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lunedì 30 agosto 2010

Missione Kwizera 2010:Diario di viaggio

Umuzungu porta la pioggia
I primi segnali si erano avuti quando l'aereo, sorvolando il nord Rwanda, ormai in fase di avvicinamento a Kigali, era entrato in una perturbazione con i conseguenti sbalottamenti; la conferma è venuta sulla strada verso Byumba quando la pioggia ha cominciato a scendere copiosa. In prossimità di Byumba, rami spezzati sulla strada indicavano la particolare forza della turbolenza che aveva interessato il nord del Rwanda. Da mesi qui non pioveva con conseguenti effetti negativi sull'agricoltura, tanto  da spingere alcuni agricoltori dei villaggi dell'interno ad appiccare il fuoco alle sterpaglie per creare colonne di fumo, nella convizione che queste vadano a creare le nubi e quindi la pioggia. Nella zona di Nyagahanga si sono contati almeno tre incendi di questo tipo.Le piogge che si sono susseguite copiose anche nella giornata di domenica  rischiano ora  di convincere della bontà di certi metodi  certi cultori di antiche tradizioni.

Alla scuola di Kibali
Lunedì mattina si va alla scuola elementare di Kibali per la consegna di un po' di materiale scolastico e un piccolo contributo per le attività didattiche. Veniamo accolti da una vera marea di bambini riuniti nel cortile della scuola. Non è la solita scuola di villaggio; siamo, infatti, in un complesso di 28 aule scolastiche distribuite su diversi edifici,   34 insegnanti e ben 2.250 alunni. Sono previste lezioni su  due turni: uno mattutino e uno pomeridiano. Con tutti i dati disponibili è possibile farsi un'idea dell'indice di affollamento delle aule e della composizione delle classi.Il calore del benvenuto scandito da  canti e danze  ha raggiunto il suo apice quando gli oltre mille alunni si sono stretti attorno ai volontari dell'Ass. Kwizera in un abbraccio che a qualcuno ha strappato qualche lacrima di commozione. Un momento diverso di commozione profonda è stato vissuto
Un momento della commemorazione di Katia
nell'aula che nell'edificio scolastico realizzato negli anni scorsi da Kwizera e dedicata a Katia Salotti. Qui i genitori, Olivetta e Pietro, e il fidanzato Simone della ragazza scomparsa tragicamente in un incidente stradale nel febbraio dell'anno scorso, si sono raccolti in un momento di raccoglimento unitamente a una rappresentanza degli scolari della scuola, con uno di loro che ha guidato la preghiera.Un momento toccante.
Katia aveva espresso l'intenzione di venire in Rwanda con i volontari dell'Associazione, i suoi genitori e il suo findanzato hanno voluto realizzare questo suo desiderio partecipando alla missione Kwizera 2010.

Al villaggio dei Batwa
Nel pomeriggio ha avuto luogo ilconsueto incontro con la  comunità Batwa di Kigali.La ormai tradizionale distribuzione di cinque kili di fagioli a ognuna della 47 famiglie  della comunità è stata accompagnata anche dal sopralluogo di un agronomo della fattoria di Nyinawimana per pianificare un intervento che consenta la messa a coltura dei quasi 8 ettari di terrazzamento che sono stati realizzati dall'Associazione Kwizera sui fianchi della collina che ospita i batwa. Da parte loro, i batwa,  smentendo molti dei pregiudizi che li accopagnano, hanno iniziato a coltivare gli appezzamenti di terreno intorno alle case e ad allevare maiali.Anche qui l'accoglienza  è stata decisamente festosa con canti e danze in cui  si sono visti guizzi degni dell'antica maestria di questi danzatori che allietavano le corti reali rwandesi.Qui però il momento festoso non ha potuto minimamente attenuare le immagini di grave degrado umano in cui si trova questa comunità, in modo particolare nella sua parte più debole: i bambini. Vedremo di documentare fotograficamente questa situa zione, non appena la velocità di collegamento internet lo permetterà.

Si chiama Raphael


Ora ha un nome il simpatico twa  di cui avevamo parlato in un precedente post, chiamandolo con il nomignolo di Shonge; si chiama Raphael.

venerdì 27 agosto 2010

Si parte

Si parte. Domani il vostro blogger raggiungerà gli amici dell'Associazione Kwizera a Byumba, dove sono operativi da inizio settimana. Già domenica potremo fare un bilancio dei primi giorni di lavoro sul campo, dedicati prevalentemente alle verifiche della situazione delle adozioni: Naturalmente saremo in grado di aggiornare gli amici rimasti in  Italia solo quando ci troveremo in zone coperte da internet; in pratica un buon segnale è usufruibile solo nella capitale e nelle principali città mentre nei villaggi il servizio  è molto lento e in pratica consente il solo collegamento  e mail. Comunque faremo del nostro meglio per tenere aggiornato il blog.

lunedì 23 agosto 2010

Youth Hostel Rwanda: per i giovani che vanno a Kigali

Per chi arriva a Kigali è ora disponibile anche un ostello per la gioventù, loYouth Hostel Rwanda, ben attrezzato e a prezzi accessibili. Con una spesa a partire da 12 euro si può disporre di un posto letto in camere con sei posti letto,  con servizi e doccia e con tanto di accesso a internet WiFi. La struttura si trova nella zona di  Kacyiru,  tra il vecchio parlamento e il ministero della difesa in una via laterale del Boulevard de l'Umuganda, di fronte alla Torre Top Hotel. Oltre al posto letto si potrà avere il servizio di  prima colazione e di  buffet.
La segnalazione è doverosa soprattutto alla luce del costo degli alberghi a Kigali che hanno spesso dei prezzi superiori a quelli delle capitali europee. I migliori arrivano a chiedere oltre 150 euro per notte fino ad arrivare a oltre  250 euro per una camera al Serena Hotel.

domenica 22 agosto 2010

Nuovo sito internet della Diocesi di Byumba

La Cattedrale di Byumba
Don Jean Damascène, in passato cancelliere della Diocesi di Byumba, è in procinto di rientrare in Rwanda dopo un lungo periodo di studio passato  a Roma. In attesa di riprendere a ottobre  la sua attività in Rwanda, dopo un breve periodo di riposo che passerà ancora in Italia, ha messo mano al sito internet della  diocesi di Byumba che sta allestendo a questo link http://www.diocesebyumba.jimdo.com/. E' sua intenzione "dar vita a un  sito che, con il tempo evidentemente, possa dare ai ragazzi rwandesi che hanno accesso a internet e a quelli che, nel futuro, avranno quest'opportunità, di avere le letture e il commento della parola di Dio, la vita dei santi, la pastorale della diocesi...tutto nella lingua Kinyarwanda". Seguiamo con favore questo sforzo e  auguriamo a Don Jean Damascène di poter realizzare tutti i buoni propositi espressi, riuscendo anche a coinvolgere quanti più giovani possibile in questa meritevole iniziativa. 

mercoledì 18 agosto 2010

Missione Kwizera 2010

Missione 2009: il presidente con Bernard e Pascasia, 
i referenti locali Kwizera, con i bambini delle adozioni
Inizia martedì prossimo, 24 agosto, la Missione 2010 dell'Associazione Kwizera in Rwanda. Per quindici giorni la delegazione, guidata dal presidente Franco Simonini e dal suo vice Marco Cassettai, ( assente giustificato il segretario dell'Associazione, Angelo Bertolucci), passerà in rassegna tutti i progetti promossi dall'Associazione in terra rwandese.  Il lavoro sul campo inizierà con la verifica dello stato delle adozioni. Come al solito si procederà a incontrare uno per uno tutti i bambini inseriti nel programma: per ognuno saranno verificati i risultati scolastici e il regolare utilizzo delle somme erogate nel corso dell'anno.  Verranno inoltre acquisite le schede di nuovi bambini da inserire nel progetto,  man mano che saranno trovati in Italia altrettanti sostenitori.Ci sarà la tradizionale visita alla fattoria di Nyinawimana e al villaggio Batwa di Kibali, dove si prevede di avviare un progetto di messa a coltura dei terreni ottenuti dalle opere di terrazzamento già eseguite.Momento clou della missione 2010 sarà la consegna alla comunità di Kiruri dell'edificio scolastico, realizzato nei primi mesi di quest'anno, composto da cinque aule, ognuna in grado di ospitare una cinquantina di scolari. Come l'anno scorso per la consegna dell'acquedotto dei Lake Angels, sarà un momento di grande festa popolare.Gli ultimi giorni della missione verranno trascorsi a Nyagahanga per fare il punto sul Progetto MIkAN, ormai arrivato a coinvolgere 250 famiglie, per verificare l'avvio di un piccolo laboratorio di cucito e per inaugurare l'aula informatica allestita presso il Centro sociale A.G.. Compatibilmente all'operatività dei collegamenti internet nella zona del nord Rwanda, confidiamo di poter dare su Albe rwandesi periodici resoconti sulla Missione Kwizera 2010.

venerdì 13 agosto 2010

A proposito di Batwa

Batwa della comunità di Kibali
Di recente l'agenzia Grands Lacs Syfia ha dedicato un articolo al ruolo che i batwa avrebbero assunto in occasione delle elezioni presidenziali rwandesi, parlando di una  prima volta in merito al coinvolgimento dei pigmei (meno del 2 % della popolazione)  nel momento elettorale. In precedenza, sottolinea l'articolista, i batwa erano indifferenti alle elezioni, perché esclusi dal resto della comunità rwandese che li considera "anomali" a causa del loro stile di vita. Questa volta  invece si sono decisi a partecipare alla fase preparatoria delle elezioni presidenziali imparando a  eseguire tutte le formalità in ordine al  voto.Il giorno delle elezioni , alcuni addirittura si sono prestati a svolgere le funzioni di   osservatori. A detta di diversi batwa interpellati c'è la speranza che questa elezione possa rivelarsi un  passo verso una maggiore integrazione. E a questo proposito hanno anche delle rivendicazione da avanzare al potere politico per essere trattatti come rwandesi a pieno titolo; chiedono  sostegno alle loro attività artigianali, corsi di formazione, accesso alla scuola anche a livello universitario per i loro figli, possibilità di recitare un proprio ruolo nelle strutture comunitarie locali. In una parola chiedono che cessi nei loro confronti  l'ostracismo a cui sono stati sottoposti, praticamente da sempre, dai loro stessi connazionali. Il rischio del razzismo, purtroppo, non è una prerogativa dei soli bazungu ma, come si vede, attecchisce a tutte le latitudini!

Anziana donna twa
Abbiamo avuto modo di sperimentare in prima persona i profondi pregiudizi con cui i batwa si devono misurare quando, uscendo dal chiuso delle comunità ove sono abituati a vivere fra di loro, vengono a contatto con il resto della comunità rwandese. In occasione della realizzazione da parte dell'Ass. Kwizera del villaggio per la comunità batwa di Kibali, 47 case per altrettante famiglie, (vedi video nell'apposita sezione del blog) pochi avrebbero scommesso sul buon uso che avrebbero fatto delle nuove case questi simpatici pigmei che in una precedente analoga esperienza avevano svenduto lamiere e infissi delle case ricevute.Invece, hanno preso possesso delle rispettive abitazioni conducendole con una certa cura. In altra occasione, non è stato facile convincere i nostri interlocutori rwandesi che un bambino twa, inserito nel progetto adozioni dell'Associazione, risultava il primo della sua classe in quanto a profitto scolastico; era per loro semplicemente impensabile un simile fatto. Ora invece facciamo una certa fatica a mettere in campo un progetto formativo per insegnare ai batwa di Kibali a coltivare i terrazzamenti, che sempre l'Ass. Kwizera ha realizzato attorno al villaggio, e ad allevare maiali e capre. Il commento è sempre lo stesso: è impossibile insegnare qualcosa ai batwa e ottenere che dagli stessi venga qualcosa di buono. Fa una certa meraviglia che simili atteggiamenti e riserve provengano da ambienti rwandesi, anche culturalmente di livello, anche se, indubbiamente, i simpatici pigmei ci mettano del proprio per meritarsi simili giudizi non propriamente lusinghieri.Non siamo così ciechi da non cogliere le difficoltà che s'incontrano quando ci si misura con una realtà tanto particolare come quella rappresentata dai batwa; tuttavia, ci è abbastanza chiaro come sia sempre rischioso approcciare in maniera pregiudiziale gli altri ritenendo "anomali" comportamenti, culture, stili di vita troppo diversi dai propri. Si può sempre rischiare di trovare qualcuno che lo pensi anche di noi, a tutti i livelli. A proposito poi dell'inabilità ad imparare, chi scrive all'inizio della propria carriera lavorativa si trovò appiccicata da un capo, un po' troppo sbrigativo nei giudizi e scarsamente disponibile a confrontarsi con gli altri, l'etichetta di "soggetto inabile ad essere istruito".La carriera professionale successiva ha fatto giustizia di quel (pre)giudizio dettato dall'autoconsiderazione e dall'arroganza di chi lo emise.

giovedì 12 agosto 2010

Albe rwandesi al traguardo delle 10.000 visite

Con soddisfazione segnaliamo che, nella giornata di ieri, il contatore inserito nel blog ha registrato la visita numero 10.000.  Agli amici che, a partire dall'11 aprile 2008, si affacciano periodicamente su questa finestra aperta sul Rwanda, consentendo il conseguimento di  questo piccolissimo traguardo, va tutta la nostra simpatia.

mercoledì 11 agosto 2010

Alla riapertura delle scuole si passa dal francese all'inglese

A settembre, alla ripresa delle scuole, i bambini e i giovani rwandesi dovranno confrontarsi con una novità di una certa rilevanza: il francese sarà soppiantato dall’inglese come lingua d’insegnamento. Il tutto era già previsto dal 2008 quando, in piena rottura diplomatica con la Francia, il governo rwandese aveva deciso di puntare sulla lingua inglese come seconda lingua da affiancare al kinyarwanda, stabilendo che dal 2010 tutta l’istruzione primaria, secondaria e universitaria dovesse essere impartita in inglese. Una scelta che comporta forti implicazioni politiche, sociali, culturali ed economiche, come ben illustrato in un interessante articolo del quotidiano francese La Croix di seguito riportato.

martedì 10 agosto 2010

Rwandesi ai seggi in maniera ordinata e pacifica

Tutto si è svolto in maniera ordinata e pacifica sgomberando il campo dai  timori della vigilia : i  5,2 milioni di rwandesi chiamati ad eleggere il Presidente del Rwanda per i prossimi sette anni hanno votato ieri, in un clima di calma, a partire dalle 6 del mattino fino alle 15, nei 15.507 seggi distribuiti in tutto il Paese,  senza che venissero segnalati, allo stato, incidenti.In certi seggi,  già alle 9 del mattino, le operazioni di voto erano praticamente concluse con tutti gli  iscritti alle liste che avevano espresso il proprio voto: gli elettori si erano, infatti, mossi di primissimo mattino, alcuni addirittura già dalla sera prima. A Nyagahanga si è cominciato a votare addirittura prima delle 5 del mattino! Hanno assistito alle operazioni di voto 214 osservatori internazionali, in rappresentanza dell’Unione Africana, delle rappresentanze diplomatiche presenti a Kigali, della Organizzazione delle Francofonia e del Commonwealth. Il Rwanda infatti appartiene ad ambedue le organizzazioni che raggruppano rispettivamente gli Stati di lingua francese e quelli di lingua inglese. E' stata invece criticata da più parti l'assenza di osservatori dell'Unione Europea.
Secondo i primi risultati preliminari rilasciati dalla Commissione Elettorale Nazionale , il Presidente uscente Paul Kagame, in rappresentanza del RPF (Rwandan Patriotic Front), avrebbe raccolto il  92,9 % dei voti, seguito dal candidato del PSD ( Partito socialdemocratico),  dottor Jean Damasceno Ntawukuriryayo, con il 4,9% , da Prosper Higiro del Partito Liberale ( PL) con l' 1,5% e dalla candidata del PPC  (Partito per il Progresso e la Concordia) ,  dottoressa Alvera Mukabaramba, con lo 0,7%, tre partiti che nelle passate elezioni del 2003 sostenevano il RPF.Erano assenti altri partiti di opposizione che non avevavo ottenuto la prevista registrazione per poter partecipare alle elezioni. Ieri i Rwandesi hanno deciso che per il prossimo settenato  saranno  ancora guidati da Kagamee e dal RPF.

giovedì 5 agosto 2010

I piccoli agricoltori hanno bisogno del sostegno della ricerca

Tre ricercatrici ruandesi, Joelle Kajuga Nsamira, Eugénie Kayitesi e Verena Ruzibuka , sono state premiate dal Gruppo Consultivo sulla Ricerca Agricola Internazionale (CGIAR)  per le loro ricerche in diverse aree, comprese l'orticoltura e la selezione delle migliori sementi, finalizzate a promuovere l'agricoltura su piccola scala in Rwanda. Nel 2009 , l'agricoltura è stata designata come la fonte primaria dell'economia del Rwanda , contribuendo con il 34 per cento alla formazione del suo prodotto interno lordo ( PIL) stimato in 2,9 miliardi di franchi ruandesi (5,1 milioni di dollari USA).
Nelle motivazioni del premio si sotiene giustamente "Se ci sforziamo di promuovere il know-how derivante dalla ricerca scientifica a favore delle popolazioni rurali , possiamo sperare in uno sviluppo sostenibile. Gli sforzi per ridurre la povertà e la fame in Africa sono destinati a fallire se le esigenze dei piccoli agricoltori e le loro potenzialità vengono ignorati nelle attività di ricerca ".
Parole sacrosante, pienamente condivisibili e quntomai appropriate!
Un grande richiamo per quegli insegnanti  delle numerose scuole agricole rwandesi che ritengono una diminutio del loro status uscire dal chiuso delle loro aule per  condividere il loro sapere con i contadini delle comunità in cui operano. Fino a quando questi intellettuali   lasceranno che gli agricoltori fatichino nei campi secondo  metodi tradizionali, ormai superati e scarsamente produtivi, senza fornire loro consigli e formazione atti a migliorare le tecniche di coltivazione e di allevamento, la scelta delle colture, l'uso di sementi migliorate, le campagne rwandesi resteranno ancora a lungo l'anello debole dell'economia rwandese.
Finora, purtroppo,  simili auspici  sembrano trovare scarsa udienza tra certi insegnanti così attenti a non  sporcarsi le scarpe di terra, a evitare lo sgradevole odore di un animale, a parlare con un agricoltore, in una parola vivere la quotidianità della loro gente.

mercoledì 4 agosto 2010

Campi profughi: verso il rimpatrio dei rifugiati congolesi

Il problema che avevamo evidenziato in un nostro precedente post circa i campi rifugiati presenti in Rwanda e ospitanti profughi congolesi ( vedi post del   25 agosto 2009   ) sembra aver trovato una possibile soluzione. La settimana scorsa a Goma, la Repubblica Democratica del Congo (RDC), il Rwanda e l'Alto Commissariato per i Rifugiati (UNHCR) hanno, infatti,  concordato le modalità pratiche per il rimpatrio volontario dei rifugiati congolesi in Rwanda e dei rifugiati ruandesi nella RDC. La Commissione tripartita ha anche deciso di sviluppare un piano di gestione del rimpatrio volontario dei rifugiati da entrambi i paesi e proseguire la sensibilizzazione dei rifugiati congolesi e di continuare l'identificazione dei rifugiati ruandesi che vivono in aree accessibili nella RDC.

martedì 3 agosto 2010

Progetto MIkAn:al via altre cinquanta famiglie

Il Progetto MikAn procede secondo le previsioni: i quattro gruppi, ognuno  composto da venticinque famiglie, che l'anno scorso sono stati assegnatari di una capretta, in queste settimane, stanno consegnando ad altrettante famiglie i capretti nati in questi ultimi mesi. Dopo il gruppo di Nyagahanga, lunedì della settimana passata è stata la volta di quello di Matimba a procedere al passaggio dei capretti tra vecchie e nuove famiglie e, nei giorni scorsi anche il gruppo di Ngarama è arrivato alla consegna.


Ecco come  Alberto ha vissuto la giornata di Matimba.
Con Don Paolo partiamo di buon mattino alla volta di Matimba per presenziare alla consegna dei capretti al nuovo gruppo di famiglie.La cittadina si trova vicino al confine con l'Uganda, in lontananza si può scorgere anche quello con la Tanzania, il viaggio è molto differente dal consueto, buona parte del tragitto è, infatti, su strada asfaltata.Il territorio è pianeggiante e ben diverso dalle zone collinari dove viviamo.Giunti sul posto, i partecipanti al progetto richiedono innanzitutto di poter ringraziare il Signore con una messa. La celebrazione come sempre è caratterizzata dalla musicalità e dalla gestualità che fanno parte della gente africana. Si passa quindi all'atteso momento della consegna, immortalato dalle foto di rito; il gruppo è riuscito ad ottenere 28 capretti e quindi l'obbiettivo dei 25 per le nuove famiglie è stato pienamente rispettato.E' ormai pomeriggio e la parrocchia offre a tutti i presenti un pasto caldo consumato insieme all'interno di un'aula scolastica.Mi viene chiesto di tenere un discorso, si sa che non mi piace parlare e, ancor meno, farlo di fronte ad un pubblico, per cui mi limito ad una brevissimo intervento.Mi complimento con il gruppo uscente per i risultati ottenuti e invito i componenti di quello entrante a considerare i capretti avuti come un dono, un dono che però comporta la responsabilità di permettere ad altre 25 famiglie di ricevere altrettanto.Concludiamo con una breve preghiera, seguita dai canti e dai balli che spesso fanno da cornice a queste occasioni di incontro

Rendiamo mutuabile il Malarone per il volontariato

Fra le tante precauzioni da prendersi prima di un viaggio   c'è quello delle profilassi  contro i rischi delle malattie che si potrebbero contrarre nei paesi  di destinazione. Lo sanno bene anche i volontari che recandosi in determinati paesi, particolarmente quelli dell'area equatoriale, devono sottoporsi ai trattamenti antimalarici. I farmaci che rispondono alla bisogna sono il Lariam e il Malarone. La differenza fra i due farmaci è che il  primo va assunto una volta alla settimana, a partire da una settimana prima della partenza e fino a quattro settimane dopo il rientro, mentre il secondo prevede l'assunzione di una compressa al giorno, a partire da 1-2 giorni prima di entrare nella zona a rischio e continuando per una settimana al ritorno dal viaggio. Ma a parte la comodità di assumere una pastiglia alla settimana piuttosto che una tutti i giorni, la differenza sostanziale sta nei diversi effetti collaterali che i due trattamenti riservano:  il Malarone  ha effetti decisamente inferiori a quelli del Lariam, ritenuti dagli esperti piuttosto "pesanti".
Il discrimine vero è pero nel prezzo con il Lariam che costa € 26,21 per una confezione da 8 compresse e il Malarone € 55,90 per una  confezione da 12 compresse. Dal che si deduce che il costo del trattamento per 20 giorni di missione  è di 26,21 euro per il Lariam e di  139,75 euro per il Malarone. Con una ulteriore differenza di non poco conto, il Lariam è mutuabile, mentre il Malarone no e quindi dovrete pagare l'intero prezzo. Conclusione, il volontario se vuole avere un minimo di riguardo per il proprio fegato deve sobbarcarsi una spesa non proprio ininfluente perchè il servizio sanitario nazionale non ha inserito il Malarone tra i farmaci mutuabili. Non si potrebbe rendere mutuabile il Malarone,  almeno per chi va all'estero non per turismo ma  per volontariato?

lunedì 2 agosto 2010

In Rwanda con don Paolo

Dal Bollettino parrocchiale di Grosio.
La prima volta che sentii parlare del Rwanda fu, come per molti, nella primavera del 1994 quando giunse a conclusione, nella maniera più tragica, la feroce guerra civile che, da anni, insanguinava quel piccolo stato africano. Di quel periodo ricordo le immagini che venivano trasmesse dalle televisioni di tutto il mondo: corpi, sfigurati dai colpi di machete, abbandonati sui cigli delle strade o trascinati dalle correnti dei fiumi, colonne di profughi che scappavano dagli orrori di simile carneficina. Purtroppo, l’Africa riesce a fare notizia solo con le sue tragedie. Proprio allora arrivarono in Italia, grazie alla Croce Rossa, tre di quei profughi: Cirillo, Paolo e Roberto, tre seminaristi sfuggiti a tale scempio.Sul finire del 1994, tutti e tre furono ospiti della comunità parrocchiale di Grosio, dopo che erano venuti in contatto con ragazzi della parrocchia, in occasione di un campo estivo a cui avevano partecipato per cominciare a imparare l’italiano. I rapporti con la comunità di Grosio si consolidano negli anni di seminario trascorsi a Roma. Dopo le ordinazioni sacerdotali, a cui presenziarono anche diversi grosini, don Cirillo e don Roberto rimasero in Italia, mentre don Paolo, con coraggio e non senza qualche rischio, fece ritorno in Rwanda. Altri seminaristi rwandesi vennero a studiare a Roma e conobbero l’ospitalità grosina. Proprio aderendo all’invito di uno di questi, Don Vicenzo, ad assistere alla sua ordinazione sacerdotale che si teneva in Rwanda, scaturì l’occasione per il primo viaggio africano. Così nell’agosto del 2003, con mia moglie Daniela partimmo per il Rwanda. Un viaggio che forse non poteva definirsi banalmente turistico, come passare una settimana a Malindi, ma che non era ancora alimentato dalla fiammella dell’impegno.

domenica 1 agosto 2010

Il proverbio rwandese della domenica

Aho inzovu ebyiri
zirwaniye, ibyatsi ni byo bihagwa.
Foto ripresa da:http://www.galassiaarte.it/viaggi/namibia_on_the_road.html
Dove due elefanti lottano tra di loro,
sono le erbe che subiscono le conseguenze.

Se i potenti litigano, ai poveri toccano solo guai.(Fedro)