera permette di riportare sugli scaffali dei supermercati e dei negozi le confezioni di  latte a un prezzo  più contenuto, circa 750 Frw al litro, scongiurando così un'antipatica pubblicità negativa non solo a Inyange.

Accordo Chiesa cattolica-polizia per combattere le violenze contro le donne

Riprendiamo dall'agenzia Fides questa notizia:
S.E. mons. Servilien Nzakamwita
La polizia del Rwanda (RNP) e la Chiesa cattolica hanno firmato una partnership per rafforzare la campagna contro la violenza basata sul genere (GBV). La firma dell’accordo giunge ad un anno dalla fine di un progetto della Chiesa cattolica, iniziato nel 2010, per sensibilizzare l'opinione pubblica contro la violenza di genere, identificare e consigliare le vittime e aiutarle ad accedere ai servizi giudiziari e sanitari.Il programma triennale, finanziato dall'Unione Europea attraverso la Caritas Internationalis, prevede il pagamento dei costi di assicurazione sanitaria alle vittime e l’assistenza legale.Sua Ecc. Mons. Servilien Nzakamwita, Vescovo di Byumba e Presidente della Commissione Episcopale “Giustizia e Pace”, ha osservato che, nonostante i successi finora realizzati, ancora molta strada rimane da fare nell’affrontare le violenze di genere, che nella maggioranza dei casi vedono come vittime le donne.“Ci sono persone che non hanno alcuna conoscenza della legge che colpisce coloro che si rendono responsabili di violenze di genere, mentre molte vittime ancora non sanno dove cercare aiuto", ha affermato Mons. Nzakamwita alla cerimonia della firma dell’intesa avvenuta presso la questura di Kacyiru. Il Vescovo di Byumba ha osservato che alcune vittime non ottengono i servizi necessari in tempo, mentre i colpevoli non vengono perseguiti dalla giustizia in modo appropriato. Il Vescovo ha pure denunciato il fatto che i medici non aiutano le vittime delle violenze fornendo la documentazione medica necessaria per effettuare la denuncia."I criminali che si rendono responsabili di questi atti sono protetti da alcuni dipendenti pubblici che a volte li aiutano a fuggire. C'è corruzione a vari livelli" ha affermato Mons. Nzakamwita, che ha promesso il sostegno della Commissione “Giustizia e Pace” alle vittime, in modo che sia resa loro giustizia.

venerdì 9 marzo 2012

Gli agricoltori non ci stanno a svendere il latte prodotto

Da un po’ di tempo, sugli scaffali dei supermercati della capitale e dei negozi del resto del paese scarseggia il latte pastorizzato prodotto da Inyange Industries, la più grande industria alimentare del paese attiva nella lavorazione di prodotti lattiero caseari, succhi di frutta e acqua minerale. Naturalmente ne è conseguito un generalizzato aumento dei prezzi, tanto che oggi un litro di latte giunge a costare al dettaglio anche 1200 Frw , pari a 1,5 euro, analogo al prezzo italiano. Gli esponenti dell’Inyange attribuiscono la scarsità del prodotto alla siccità che avrebbe fatto calare , nella sola zona di Nyagatare nell'est del Rwanda, a 10.000 litri il latte ritirato ogni giorno dai produttori, rispetto ai 25.000 litri ritirati precedentemente.
In realtà, secondo quanto riferisce l’edizione odierna di The New Times  altri sarebbero i motivi di questa improvvisa carenza di latte. Infatti, secondo un responsabile sindacale dei produttori di latte, i contadini si rifiutano di vendere i loro prodotti a Inyange perché l’azienda offre prezzi troppo bassi.Sembrerebbe che  Inyange paghi ai contadini  solo 130 Frw al litro, facendo oltretutto attendere i pagamenti. Così i contadini hanno pensato bene di vendere il proprio latte a clienti disposti a pagare prezzi superiori, dai 200 ai 300 Frw al litro. A questi prezzi dovrà allinearsi anche la grande industria Inyange se vuole mantenere il proprio mercato.
Non è la prima volta che gli agricoltori rwandesi devono misurarsi con un mercato in cui i prezzi, anche quelli di altri prodotti agricoli, vengono imposti, in assenza di concorrenza, da controparti troppo forti. Non aiuta certo gli agricoltori una certa politica agricola che impone  colture prederminate, in forma esclusiva, nelle varie zone del paese,  rendendo gli agricoltori totalmente dipendenti dal "mercato".Spesso si è costretti a svendere il raccolto se si vuole avere il denaro necessario  per mangiare, stante il fatto che spesso  alle famiglie   non viene consentito avere colture alternative per l'autoconsumo.

giovedì 8 marzo 2012

E book Kwizera Rwanda

Ad oggi, sono oltre 400 le persone che, a partire da questo blog o dal sito dell'Associazione Kwizera, hanno sfogliato o scaricato l'ebook Kwizera Rwanda, a dimostrazione dell'interesse che l'opera ha suscitato.
Particolarmente lusinghieri sono i commenti dei molti lettori che hanno voluto far conoscere le proprie impressioni sull'opera che, ricordiamolo, è stata distribuita in formato cartaceo a tutti i sostenitori e amici dell'Ass. Kwizera.
Per accederere al formato e book, basta cliccare sulla copertina del libro presente nel banner di destra.